Pagina:Senso.djvu/220: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Luigi62: split
 
Luigi62 (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|218|{{Sc|il demonio muto}}||riga=si}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
pantomima di burattini, in cui Arlecchino era innamorato di Rosaura e bastonava Pantalone; finalmente con la faccia rappresentava il temporale, agitando ora lenti, ora impetuosi tutti i muscoli delle gote, del naso, della bocca, del fronte, persino le orecchie, così che pareva proprio di vedere i primi lampi, di sentire il rombo dei primi tuoni, e poi via via crescere la tempesta e scrosciare la pioggia e scoppiare le folgori, finchè un po’ alla volta, con qualche ritorno di vento e d’acqua, la bufera si dileguava e, rinata la calma, tornava a splendere la viva luce del giorno. Tu avessi visto come a questo punto il viso del prete sbocciava, come s’irradiava, come brillava: era il sole tale e quale.
una pantomima di burattini, in cui Arlecchino era innamorato di Rosaura e bastonava Pantalone; finalmente con la faccia rappresentava il temporale, agitando ora lenti, ora impetuosi tutti i muscoli delle gote, del naso, della bocca, del fronte, persino le orecchie, così che pareva proprio di vedere i primi lampi, di sentire il rombo dei primi tuoni, e poi via via crescere la tempesta e scrosciare la pioggia e scoppiare le folgori, finchè un po’ alla volta, con qualche ritorno di vento e d’acqua, la bufera si dileguava e, rinata la calma, tornava a splendere la viva luce del giorno. Tu avessi visto come a questo punto il viso del prete sbocciava, come s’irradiava, come brillava: era il sole tale e quale.


Il gaio curato veniva, prima della mia malattia, tutte le domeniche a desinare da noi, e di quando in quando, bevuta una bottiglia di quel vecchio, ci dava lo spettacolo esilarante del suo temporale. Ora, al vedere il muso tondo, comicamente solenne, a cui neanche l’aspetto della morte avrebbe potuto cancellare l’impronta della giovialità, borbottare le orazioni fra i denti agitando le labbra, battendo le ciglia ed increspando la fronte, mi tornò alla memoria il temporale, e scoppiai in una fragorosa e interminabile risata. Il prete, che era lesto di cervello, capì in un attimo la ragione delle mie risa e, scordando il suo ministero, non potendosi più tenere cominciò a sghignazzare a crepapelle. La Menica
Il gaio curato veniva, prima della mia malattia, tutte le domeniche a desinare da noi, e di quando in quando, bevuta una bottiglia di quel vecchio, ci dava lo spettacolo esilarante del suo temporale. Ora, al vedere il muso tondo, comicamente solenne, a cui neanche l’aspetto della morte avrebbe potuto cancellare l’impronta della giovialità, borbottare le orazioni fra i denti agitando le labbra, battendo le ciglia ed increspando la fronte, mi tornò alla memoria il temporale, e scoppiai in una fragorosa e interminabile risata. Il prete, che era lesto di cervello, capì in un attimo la ragione delle mie risa e, scordando il suo ministero, non potendosi più tenere cominciò a sghignazzare a crepapelle. La {{Pt|Me-|}}