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in quella parte ove si ministra lo nutrimento nostro, cominciò a piangere, e piangendo, disse queste parole: «Heu miser, quia frequenter impeditus ero deinceps». D’allora innanzi dico che{{R|7}} Amore segnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui<ref group="note_lezione">4. k ''allui sitosto''.</ref> {{smaller|{{R|5}}}}disponsata, e cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e tanta signoria per la vertù che li dava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti li suoi piaceri compiutamente. Elli{{R|8}} mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa angiola giovanissima, onde io ne la mia puerizia molte volte<ref group="note_lezione">9. β ''fiate''.</ref> {{smaller|{{R|10}}}}l’andai cercando, e vedeala di sì nobili e laudabili portamenti, che certo di lei si potea dire quella parola del poeta {{AutoreCitato|Omero}}: ''Ella non parea figliuola d’uomo mortale, ma di Deo''. E avegna{{R|9}} che la sua imagine, la quale continuatamente<ref group="note_lezione">13. ''continuatamente'' è dato soltanto da M S; gli altri codici ''continuamente''. k ''staua mecho''.</ref> meco stava, fosse baldanza d’amore a segnoreggiare me, tuttavia era di sì {{smaller|{{R|15}}}}nobilissima vertù, che nulla volta sofferse che Amore mi <noinclude>reg-</noinclude> |
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VITA NUOVA II 6-9 |
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in quella parte ove si ministra lo nutrimento nostro, cominciò |
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a piangere, e piangendo, disse queste parole: « Heu miser, quia |
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freqnenter impeditus ero deinceps». DJ allora innanzi dico che 7 |
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Amore segnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui |
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5 disponsata, e cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e |
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tanta signoria per la vertù che li dava la mia imaginazione, |
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che me convenia fare tutti li suoi piaceri compiutamente. Elli 8 |
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mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa |
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angiola giovanissima, onde io ne la mia puerizia molte volte |
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io l’andai cercando, e vedeala di sì nobili e laudabili portamenti, |
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cho certo di lei si potea dire quella parola del poeta Omero: |
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Ella non parea figlinola d’uomo mortale, ina di Deo. E avegna 1) |
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che la sua imagiue, la quale continuatamente meco stava, fosse |
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baldanza (l’amore a segnoreggiare me, tuttavia era di sì no¬ |
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lo bilissima vertù, che nulla volta sofferse che Amore mi reg- |
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4. k allni tiioito. 9. 0 fiat*. 13. continuatamente è dato soltanto da M S ; gU nitri |
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«odici continuamente, k «tana mccho. |
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10. {{Sc|nobili e laudabili}}. Le prime stampe sino al Torri leggono ''nuovi'', e questa lezione parve al Todeschini «più espressiva» che quella accettata nel testo. «''Nuovi e laudevoli'' (osserva) è l’unione di due aggiunti che insieme compongono un’alta idea: ''nobili e laudevoli'' non è, si può dire, che una fiacca ripetizione. Poi la frase ''sì nobile'' torna in campo poche righe appresso». Ma sono ragioni di poco conto. I codici fortunatamente non lascian dubbio, perchè sebbene M legga ''noui'' e As ''nuoui'', concordando nella lezione ''nobili'' w e p con s, ''nobili'' doveva essere la lezione del capostipite comune β (''noui'' sarà in M un trascorso del copista, in As un imprestito da b). E ''nobili'' doveva pur leggere α, sebbene b dia ''nuoui'', perchè se β legge ''nobili'' e k ha la stessa lezione, essa deve rimontare al capostipite di α e β. |
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10. NOBILI E LAUDABILI. Le |
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prime stampe sino al Torri leg¬ |
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gono nuovi, e questa lezione parve |
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al Todeschini « più espressiva » |
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14. {{Sc|sì nobilissima}}. La più ovvia lezione ''si nobile'' è del solo gruppo b: l’ebbero da Mss. di questo gruppo le prime due stampe; gli Edd Mil. segnarono la variante ''sì nobilissima'' dal loro codice B (Trivulz. 1058), ma non l’accolsero; comparve quest’ultima la prima volta nell’ediz. di Pesaro, e fu poi preferita dal Torri, ma non trovò grazia presso gli editori posteriori, eccetto quelli che riprodussero il codice Chigiano o lo Strozziano (Casini, Beck, Passerini). Anche il Todeschini si chiese: «È forse questa una lezione da saperne grado a qualche codice, quando nella volgata si ha ''di sì nobile virtù''?». Ma per l’uso di ''sì'' pur davanti all’aggettivo di grado superlativo, cfr. Manuzzi s. v. ''sì'' invece di ''così'' § 1; e aggiungi questi altri esempi: ''In questa città ha sì grandissimo caldo, che a pena vi'' |
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che «niella accettata nel testo. |
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« Nuovi e laudcvoli (osserva) è |
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l’unione di due aggiunti che in¬ |
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sieme compongono un’alta idea: |
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nobili e la h devoli non è, si può |
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dire, cho una fiacca ripetizione. |
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Poi In frase sì nobile torna in |
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campo poche righe appresso ». Ma |
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sono ragioni di poco conto. I co¬ |
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dici fortunatamente non lasciali |
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dubbio, perchè, sebbene M legga |
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noni e Ah nuoni, concordando |
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nella lezione nobili w e p con s, |
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nobili doveva essere la lezione del |
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capostipite comune (3 {notti sarà |
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in M un trascorso del copista, in |
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As un imprestito (hi b). E nobili |
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doveva pur leggero a, sebbene b |
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dia nuoui, perchè se P legge nobili |
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e k ha la stessa lezione, es«a deve |
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rimontare al capostipite di a e p. |
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14. sì nobilissima. La più ov¬ |
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via lezione si nobile è del solo |
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gruppo b: l’ebbero da Mss. di |
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questo gruppo le prime due stam¬ |
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pe ; gli Edd Mil. segnarono la va¬ |
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riante rò nobilissima dal loro co¬ |
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dice B (Trivulz. 1058), ma non |
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l’accolsero; comparve quest’ul¬ |
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tima la prima volta nell’ ediz. di |
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Pesaro, e fu poi preferita dal |
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Torri, ma non trovò grazia presso |
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gli editori posteriori,eccetto quelli |
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che riprodussero il codice Chi- |
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giano o lo Strozziano (Casini, |
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Beck, Passerini). Anche il Tode¬ |
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schini si chiese : « È forse questa |
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una lezione da saperne grado a |
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qualche codice, quando nella Vol¬ |
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gata si ha di hì nobile virtù f ». |
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Ma per l’uso di sì pur davanti |
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all’aggettivo di grado superla¬ |
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tivo, cfr. Man uzzi s. v. sì invece |
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di così $ 1 ; e aggiungi questi |
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altri esempi : In questa città ha sì |
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grandissimo caldo, che a pena vi |
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