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''e forma gran parte del contenuto della loro prosa e poesia, ha anzi appunto in questo volumetto la sua espressione più piena, completa e matura. Sicchè esso giova massimamente ad illuminarla; a illuminare, cioè, quello che costituì il perno principale attorno a cui girò la nostra antica letteratura. E se si ripubblicano tuttora e si leggono i'' trattati d’amore del cinquecento, ''che rappresentano la decadenza e la degenerazione di questa speculazione sull’amore, tanto più era opportuno ridare alla luce un trattatello, come questo, frutto del momento e dell’uomo in cui tale speculazione non era ancora diventata artificio, convenzione o scherzo, ma si conservava fede intellettuale viva, animato dallo sconfinato entusiasmo devoto con cui la cultura superiore e più raffinata dell’epoca, precisamente soprattutto in {{AutoreCitato|Marsilio Ficino|Marsilio}} come suo più perfetto esponente, aveva scoperto, abbracciato, rivissuto in sè l’antico pensiero platonico-alessandrino.'' |
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MARSILIO FICINO |
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e forma gran parte del contenuto della loro prosa e |
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''Ma l’interesse principale che offre il presente trattatello è quello cui queste ultime parole ci richiamano: cioè l’interesse filosofico. E tale interesse è duplice. Riguarda, anzitutto, lo scritto di Marsilio considerato semplicemente come commento al'' {{TestoAssente|Convito}} ''{{AutoreCitato|Platone|platonico}}: giacchè (come abbiamo altra volta avuto occasione di avvertire ed esemplificare)<ref>''Cfr. di {{AutoreCitato|Giuseppe Rensi|chi scrive}}'' {{TestoAssente|Il Genio Etico}} ''(Bari, Laterza, 1912)''.</ref> il Ficino, forse per l’affinità di temperamento intellettuale, e certo per l’appassionato e ardentemente adesivo abbandono del suo proprio pensiero al pensiero di Platone, riuscì quasi sempre a penetrare quest’ultimo con più intima profondità di quanto, non ostante l’apparato critico immensamente progredito, non abbiano saputo fare molti moderni. Poichè (precisamente al contrario di quel che oggi, e specie tra contemporanei, si pratica) il segreto per penetrare il pensiero d’uno scrittore è quello di non porsi contro di esso in atteggiamento di critica ostilità, bensì quello di lasciarsi anzitutto trasportare, con simpatia e con sincera disposizione a trovarlo vero, dalla corrente di'' |
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poesia, ha anzi appunto in questo volumetto la sua espres¬ |
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sione più piena, completa e matura. Sicché esso giova |
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massimamente ad illuminarla; a illuminare, cioè, quello |
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che costituì il perno principale attorno a cui girò la nostra |
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antica letteratura. E se si ripubblicano tuttora e si leg¬ |
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gono i trattati d’amore del cinquecento, che rappresen¬ |
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tano la decadenza e la degenerazione di questa specula¬ |
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zione sull’ amore, tanto più era opportuno ridare alla luce |
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un trattatello, come questo, fruito del momento e dell’uomo |
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in cui tale speculazione non era ancora diventata artificio, |
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convenzione o scherzo, ma si conservava fede intellettuale |
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viva, animato dallo sconfinato entusiasmo devoto con cui |
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la cultura superiore e più raffinata dell’ epoca, precisa- |
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mente soprattutto in Marsilio come suo più perfetto espo¬ |
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nente, aveva scoperto, abbracciato, rivissuto in sè l’antico |
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pensiero platonico-alessandrino. |
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Ma l’interesse principale che offre il presente tratta¬ |
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tello è quello cui queste ultime parole ci richiamano: |
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cioè l’interesse filosofico. E tale interesse è duplice. Ri¬ |
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guarda, anzitutto, lo scritto di Marsilio considerato |
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semplicemente come commento al Convito platonico: |
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giacché (come abbiamo altra volta avuto occasione di |
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avvertire ed esemplificare) (1) il Ficino, forse per l’af¬ |
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finità di temperamento intellettuale, e certo per l’appas¬ |
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sionato e ardentemente adesivo abbandono del suo proprio |
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pensiero al pensiero di Platone, riuscì quasi sempre a |
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penetrare quest’ultimo con più intima profondità di |
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quanto, non ostante l’apparato critico immensamente |
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progredito, non abbiano saputo fare molti moderni. |
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Poiché (precisamente al contrario di quel che oggi, e |
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specie tra contemporanei, si pratica ) il segreto per pene¬ |
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trare il pensiero d’uno scrittore è quello di non porsi |
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contro di esso in atteggiamento di critica ostilità, bensì |
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quello di lasciarsi anzitutto trasportare, con simpatia e |
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con sincera disposizione a trovarlo vero, dalla corrente di |
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(1) Cfr. di chi scrive H nptiio Etico (Bari, Laterza, 1912). |