Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/277: differenze tra le versioni

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come tetravalente e può quindi mettere in azione delle valenze latenti. I solventi privi di ossigeno (C<sub>6</sub>H<sub>6</sub> CHCl<sub>3</sub>, e CS<sub>2</sub>) danno invece dei pesi molecolari anormali. Si può quindi parlare di un «potere anomalizzante» (Anomalisierungsvermogen) dei solventi, il quale dipende dalla presenza in essi di certi sostituenti. Le estese ricerche di {{AutoreCitato|Karl Friedrich von Auwers|Auwers}}, sui pesi molecolari determinati col metodo crioscopico, permettono di ordinare i diversi sostituenti (radicali) in una serie, «nella quale ogni membro che segue fa aumentare più dei precedenti la anomalia crioscopica della sostanza disciolta, mentre per contro fa dimin nire il potere anomalizzante dei solventi; questi radicali sono: CH<sub>3</sub>, gli Alogeni, N0<sub>2</sub>, CN, CHO, NH<sub>2</sub>, COOH, OH;» — si ànno però talora delle deviazioni dalla regola.
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Tra i solventi più attivi troviamo adunque: quelli che contengono l’''ossigeno'' (come ossidrile OH, carbossile COOH e residuo aldeidico CHO), poi quelli che contengono azoto, sia come gruppo amidico NH<sub>2</sub>, o nel radicale cianico CN, o nel gruppo nitrico NO<sub>2</sub>. Come l’atomo di ossigeno, anche l’atomo di azoto si comporta come un elemento ''polivalente'', il quale può mostrare vicino alle tre solite valenze, altre valenze latenti; così che mentre negli idrocarburi e nei loro alogenoderivati, i corpi contenenti ossigeno, come per es. l’ac. benzoico, si trovano disciolti in molecole doppie, i solventi che contengono ossigeno, o gruppi nitrici, o nitrilici, agiscono invece depolimerizzando queste molecole disciolte, o vuoi, provocando in esse una dissociazione in molecole semplici: (M)<sub>n</sub> → nM. Secondo {{AutoreCitato|Richard Abegg|Abegg}} (1904) il fenomeno si può interpretare in questo modo: «Se appartiene tanto alle molecole disciolte come a quelle del solvente la facoltà di sviluppare valenze libere, avviene che, per l’azione di massa, l’attrazione tra le molecole disciolte ne va di mezzo, per causa di quella che il solvente esercita sulla sostanza disciolta, o, in altre parole, un tale solvente si oppone alla associazione».

È degno di nota, che gli stessi solventi, i quali si distinguono per la loro azione ''depolimerizzante'', emergono anche per il loro potere ''ionizzante''. Ricerche eseguite da me sopra un sale binario (ioduro di tetraetilammonio) nei più disparati solventi organici, diedero la seguente serie di radicali, in cui ogni termine successivo fa aumentare il potere dissociante del medio (risp. la scissione in ioni del sale) più del precedente: CH<sub>3</sub>, alogeni, OOOH (carbossile), CHO (gruppo aldeidico),