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motoria, purchè siano mantenuti in condizioni opportune; onde per teoria nevrogena non deve intendersi una teoria che ammetta la stretta dipendenza funzionale del cuore dai centri nervosi e dai nervi che connettono questi coll’organo centrale della circolazione sanguigna. Infatti, il cuore separato dall’organismo è sottratto a qual siasi influenza centrale; ed è provato che nemmeno i monconi nervosi del vago e del simpatico hanno alcuna importanza nel determinare le pulsazioni del cuore isolato. I sostenitori della teoria nevrogena invece ammettono che, non i centri nervosi i nervi peritici, ma i gangli stessi del cuore (il ganglio di {{AutoreCitato|Robert Remak|Remak}}, il ganglio di {{AutoreCitato|Friedrich Heinrich Bidder|Bidder}}, il ganglio di {{AutoreCitato|Carl Ludwig|Ludwig}}) sono quelli da cui dipendono le contrazioni cardiache, dette automatiche, perchè non sono provocate da stimolazioni esteriori, come quelle dei muscoli scheletrici, ma si compiono spontaneamente nell’organo sottratto a qual siasi stimolo. Innumerevoli esperimenti furono fatti per provare questa dipendenza; ma di che natura essa sia non è stato mai stabilito con sicurezza. Alcuni sostennero che i gangli cardiaci, specie quelli di Remak, situati nelle pareti del seno venoso, fossero centri nervosi automatici dai quali partissero ritmicamente impulsi motori atti a provocare nella muscolatura del cuore quelle contrazioni, che si dicono sistoli. Altri invece considerarono i gangli medesimi come centri d’azione nervosa riflessa, a somiglianza dei centri spinali, nel qual caso bisognerebbe ammettere nel cuore stesso stimolazioni ritmiche capaci di eccitare fibre nervee afferenti ai gangli, da cui poi partirebbero gli eccitamenti riflessi destinati a provocare le contrazioni ritmiche nelle cellule miocardiche, giungendo ad esse per fibre nervose efferenti. Di che natura siano gli stimoli, e dove essi propriamente insorgano, e se agiscano in modo ritmico o continuo: tutti questi, ed altri ancora, sono problemi rimasti fino ad oggi insoluti. D’altro canto, anche l’ipotesi dell’automatismo dei gangli incominciò ad avere poco consentimento fra i fisiologi, quando la teoria dell’automatismo nervoso in generale incominciò ad apparire non più sostenibile di fronte ai nuovi risultati delle indagini comparative sul sistema nervoso centrale.

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Sopra un punto furono però tutti i neurogenisti sempre d’accordo: nel negare cioè qual siasi capacità di automatismo motorio alla muscolatura del cuore, di che parve essere prova irrefragabile il fatto che la punta ventricolare del cuore, separata dagli atrii, non pulsa spontaneamente, ma solo quando è stimolata, essendo essa priva di gangli nervosi. Vero è che in alcuni animali inferiori fu trovata cotesta punta capace di compiere, ancorchè con ritmo diverso da quello del cuore intero, contrazioni sistoliche. Ma subito gl’istologi dimostrarono che nelle pareti, se non gangli, nel vero senso della parola, esistono tuttavia cellule nervose; e