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Chi voglia ben comprendere la genesi della città medievale deve prima di tutto riconoscere, che queste città, nella loro grande maggioranza — e certamente tutte quelle importanti — sono state, durante il primo secolo della loro esistenza, quasi esclusivamente città di consumo. Così che l’afferrarne la genesi sta nel vedere come potesse svilupparsi una città di consumo nelle condizioni offerte dall’età di mezzo.
Chi voglia ben comprendere la genesi della città medievale deve prima di tutto riconoscere, che queste città, nella loro grande maggioranza — e certamente tutte quelle importanti — sono state, durante il primo secolo della loro esistenza, quasi esclusivamente città di consumo. Così che l’afferrarne la genesi sta nel vedere come potesse svilupparsi una città di consumo nelle condizioni offerte dall’età di mezzo.


Io chiamo città di consumo quella città, che non ha bisogno di pagare con la propria produzione i suoi mezzi di sussistenza (e appunto quelli che essa ritrae dall’esterno, ossia il sopraprodotto del lavoro rurale). Essa si procura piuttosto questi mezzi di sussistenza in base a qualche titolo di diritto (imposte, rendite, o simili), senza dover fornire dei controvalori. E dicendo « — essa — si procura », noi intendiamo parlare di « un certo numero di persone », le quali diventano perciò i fondatori di questa città. Pertanto la caratteristica particolare di una città di consumo risiede in ciò, che suoi fondatori sono quei consumatori, mentre suoi fornitori sono tutti coloro che lavorano appunto per i consumatori e con ciò portano un contributo al fondo di consumo della città. I consumatori sono dunque i fondatori primitivi e originari delle citta; mentre i produttori ne sono i derivati secondari (terziari, ecc.). I consumatori rappresentano in questo caso gli indipendenti, persone cioè che hanno una forza di vita propria; mentre i produttori sono i dipendenti, e la loro possibilità di esistenza è determinata dalla grandezza della partecipazione, che la classe dei consumatori accorderà loro al proprio fondo di consumo. (La parola « dipendenza » va rettamente intesa:
Io chiamo città di consumo quella città, che non ha bisogno di pagare con la propria produzione i suoi mezzi di sussistenza (e appunto quelli che essa ritrae dall’esterno, ossia il sopraprodotto del lavoro rurale). Essa si procura piuttosto questi mezzi di sussistenza in base a qualche titolo di diritto (imposte, rendite, o simili), senza dover fornire dei controvalori. E dicendo «— essa — si procura», noi intendiamo parlare di «un certo numero di persone», le quali diventano perciò i fondatori di questa città. Pertanto la caratteristica particolare di una città di consumo risiede in ciò, che suoi fondatori sono quei consumatori, mentre suoi fornitori sono tutti coloro che lavorano appunto per i consumatori e con ciò portano un contributo al fondo di consumo della città. I consumatori sono dunque i fondatori primitivi e originari delle citta; mentre i produttori ne sono i derivati secondari (terziari, ecc.). I consumatori rappresentano in questo caso gli indipendenti, persone cioè che hanno una forza di vita propria; mentre i produttori sono i dipendenti, e la loro possibilità di esistenza è determinata dalla grandezza della partecipazione, che la classe dei consumatori accorderà loro al proprio fondo di consumo. (La parola «dipendenza» va rettamente intesa:
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