Novella di Bonaccorso di Lapo: differenze tra le versioni
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naccorso, uomo tanto savio, accorto e avveduto, che avanzava gli altri uomini , che per un poco di cupidigia di possedere tre anni fiorini ottocento d'oro con alquanto di vana speranza che gli rimanessero in tutto o in parte, che perdesse sì il conoscimento, che non vedesse quello che vedere dovea uno orbo? - Che diremo noi del Fulla, che per la speranza della promessa del chierico gli prestasse fiorini XVIII? Certo dirò che fosse molto più la speranza di Bonaccorso e la fidanza delle parole del chierico e la fede da lui presa, che quella del Fulla. - E che diremo del povero prete idiota e rozzo fuori del suo officio?, che avendolo tenuto nella sua povera casa tanto tempo, e ono-
piacere: e accozzate lulte queste cose insieme, Buonaccorso medesimo disse ordinatamente questa novella a chi udire la volea.
Se mi domandassi, di che lingua era questo mess. Giovanni, non so; ma secondo il suo parlare mostrava d'essere delle parti di Guascogna: ma ben parlava d'ogni linguaggio, come in taglio gli veniva
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rato molto oltre sua possa, posto che da lui non isperasse avere alcuna remunerazione né premio, pure non dovea isperare da lui ricevere alcuno danno! Poi aggiunta la presenza di lui uomo onesto, costumato e fondato in scienza, e veduta la riverenza fattagli per Bonaccorso così famoso cittadino com'egli era, non è da maravigliare che fosse giuntato e ingannato da lui di fiorini X, sì che amendue costoro ebbeno qualche legittima cagione di lassarsi trascorrere. Solo colui che più vedea fu quello che meno vide, e seguigliene il danno e col danno le beffe; e non fu solamente cagione del suo danno, ma col suo insieme del danno del prete e del Fulla. Che diremo del tristo e doloroso chierico, dotato dalla natura di tanta virtù, di tanto avvedimento e di tanta astuzia, e appresso questo avere lo accidentale, cioè essere bonissimo grammatico, fino loico e ottimo rettorico, e tutto operare viziosamente? Questo è come è lo scorpione che solletica
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con le due bocche e trafigge con la coda. Questi è come è la sirena che col canto fa addormentare li marinari, e poi gli uccide. Costui sapendo molto, operava pure in malfare, sì che tutto procedeva da propria malizia; e il malizioso merita ogni male, ogni pena, ogni supplizio. Forte cosa è a pensare la sua presunzione, che avendo danneggiato e beffato Bonaccorso, e appresso gli altri due, volesse dopo la sua partita iscrivere e farsi beffe e scherno di loro. Questp fu il pentimento, questa fu la menda del suo malfare, questo fu il ristoro de' loro danni; sì che dire non si può uomo, ma molto piuttosto demonio dell'inferno. E però è senno ad apparare all'altrui spese : e costui ha dato materia a ciascuno di guardarsi dalle lusinghe e inganni degli uomini malvagi.
Deo gratias.
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