Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/122: differenze tra le versioni
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Sulle cause della morte, sulla sua origine filogenetica, si è molto discusso, e non vogliamo certamente riferire tutto ciò che è stato detto in proposito, ma solo alcune delle idee più sintetiche e più notevoli. |
Sulle cause della morte, sulla sua origine filogenetica, si è molto discusso, e non vogliamo certamente riferire tutto ciò che è stato detto in proposito, ma solo alcune delle idee più sintetiche e più notevoli. |
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Weismann ha sostenuto che la selezione naturale abbia avuto parte importante nel conservare e fissare questa attitudine alla mortalità somatica, in quanto sarebbe dannoso alla specie, che sopravvivessero indefinitamente i singoli individui. Questa sopravvivenza non impedirebbe ad essi di |
{{AutoreCitato|August Weismann|Weismann}} ha sostenuto che la selezione naturale abbia avuto parte importante nel conservare e fissare questa attitudine alla mortalità somatica, in quanto sarebbe dannoso alla specie, che sopravvivessero indefinitamente i singoli individui. Questa sopravvivenza non impedirebbe ad essi di subíre influenze nocive e di indebolirsi, dando luogo così a discendenza meno atta a resistere nelle lotte per l’esistenza; altre interpretazioni di questo genere sono state date, per esempio quella del {{AutoreCitato|Carl Düsing|Düsing}}, il quale, dato il fatto che il potere riproduttore si affievolisce coll’età, crede vantaggioso per la specie che individui inetti alla riproduzione non prendano parte degli alimenti per sè — come se questo affievolimento non fosse appunto una delle tante espressioni di vecchiaia, uno dei fenomeni che si manifestano coll’avvicinarsi della morte! Sì che questa teoria del Düsing evidentemente non è altro che un circolo vizioso. Più importante mi sembra l’idea espressa dal {{AutoreCitato|Yves Delage|Delage}} (''Héredité''), la quale, pur non conducendo in fondo nella spiegazione della morte, ciò che, come egli dice, non possibile, cerca di esaminare le condizioni in cui essa si è creata, piuttosto che quelle che sono state capaci di conservarla. Per lui è il differenziamento delle varie cellule che ha reso inevitabile la morte del soma; col differenziamento si perdono gradualmente le attitudini alla riproduzione (cellulare) e ad un certo punto è reso impossibile anche un ulteriore accrescimento: questo avviene per esempio nelle ossa per i limiti imposti dalla sostanza calcarea di sostegno, che si è interposta, sostanza inerte, tra e nelle cellule viventi; ed in generale alcune cellule sono frenate nell’accrescimento da ragioni di questo genere, le altre dal fatto che le prime non possono accrescersi, sì che è resa impossibile la crescita loro, che produrrebbe una disarmonìa funzionale, da cui la morte. Ora, nessuna cellula può vivere indefinitamente, senza accrescersi nè dividersi. Ed a questo punto la spiegazione del Delage si arresta, con questa constatazione di fatto. Ben può |
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