Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/448: differenze tra le versioni
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<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1905}}-->significazione della loro fisonomia è anch’essa da formarsi e la corrispondenza fra l’interno e l’esterno è minore o meno determinata, in quanto l’uno e l’altro aspettano la forma che riceveranno dalle circostanze, e sono ancora quasi pasta molle e da lavoro; 2<sup>o</sup>, perché quando anche le fisonomie de’ fanciulli sieno quanto all’apparente conformazione significantissime, lo spettatore non applica a questo segno veruna <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1906}} notabile significazione, sapendo che il carattere del fanciullo non è ancora formato, non si può conoscere, non si può bastantemente congetturare dai detti segni e dalla fisonomia, e ciò che ora ne apparisce è passeggero, oltre che alla fine è di poco conto e nel genere delle bagattelle. Onde un occhio vivacissimo e una fisonomia amabilissima in un fanciullo non ci produce che una leggera sensazione di amore; ed una fisonomia fiera e d’apparenza malvagia, non ci produce che un leggero senso di avversione. Sicché la fisonomia del fanciullo lascia l’uomo quasi indifferente, com’é indifferente, almeno per allora, e di poco conto, ciò ch’ella può significare e com’é leggera la corrispondenza fra il significante e il significato. Giacché anche questa non solo è determinata dalle assuefazioni, ma anche in gran parte ne deriva e perciò non può loro essere anteriore. Vedi p. {{ZbLink|1911}}. |
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Non cosí credo che si possa discorrere <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1907}} quanto all’effetto della fisonomia de’ fanciulli negli stessi fanciulli, secondo ch’essi sono piú o meno avvezzi e capaci di attendere, e quindi di combinare |
Non cosí credo che si possa discorrere <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|1907}} quanto all’effetto della fisonomia de’ fanciulli negli stessi fanciulli, secondo ch’essi sono piú o meno avvezzi e capaci di attendere, e quindi di combinare e di conoscere i rapporti (12 ottobre 1821). |
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{{ZbPensiero|1907/1}} Ne’ versi rimati, per quanto la rima paia spontanea |
{{ZbPensiero|1907/1}} Ne’ versi rimati, per quanto la rima paia spontanea e sia lungi dal parere stiracchiata, possiamo dire per esperienza di chi compone, che il concetto è mezzo del poeta, mezzo della rima e talvolta un terzo di quello e due di questa, talvolta tutto della sola rima. Ma ben pochi son quelli che appartengono {{pt|in-|interamente }}<section end="3" /> |