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{{RigaIntestazione|LA FISIOLOGIA DELLO SVILUPPO DELLA FORMA ORGANICA|271|}}
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E dobbiamo chiederci in terzo luogo come e perchè da un germe equipotenziale si possa arrivare ad un sistema organico costituito di parti diverse, in qual modo cioè in un substrato di ''eguale'' potenzialità si possano determinare delle ''particolari'' destinazioni.
<p>E dobbiamo chiederci in terzo luogo come e perchè da un germe equipotenziale si possa arrivare ad un sistema organico costituito di parti diverse, in qual modo cioè in un substrato di ''eguale'' potenzialità si possano determinare delle ''particolari'' destinazioni.</p>


''d)'' Il primo di questi problemi fu risolto così, che germi da principio, ossia fino allo stadio di «blastula», equipotenziali, mostrano più innanzi delle limitazioni specifiche rispetto alla potenzialità delle loro cellule embrionali: nella blastula della stella e del riccio di mare per esempio i così detti «foglietti germinativi» della «gastrula» sono già potenzialmente differenziati fra loro; l’uno di essi può dar luogo solo ad organi «ectodermici», l’altro solo ad organi «entodermici». Però, d’altra parte, ciascun foglietto germinativo per sè, ossia in rapporto a tutte le cellule che lo compongono, è alla sua volta un «sistema equipotenziale armonico».
''d)'' Il primo di questi problemi fu risolto così, che germi da principio, ossia fino allo stadio di «blastula», equipotenziali, mostrano più innanzi delle limitazioni specifiche rispetto alla potenzialità delle loro cellule embrionali: nella blastula della stella e del riccio di mare per esempio i così detti «foglietti germinativi» della «gastrula» sono già potenzialmente differenziati fra loro; l’uno di essi può dar luogo solo ad organi «ectodermici», l’altro solo ad organi «entodermici». Però, d’altra parte, ciascun foglietto germinativo per sè, ossia in rapporto a tutte le cellule che lo compongono, è alla sua volta un «sistema equipotenziale armonico».
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E questa progressiva reciproca limitazione potenziale degli organi, con la conservazione della propria equipotenzialità, vige universalmente nel corso dello sviluppo individuale, dell’ontogenesi.
E questa progressiva reciproca limitazione potenziale degli organi, con la conservazione della propria equipotenzialità, vige universalmente nel corso dello sviluppo individuale, dell’ontogenesi.


''e)'' Alla spiegazione delle peculiari differenze nella fisiologia dello sviluppo fra i molluschi e gli echinodermi, contribuiscono da un lato i fatti ora esposti, mentre d’altro lato esse ci sono rese comprensibili fino a un certo punto, da reperti speciali. Che in generale debba esistere una certa identità, che lo sviluppo non possa essere governato da due o più leggi differenti è già verosimile ''a priori'', sovrattutto riflettendo che in animali di struttura così simili come le meduse e i ctenofori, come l’Amphioxus e le ascidie, i primi nominati seguono il tipo di evoluzione equipotenziale, gli ultimi, — almeno in certo grado — il tipo «a mosaico» (Roux).
''e)'' Alla spiegazione delle peculiari differenze nella fisiologia dello sviluppo fra i molluschi e gli echinodermi, contribuiscono da un lato i fatti ora esposti, mentre d’altro lato esse ci sono rese comprensibili fino a un certo punto, da reperti speciali. Che in generale debba esistere una certa identità, che lo sviluppo non possa essere governato da due o più leggi differenti è già verosimile ''a priori'', sovrattutto riflettendo che in animali di struttura così simili come le meduse e i ctenofori, come l’Amphioxus e le ascidie, i primi nominati seguono il tipo di evoluzione equipotenziale, gli ultimi, — almeno in certo grado — il tipo «a mosaico» ({{AutoreCitato|Wilhelm Roux|Roux}}).


Fu stabilito sperimentalmente che le modalità dello sviluppo sono determinate dalla ''struttura'' del ''protoplasma'' dell’uovo: a seconda che questa struttura varia, varia anche il tipo morfogenetico in rapporto alla distribuzione ed alla specificazione delle potenze prospettiche. Ma le differenze strutturali del plasma dell’uovo non sono differenze veramente essenziali.
Fu stabilito sperimentalmente che le modalità dello sviluppo sono determinate dalla ''struttura'' del ''protoplasma'' dell’uovo: a seconda che questa struttura varia, varia anche il tipo morfogenetico in rapporto alla distribuzione ed alla specificazione delle potenze prospettiche. Ma le differenze strutturali del plasma dell’uovo non sono differenze veramente essenziali.