Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/410: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1837}}--><noinclude>pongono </noinclude>ed attribuite a questa o quella un effetto che la macchina non produce piú, e che le avevate veduto produrre in virtú delle ruote che le avete tolte ec. ec. Cosí accade nel sistema della natura, quando l’é stato tolto e staccato di netto il meccanismo del bello, ch’era congegnato e immedesimato <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1838}} con tutte le altre parti del sistema, e con ciascuna di esse.
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1837}}--><noinclude>pongono </noinclude>ed attribuite a questa o quella un effetto che la macchina non produce piú e che le avevate veduto produrre in virtú delle ruote che le avete tolte ec. ec. Cosí accade nel sistema della natura, quando l’é stato tolto e staccato di netto il meccanismo del bello, ch’era congegnato e immedesimato <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1838}} con tutte le altre parti del sistema e con ciascuna di esse.


Ho detto altrove che non si conosce perfettamente una verità se non si conoscono perfettamente tutti i suoi rapporti con tutte le altre verità, e con tutto il sistema delle cose. Qual verità conosceranno dunque bene quei filosofi che astraggono assolutamente e perpetuamente da una parte essenzialissima della natura?
Ho detto altrove che non si conosce perfettamente una verità se non si conoscono perfettamente tutti i suoi rapporti con tutte le altre verità e con tutto il sistema delle cose. Qual verità conosceranno dunque bene quei filosofi che astraggono assolutamente e perpetuamente da una parte essenzialissima della natura?


La ragione e l’uomo non impara se non per l’esperienza. Se la ragione vuol pensare e operare da se, e quindi scoprire, e far progressi, le conviene conoscere per sua propria esperienza; altrimenti l’esperienza altrui nelle parti essenziali della natura, non potrà servirle che a ripetere le operazioni fatte da altri.
La ragione e l’uomo non impara se non per l’esperienza. Se la ragione vuol pensare e operare da se e quindi scoprire e far progressi, le conviene conoscere per sua propria esperienza; altrimenti l’esperienza altrui nelle parti essenziali della natura non potrà servirle che a ripetere le operazioni fatte da altri.


Quindi si veda quanto sia difficile a trovare un vero e perfetto filosofo. Si può dire che questa qualità è la piú rara e strana che si possa concepire, e che appena ne sorge uno ogni dieci secoli, seppur uno n’é mai sorto. (Qui riflettete quanto <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1839}} il sistema delle cose favorisca il preteso perfezionamento dell’uomo mediante la perfezione della ragione e della filosofia). È del tutto indispensabile che un tal uomo sia sommo e perfetto poeta; ma non già per ragionar da poeta; anzi per esaminare da freddissimo ragionatore e calcolatore ciò che il solo ardentissimo poeta può conoscere. Il filosofo non è perfetto, s’egli non è che filosofo, e se impiega la sua vita e se stesso al solo perfezionamento della sua filosofia, della sua ragione, al puro ritrovamento del vero, che è pur<section end=3 />
Quindi si veda quanto sia difficile a trovare un vero e perfetto filosofo. Si può dire che questa qualità è la piú rara e strana che si possa concepire e che appena ne sorge uno ogni dieci secoli, seppur uno n’é mai sorto (Qui riflettete quanto <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|1839}} il sistema delle cose favorisca il preteso perfezionamento dell’uomo mediante la perfezione della ragione e della filosofia). È del tutto indispensabile che un tal uomo sia sommo e perfetto poeta; ma non già per ragionar da poeta; anzi per esaminare da freddissimo ragionatore e calcolatore ciò che il ''solo'' ardentissimo ''poeta'' può conoscere. Il filosofo non è perfetto s’egli non è che filosofo e se impiega la sua vita e se stesso al solo perfezionamento della sua filosofia, della sua ragione, al puro ritrovamento del vero, che è pur<section end="3" />