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allungata); il [[Autore:Philipp Franz von Siebold|v. Siebold]], poi, avendo potuto constatare che queste tre specie sono collegate da forme intermedie, le riunì di nuovo nell’unica specie linneana primitiva. Le specie di rovo annoverate nella Flora Britannica di [[Autore:George Bentham|Bentham]] e [[Autore:Joseph Dalton Hooker|Hooker]] sono 5, mentre nel Manuale del [[Autore:Churchill Babington|Babington]] diventano 45.
allungata); il {{AutoreCitato|Philipp Franz von Siebold|v. Siebold}}, poi, avendo potuto constatare che queste tre specie sono collegate da forme intermedie, le riunì di nuovo nell’unica specie linneana primitiva. Le specie di rovo annoverate nella Flora Britannica di {{AutoreCitato|George Bentham|Bentham}} e {{AutoreCitato|Joseph Dalton Hooker|Hooker}} sono 5, mentre nel Manuale del {{AutoreCitato|Churchill Babington|Babington}} diventano 45.
Si potrebbero citare innumerevoli esempi di simili scomposizioni e ricomposizioni totali o parziali delle specie fondate da {{AutoreCitato|Linneo|Linneo}} o di quelle «fatte» dopo di lui.


Parimenti incerti e ondeggianti furono — e sono tuttora — i criteri per cui taluni gruppi sono a volta a volta ritenuti e descritti e denominati come «specie» o come «varietà»<ref>Il {{AutoreCitato|Charles Darwin|{{Sc|Darwin}}}}, p. es. ''{{TestoCitato|Sulla origine delle specie per elezione naturale, ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l'esistenza|Orig. sp.}}'', per informazioni avute da {{AutoreCitato|Hewett Watson|{{Sc|H. C. Watson}}}}, novera 182 piante della flora britannica che alcuni considerano come varietà, altri come specie.</ref>. E l’incertezza si manifesta anche nella creazione di gruppi intermedi quali sotto-generi, sotto-specie, varietà, sotto-varietà, ecc. — La sistematica divenne in breve una vera tela di Penelope, con quanta confusione della nomenclatura e quanto sciupìo di lavoro e d’inchiostro può bene immaginarsi.
Si potrebbero citare innumerevoli esempi di simili scomposizioni e ricomposizioni totali o parziali delle specie fondate da [[Autore:Linneo|Linneo]] o di quelle « fatte » dopo di lui.

Parimenti incerti e ondeggianti furono — e sono tuttora — i criteri per cui taluni gruppi sono a volta a volta ritenuti e descritti e denominati come « specie » o come « varietà »<ref>Il Darwin, p. es. ''Orig. sp.'', per informazioni avute da [[Autore:Hewett Watson|H. C. Watson]], novera 182 piante della flora britannica che alcuni considerano come varietà, altri come specie.</ref>. E l’incertezza si manifesta anche nella creazione di gruppi intermedi quali sotto-generi, sotto-specie, varietà, sotto-varietà, ecc. — La sistematica divenne in breve una vera tela di Penelope, con «pianta confusione della nomenclatura e quanto sciupìo di lavoro e «l’inchiostro può bene immaginarsi.


Cominciò pertanto in taluni naturalisti a farsi strada l’opinione che gruppi naturali reali non esistessero, ma che generi, specie, varietà e qualunque altro gruppo o sotto-gruppo fossero artificialmente foggiati dai sistematici in base a criteri arbitrari, che li conducevano a segnar limiti dove la natura non ne ha posti; che in natura di veramente reale non esiste se non l’individuo, e che qualunque aggruppamento altro non può mai rappresentare fuori che una suddivisione fatta per comodo della descrizione.
Cominciò pertanto in taluni naturalisti a farsi strada l’opinione che gruppi naturali reali non esistessero, ma che generi, specie, varietà e qualunque altro gruppo o sotto-gruppo fossero artificialmente foggiati dai sistematici in base a criteri arbitrari, che li conducevano a segnar limiti dove la natura non ne ha posti; che in natura di veramente reale non esiste se non l’individuo, e che qualunque aggruppamento altro non può mai rappresentare fuori che una suddivisione fatta per comodo della descrizione.


Questa opinione per vero non era nè men nuova. Si potrebbe rintracciarla, come osserva il [[Autore:Carl Gustav Carus|Carus]], perfino in [[Autore:Pietro Abelardo|Abelardo]], che disse: ''nihil omnino est praeter individuum'', sebbene in questo caso la sentenza debba accogliersi nel puro significato logico, come, in generale, qualsiasi altra formula scolastica. La troviamo esplicitamente espressa in senso naturalistico in queste parole del [[Autore:Jean-Baptiste de Lamarck|Lamarck]] :
Questa opinione per vero non era nè men nuova. Si potrebbe rintracciarla, come osserva il {{AutoreCitato|Carl Gustav Carus|Carus}}, perfino in {{AutoreCitato|Pietro Abelardo|Abelardo}}, che disse: ''nihil omnino est praeter individuum'', sebbene in questo caso la sentenza debba accogliersi nel puro significato logico, come, in generale, qualsiasi altra formula scolastica. La troviamo esplicitamente espressa in senso naturalistico in queste parole del {{AutoreCitato|Jean-Baptiste de Lamarck|Lamarck}}:


« In queste entità artificialmente assunte (le specie), di cui la natura non mi offre modello alcuno, io veggo soltanto un mezzo escogitato per sciogliere le difficoltà altrimenti insormontabili, finché non si siano sufficientemente ricercate
«In queste entità artificialmente assunte (le specie), di cui la natura non mi offre modello alcuno, io veggo soltanto un mezzo escogitato per sciogliere le difficoltà altrimenti insormontabili, finchè non si siano sufficientemente ricercate