Pagina:Novelle lombarde.djvu/299: differenze tra le versioni
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bucato», — Ecco (pensava ella) fin da serva la mi fa fare». Se le cercava un pugno di sale, — Due» rispondeva; ma fra i denti brontolava: — La si vuol far pagare perchè non soffii». In ogni occhio che la fissasse credeva leggere la sua accusa: — Certo colui o colei sa il caso mio; e chi può averglielo detto se non la Bia?» Al vederla dunque le veniva verde il sangue; e perchè quando c’è una cosa nel cuore, è come la tosse, che non si può nasconderla, certi atti bisbetici, certe frasi piccose che le scappavano centra voglia, lasciarono alla Bia comprendere il vero. Così cominciarono a raffreddarsi, a gattigliare, e stare ciascuna sulla sua; e l’Agnese a odiare quell’altra come il mal di capo, e crescere così il suo pericolo immaginario. Più non si vedeva innanzi che fantasie paurose; non sognava che la giustizia; il pronostico fatto dalla strega a sua madre le ribolliva nel capo come vicino ad avverarsi, e tutto in grazia di chi? in grazia della Bia. E credeva vedere che costei andasse a darla fuori, a servir di testimonio: onde le pareva di non potere aver più bene al mondo finchè al mondo vi fosse colei. La morte di essa era il voto che mattina e sera faceva nelle sue orazioni quando tornavano le solennità, vi si preparava colle novene, col digiunare; poi confessata e comunicata, inginocchiavasi sulla nuda terra, e storcendo le mani, e colle lacrime agli occhi, diceva: — Caro Signore! pei meriti della vostra passione, vi prego, vi scongiuro, fate morire la Bia». |
bucato», — Ecco (pensava ella) fin da serva la mi fa fare». Se le cercava un pugno di sale, — Due» rispondeva; ma fra i denti brontolava: — La si vuol far pagare perchè non soffii». In ogni occhio che la fissasse credeva leggere la sua accusa: — Certo colui o colei sa il caso mio; e chi può averglielo detto se non la Bia?» Al vederla dunque le veniva verde il sangue; e perchè quando c’è una cosa nel cuore, è come la tosse, che non si può nasconderla, certi atti bisbetici, certe frasi piccose che le scappavano centra voglia, lasciarono alla Bia comprendere il vero. Così cominciarono a raffreddarsi, a gattigliare, e stare ciascuna sulla sua; e l’Agnese a odiare quell’altra come il mal di capo, e crescere così il suo pericolo immaginario. Più non si vedeva innanzi che fantasie paurose; non sognava che la giustizia; il pronostico fatto dalla strega a sua madre le ribolliva nel capo come vicino ad avverarsi, e tutto in grazia di chi? in grazia della Bia. E credeva vedere che costei andasse a darla fuori, a servir di testimonio: onde le pareva di non potere aver più bene al mondo finchè al mondo vi fosse colei. La morte di essa era il voto che mattina e sera faceva nelle sue orazioni: quando tornavano le solennità, vi si preparava colle novene, col digiunare; poi confessata e comunicata, inginocchiavasi sulla nuda terra, e storcendo le mani, e colle lacrime agli occhi, diceva: — Caro Signore! pei meriti della vostra passione, vi prego, vi scongiuro, fate morire la Bia». |
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Ma la Bia non s’insognava di morire. Anzi una volta, avendo ricevuto dall’Agnese non so che torto, la Bia, che doveva avere mal desinato, {{Pt|ripic-|}} |
Ma la Bia non s’insognava di morire. Anzi una volta, avendo ricevuto dall’Agnese non so che torto, la Bia, che doveva avere mal desinato, {{Pt|ripic-|}} |