La fame del Globo/Cap. 16: differenze tra le versioni

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7- Il punto precedente imporrebbe il tema dei bisogni di sette miliardi di uomini. Credo che gli alfieri della vague antiscientifica siano consapevoli che le loro scelte determineranno la morte per inedia di due-tre miliardi di esseri umani, ma la cosa non li disturba. La maga indiana vieta in India l’uso di sementi transgeniche, poi proclama che i contadini indiani si suicidano perché il costo delle sementi americane (che non possono acquistare) è eccessivo. Esiste in India  un imponente apparato di ricerca agraria (Indian Council for Agricultural Research, con migliaia di dipendenze), che, secondo la volontà di una classe dirigente neo-braminica non impiega le ultime tecnologie (che il paese usa, però, per accrescere propria la potenza nucleare). Ho studiato il catalogo delle sementi prodotte da questo gigante scientifico (?): la produttività media è 1/3-1/4 di quella delle sementi avanzate. Se ne può desumere, verosimilmente, che i contadini indiani si suicidano perché, con quelle sementi, e le produzioni relative, non riescono a pagare l’usuraio, che li espropria della casupola e del francobollo di risaia. Ma alla maga ciò non importa: per una discepola di Shiva le caste sono il caposaldo della società, e la morte di qualche milione di paria è casualità irrilevante.  L’India raggiunse l’autosufficienza alimentare con i frumenti del genetista americano Borlaug, grazie ai quali la sua popolazione è triplicata. Siccome la popolazione cresce ancora, e le sementi consentite producono sempre meno, il count-down della catastrofe è già scattato. Il bramanesimo apprezza la menzogna, la maga può ripetere che i contadini si suicidano per il prezzo di sementi che gli è vietato acquistare. I fan italiani esplodono di sdegno contro gli “assassini multinazionali”, e ciò è tanto più importante della vita di entità che la Trimurti ha stabilito essere meno che uomini.
 
::::'''''Antonio Saltini'''''