Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/63: differenze tra le versioni
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Di questo dolce stil nuovo il precursore fu Guinicelli, il fabbro fu {{AutoreCitato|Cino da Pistoia|Cino}}, il poeta fu {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Cavalcanti}}. La nuova scuola non era altro che una coscienza più chiara dell’arte. La filosofia per sè sola fu stimata insufficiente, e si richiese la forma. {{AutoreCitato|Guittone d'Arezzo|Guittone d’Arezzo}} non fu più apprezzato, quantunque ''di filosofia ornatissimo, grave e sentenzioso'', come dice {{AutoreCitato|Lorenzo de' Medici|Lorenzo de' Medici}}, perchè gli mancava lo stile, ''alquanto ruvido e severo, nè di alcun dolce lume di eloquenza acceso''. Anche {{AutoreCitato|Benvenuto da Imola|Benvenuto da Imola}} chiama nude le sue parole e lo commenda per le gravi sentenze ma non per lo stile. Nasceva in Firenze un nuovo senso, il senso della forma. |
Di questo dolce stil nuovo il precursore fu Guinicelli, il fabbro fu {{AutoreCitato|Cino da Pistoia|Cino}}, il poeta fu {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Cavalcanti}}. La nuova scuola non era altro che una coscienza più chiara dell’arte. La filosofia per sè sola fu stimata insufficiente, e si richiese la forma. {{AutoreCitato|Guittone d'Arezzo|Guittone d’Arezzo}} non fu più apprezzato, quantunque ''di filosofia ornatissimo, grave e sentenzioso'', come dice {{AutoreCitato|Lorenzo de' Medici|Lorenzo de' Medici}}, perchè gli mancava lo stile, ''alquanto ruvido e severo, nè di alcun dolce lume di eloquenza acceso''. Anche {{AutoreCitato|Benvenuto da Imola|Benvenuto da Imola}} chiama nude le sue parole e lo commenda per le gravi sentenze ma non per lo stile. Nasceva in Firenze un nuovo senso, il senso della forma. |
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A quel tempo fra tante feroci gare politiche la letteratura era nel suo fiore in tutta Toscana e sotto i più diversi aspetti. {{AutoreCitato|Dante da |
A quel tempo fra tante feroci gare politiche la letteratura era nel suo fiore in tutta Toscana e sotto i più diversi aspetti. {{AutoreCitato|Dante da Maiano|Dante da Majano}} era un’eco de’ Trovatori, con la sua Nina siciliana. Guittone, {{AutoreCitato|Brunetto Latini|Brunetto}}, {{AutoreCitato|Bonagiunta Orbicciani|Orbiciani da Lucca}} erano poeti dotti ma rozzi, come i Bolognesi Onesto e Semprebene. Ma già il culto della forma, l’amore del bello stile si sente in parecchi poeti. {{AutoreCitato|Dino Frescobaldi|Dino Frescobaldi}}, {{AutoreCitato|Rustico Filippi|Rustico di Filippo}}, {{AutoreCitato|Guido Novello da Polenta|Guido Novello}}, {{AutoreCitato|Lapo Gianni|Lapo Gianni}}, {{AutoreCitato|Cecco d'Ascoli|Cecco d’Ascoli}} sono il corteggio, nel quale emerge la figura di {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Guido Cavalcanti}}. |
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Ma ben presto al nome di Guido Cavalcanti si accompagnò quello di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante Alighieri}}, legati insieme da una amicizia che non si ruppe se non per morte. Parvero le Nuove Rime, e fu tale l’impressione ch’ei salì subito accanto a Cavalcanti. Sembrò che avesse risolto il problema di esprimere le profondità della scienza in bella |
Ma ben presto al nome di Guido Cavalcanti si accompagnò quello di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante Alighieri}}, legati insieme da una amicizia che non si ruppe se non per morte. Parvero le Nuove Rime, e fu tale l’impressione ch’ei salì subito accanto a Cavalcanti. Sembrò che avesse risolto il problema di esprimere le profondità della scienza in bella |