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Versione delle 12:38, 4 ott 2013



Atto terzo, Scena seconda 101

                        Calibano.
ridendo.
    Ah! ah! ah! ah!

                        Stefano.
    E ora tira avanti, col tuo racconto. Allonta-
nati, ti prego.

                        Calibano.
Picchialo ancora un po’: fra qualche tempo
anch’io lo picchierò.

                        Stefano.
                             Più in là: prosegui.

                        Calibano.
Ecco, come ti dissi, è suo costume
di dormire nel pomeriggio. Allora
quando i libri gli avrai tolti, potrai
schiacciargli il cranio o rompergli la testa
con un ceppo, o sventrarlo con un palo,
o tagliargli la gola con il tuo
cortello. Ma però, prima, rammenta
d’impossessarti dei suoi libri. Senza
di quelli ei non è altro che uno sciocco
al par di me, nè ha più spirito alcuno
al suo comando: l’odian tutti come
io l’odio. Ma brucia soltanto i libri