Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/141: differenze tra le versioni

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Or questa certissima influenza degli Etruschi sì nell’idioma, come ne’ costumi civili degli Umbri, fu sicuramente molto grande per frequentazione, e per comunione di cose, fin dalla prima giurata amistà di ambedue le genti. La legge sacra, sempre in vigore tra gli Umbri, e la fama de’ loro auguri, divinatori accorti per movimenti e voci d’uccelli<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicer.}}}} ''de Div.'' {{Sc|i.}} 41</ref>, non lascian dubitare che la più antica istituzione civile del popolo, non sia stata al pari di tutti gli altri sacerdotale. Castella, terre e villaggi, portavano per lo più il titolo di qualche deità ivi coltivata<ref>Come ''Ikuvini'': quasi ''Vicu Iuviu'', o ''Vicus Iovius'': altri esempi ne porgono le {{W|tavole eugubine|tavole eugubine}}.</ref>. E con tutta probabilità i Camerti-Umbri presero il nome loro da ''Camars'' dell’Etruria, o da Chiusi; come la terra di ''Aharna'' sopra il fiume<ref>{{§|nota60|}}{{Sc|{{AutoreCitato|Tito Livio|Liv.}} x.}} 25. (''Adharnaham''): oggi detta Civitella d’Arno. ''Harna'' il fiume.</ref> dal patrio nome dell’Arno. L’usanza di vivere in luoghi murati, alla maniera degli Etruschi, si vede introdotta nelle città più principali dell’Umbria<ref>Vedi per confronto le mura di Todi, tav. {{Sc|xiii.}}</ref>, le quali di mano in mano presero con l’arti ed i costumi cittadineschi, anche le voluttà tirrene<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Teopompo|Theopomp.}}}} ap. {{Sc|{{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Athen.}} xii.}} 6.; {{Sc|{{AutoreCitato|Scimno di Chio|Scymn.}}}} 366</ref>. Possessori d’un paese dotato di tanta benignità naturale, che nessun altro quasi l’avanza, goderono certamente gli Umbri, o forse ancor s’abusarono di comodi, d’agiatezze e di beni. Ma, non
Or questa certissima influenza degli Etruschi sì nell’idioma, come ne’ costumi civili degli Umbri, fu sicuramente molto grande per frequentazione, e per comunione di cose, fin dalla prima giurata amistà di ambedue le genti. La legge sacra, sempre in vigore tra gli Umbri, e la fama de’ loro áuguri, divinatori accorti per movimenti e voci d’uccelli<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicer.}}}} ''de Div.'' {{Sc|i.}} 41</ref>, non lascian dubitare che la più antica istituzione civile del popolo, non sia stata al pari di tutti gli altri sacerdotale. Castella, terre e villaggi, portavano per lo più il titolo di qualche deità ivi coltivata<ref>Come ''Ikuvini'': quasi ''Vicu Iuvin'', o ''Vicus Iovius'': altri esempi ne porgono le {{W|tavole eugubine|tavole eugubine}}.</ref>. E con tutta probabilità i Camerti-Umbri presero il nome loro da ''Camars'' dell’Etruria, o da Chiusi; come la terra di ''Aharna'' sopra il fiume<ref>{{§|nota60|}}{{Sc|{{AutoreCitato|Tito Livio|Liv.}} x.}} 25. (''Adharnaham''): oggi detta Civitella d’Arno. ''Harna'' il fiume.</ref> dal patrio nome dell’Arno. L’usanza di vivere in luoghi murati, alla maniera degli Etruschi, si vede introdotta nelle città più principali dell’Umbria<ref>Vedi per confronto le mura di Todi, tav. {{Sc|xiii.}}</ref>, le quali di mano in mano presero con l’arti ed i costumi cittadineschi, anche le voluttà tirrene<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Teopompo|Theopomp.}}}} ap. {{Sc|{{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Athen.}} xii.}} 6.; {{Sc|{{AutoreCitato|Scimno di Chio|Scymn.}}}} 366</ref>. Possessori d’un paese dotato di tanta benignità naturale, che nessun altro quasi l’avanza, goderono certamente gli Umbri, o forse ancor s’abusarono di comodi, d’agiatezze e di beni. Ma, non