Pagina:Gli amori pastorali di Dafni e Cloe.djvu/91: differenze tra le versioni

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In questo tempo, venendo di Metellino un certo servo compagno di Lamone, portò nuova che ’l padrone pochi giorni avanti la vendemmia visiterebbe la villa per rifornirla, se in cosa alcuna, per il guasto de’ metinnesi, di peggio la trovasse. Era di già passata la state, e cominciava l’autunno, perché Lamone, di corto aspettandolo, si diede ad assettar le stanze e tutto il podere sí che, quando venisse, di ciò ch’egli vedea diletto prendesse.
In questo tempo, venendo di Metellino un certo servo compagno di Lamone, portò nuova che ’l padrone pochi giorni avanti la vendemmia visiterebbe la villa per rifornirla, se in cosa alcuna, per il guasto de’ metinnesi, di peggio la trovasse. Era di già passata la state, e cominciava l’autunno, perché Lamone, di corto aspettandolo, si diede ad assettar le stanze e tutto il podere sí che, quando venisse, di ciò ch’egli vedea diletto prendesse. Purgò le fontane, perché l’acque fossero limpide, sgombrò lo stabbio della corte perché lo puzzo non lo noiasse, coltivò tutto il giardino perché vago, dovunque guardava, gli si porgesse. Era questo suo giardino, ad uso de’ regali, bellissimo e dilettoso, d’una lunghezza di braccia trecento<ref>Il Caro ha lasciato i numeri in bianco; nel greco v'è uno stadio, misura alla qui assegnata</ref> e di larghezza di dugento. Di sito posto sopra un poggio elevato ed arioso, ed esso per lo lungo a modo d’un gran piano si distendeva. Era tutto d’alberi pieno, di mela, di mortelle, di pera, di granati, di fichi, d’olivi e di altri di questa fatta. Avea dall’un delli lati un albereto ed a ciascun albero una vite altamente maritata si distendeva sopra le piante delle mela e delle pera dove maturando l’uve con essi i pomi contendevano, e questi tutti erano domestici. Eranvi poi de’ cipressi, degli allori, de’ platani, de’ pini, e sopra ciascuno di essi invece di vite un’ellera s’abbarbicava, la quale con molte pannocchie di corimbi, a gara con l’uve negreggiando, pareva che i maturi grappoli contraffacesse. Nel mezzo dunque venivano a star le piante fruttifere, e di fuori le non fruttifere come un serraglio l’attorniavano, ed ancora intorno a queste una picciola siepe correva. Aveano questi alberi i lor pedali tutti spartiti, e lontano l’uno dall’altro, ma nell’alto i rami si toccavano e
Purgò le fontane, perché l’acque fossero limpide, sgombrò lo stabbio della corte perché lo puzzo non lo noiasse, coltivò tutto il giardino perché vago, dovunque guardava, gli si porgesse. Era questo suo giardino, ad uso de’ regali, bellissimo e dilettoso, d’una lunghezza di braccia trecento e di larghezza di dugento. Di sito posto sopra un poggio elevato ed arioso, ed esso per lo lungo a modo d’un gran piano si distendeva. Era tutto d’alberi pieno, di mela, di mortelle, di pera, di granati, di fichi, d’olivi e di altri di questa fatta. Avea dall’un delli lati un albereto ed a ciascun albero una vite altamente maritata si distendeva sopra le piante delle mela e delle pera dove maturando l’uve con essi i pomi contendevano, e questi tutti erano domestici.
Eranvi poi de’ cipressi, degli allori, de’ platani, de’ pini, e sopra ciascuno di essi invece di vite un’ellera s’abbarbicava, la quale con molte pannocchie di corimbi, a gara con l’uve negreggiando, pareva che i maturi grappoli contraffacesse. Nel mezzo dunque venivano a star le piante fruttifere, e di fuori le non fruttifere come un serraglio l’attorniavano, ed ancora intorno a queste una picciola siepe correva. Aveano questi alberi i lor pedali tutti spartiti, e lontano l’uno dall’altro, ma nell’alto i rami si toccavano e