Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/58: differenze tra le versioni
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Fra’ canoni apostolici se ne trova uno, ed è il {{Sc|xxix}}, che dice così: «Se un Vescovo, facendo uso de’ principi secolari, ha ottenuto la Chiesa pel loro favore, sia deposto, segregato, e simigliantemente sia fatto di tutti quelli che con lui comunicano.» |
Fra’ canoni apostolici se ne trova uno, ed è il {{Sc|xxix}}, che dice così: «Se un Vescovo, facendo uso de’ principi secolari, ha ottenuto la Chiesa pel loro favore, sia deposto, segregato, e simigliantemente sia fatto di tutti quelli che con lui comunicano.» |
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Il papa |
Il papa {{W|Papa Celestino I|Celestino I}}, sul principio del secolo {{Sc|v}}, fece parimente un decreto, col quale manteneva la stessa libertà; ''Nullus invitis'', dice, ''detur Episcopus; Cleri, Plebis et Ordinis consensus et desiderium requiratur''. |
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Il grande |
Il grande {{W|Papa Leone I|S. Leone}}, che tenne la cattedra di S. Pietro nello stesso secolo, cioè dal 440 fino al 461, e che abbiamo citato più sopra, fu di continuo inteso a guarentire la forma libera e canonica delle elezioni de’ Vescovi: basti indicare il decreto ad Anastasio vescovo di Tessalonica, ove dice; ''Nulla ratio sinit, ut inter Episcopos habeantur, qui nec a Clericis sunt electi, nec a plebe expetiti, nec a Provincialibus cum Metropolitani judicio consecrati''.</ref> |