Pagina:Alle porte d'Italia.djvu/123: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Federicor: split
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||{{Sc|emanuele filiberto a pinerolo}}|109|riga=si}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
alla patria, Emanuele Filiberto, non è vero? Tu ti farai restituire la tua città fedele, che non t’ha mai visto, ma che t’ha sempre amato e invocato! Tu ci pensi a noi, tu ci pensasti sempre, tu la vuoi a qualunque prezzo, e la ripiglierai con la spada, se occorre, la tua Pinerolo, non è vero? mio valoroso, mio nobile, mio superbo principe, gloria del nostro sangue e speranza del nostro paese! — Ed era così bella in quell’atto, stretta nella sua veste di lana oscura, con la sua gorgierina di mussola che le s’alzava a ventaglio dietro la nuca, col viso un po’ inclinato sopra una spalla, e così grande e così bionda, che se il duca di Savoia l’avesse vista, avrebbe forse proposto a Margherita di Valois una nuova damigella d’onore.
alla patria, Emanuele Filiberto, non è vero? Tu ti farai restituire la tua città fedele, che non t’ha mai visto, ma che t’ha sempre amato e invocato! Tu ci pensi a noi, tu ci pensasti sempre, tu la vuoi a qualunque prezzo, e la ripiglierai con la spada, se occorre, la tua Pinerolo, non è vero? mio valoroso, mio nobile, mio superbo principe, gloria del nostro sangue e speranza del nostro paese! — Ed era così bella in quell’atto, stretta nella sua veste di lana oscura, con la sua gorgierina di mussola che le s’alzava a ventaglio dietro la nuca, col viso un po’ inclinato sopra una spalla, e così grande e così bionda, che se il duca di Savoia l’avesse vista, avrebbe forse proposto a Margherita di Valois una nuova damigella d’onore.

{{rule|4em}} Quella sua adorazione per Emanuele Filiberto era il tormento di un suo cugino, Antonio Lombriasco, che faceva le pratiche di notaro nello studio del padre, facendo nello stesso tempo, e con non maggiore profitto, l’occhio pio alla figliola. Il nipote cronista si piglia molto spasso di lui, celiando un poco pesantemente, alla maniera dei novellisti del suo tempo. Lo definisce: "giouine di grosso intendimento e di picolo e poerile animo" soggiungendo poco dopo "di rideuole aspetto." Pare che fosse un mezz’uomo, stentito e vanesio, con un gran naso rincagnato. Persuaso che il duca di Savoia fosse la sola cagione per la quale sua cugina rifiutava come

{{Centrato|{{x-larger|⁂}}}}

Quella sua adorazione per Emanuele Filiberto era il tormento di un suo cugino, Antonio Lombriasco, che faceva le pratiche di notaro nello studio del padre, facendo nello stesso tempo, e con non maggiore profitto, l’occhio pio alla figliola. Il nipote cronista si piglia molto spasso di lui, celiando un poco pesantemente, alla maniera dei novellisti del suo tempo. Lo definisce: “giouine di grosso intendimento e di picolo e poerile animo„ soggiungendo poco dopo “di rideuole aspetto. Pare che fosse un mezz’uomo, stentito e vanesio, con un gran naso rincagnato. Persuaso che il duca di Savoia fosse la sola cagione per la quale sua cugina rifiutava come