D.M. 7 ottobre 2010, n. 211: differenze tra le versioni

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DECRETO 7 ottobre 2010, n. 211
 
((Regolamento recante indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui
all’articolo 10, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica
15 marzo 2010, n. 89, in relazione all’articolo 2, commi 1 e 3, del
medesimo regolamento.))(10G0232)
 
; Vigente al: 10-5-2013
 
 
 
 
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
 
 
 
di concerto con
 
 
 
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA DELLE FINANZE
 
 
Visti gli articoli 87 e 117, lettere m) e n), della Costituzione;
 
Visto l’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
recante «Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della
Presidenza del Consiglio dei Ministri», e successive modifiche e
integrazioni;
 
Visto il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ed in particolare
l’articolo 64, che prevede, al comma 3, la predisposizione da parte
del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di un
piano programmatico di interventi volti ad una maggiore
razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse disponibili e che
conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema
scolastico e, al comma 4, in attuazione del piano e nel quadro di una
più ampia revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e
didattico del sistema scolastico, l’emanazione di regolamenti
governativi, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della citata legge
n. 400 del 1988 e successive modificazioni, per la ridefinizione dei
curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la
razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orario,
con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
 
Visto il piano programmatico predisposto dal Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il
Ministro dell’economia e delle finanze, ai sensi dell’articolo 64,
comma 3, del citato decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008;
 
Visto il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 e successive
modificazioni, recante «Norme generali e livelli essenziali delle
prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di
istruzione e formazione, a norma dell’articolo 2 della legge 28 marzo
2003, n. 53»;
 
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.
 
275, recante «Norme in materia di autonomia delle istituzioni
scolastiche»;
 
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.
 
89, recante «Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e
didattico dei licei ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133»;
 
Visto il decreto del Ministro della pubblica istruzione 13 giugno
2006, n. 47, relativo alla quota dei curricoli rimessa all’autonomia
delle istituzioni scolastiche;
 
Visti il profilo educativo e culturale dello studente a conclusione
del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione
per il sistema dei licei e i piani di studio di cui agli allegati A,
B, C, D, E, F e G di cui al sopra citato decreto del Presidente della
Repubblica 15 marzo 2010, n. 89;
 
Considerato che, ai sensi dell’articolo 13, comma 10, lettera a)
del citato decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.
 
89, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e
della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze sono definite le indicazioni nazionali riguardanti gli
obiettivi specifici di apprendimento con riferimento ai profili di
cui all’articolo 2, commi 1 e 3, in relazione alle attività e agli
insegnamenti compresi nei piani di studi previsti per i percorsi
liceali di cui al medesimo regolamento;
 
Tenuto conto che le impegnative sfide dell’agenda di Lisbona 2000
in merito agli obiettivi strategici dei sistemi europei d’istruzione
e formazione sollecitano un’azione incisiva della scuola per
prevenire la dispersione scolastica e per promuovere la diffusione
della cultura matematica e scientifica;
 
Considerata l’esigenza che la definizione delle scelte curricolari
per i licei siano rispettose della discrezionalità professionale
degli insegnanti e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche;
 
Preso atto dei lavori svolti dalla Commissione di studio nominata
con decreto 11 marzo 2010, n. 26, e incaricata, tra l’altro, della
elaborazione delle nuove Indicazioni nazionali;
 
Visto il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione,
espresso nella riunione del 28 aprile 2010;
 
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso dalla Sezione
consultiva per gli atti normativi nell’Adunanza del 2 luglio 2010;
 
Vista la comunicazione del presente provvedimento alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri in data 28 luglio 2010, nonché il nulla
osta della medesima espresso con nota n. DAGL/1434/31-2010/5959 del
29 luglio 2010;
 
 
Decreta:
 
 
Art. 1
 
 
1. Le Indicazioni nazionali di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, articolo 13, comma 10, lettera a),
comprendono la nota introduttiva di cui all’allegato A e la
declinazione degli obiettivi di apprendimento di cui agli allegati B,
C, D, E, F, G del presente decreto del quale fanno parte integrante.
 
Art. 2
 
 
1. Gli obiettivi specifici di apprendimento, con riferimento ai
profili di cui all’articolo 2, commi 1 e 3, del decreto del
Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, in relazione alle
attività e agli insegnamenti compresi nel piano degli studi previsto
per ciascuno dei licei di cui agli articoli da 4 a 9 del medesimo
decreto del Presidente della Repubblica sono definiti negli allegati
da B a G al presente decreto, sulla base della corrispondenza di
seguito indicata:
* • liceo artistico e relativi indirizzi allegato B);
* • liceo classico allegato C);
* • liceo linguistico allegato D);
* • liceo musicale e coreutico allegato E);
* • liceo scientifico e sua opzione delle «scienze applicate»
 
allegato F);
* • liceo delle scienze umane e sua opzione «economico-sociale»
 
allegato G).
 
Art. 3
 
 
1. Le Indicazioni nazionali di cui al presente regolamento si
applicano a decorrere dall’anno scolastico 2010/2011 a partire dalle
classi prime e, gradatamente, di anno in anno alle classi successive
fino al completamento del ciclo.
 
Art. 4
 
 
1. Ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del decreto del Presidente
della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, le Indicazioni nazionali di
cui al presente decreto sono aggiornate periodicamente in relazione
agli sviluppi culturali emergenti, nonché alle esigenze espresse
dalle università, dalle istituzioni di alta formazione artistica,
musicale e coreutica e dal mondo del lavoro e delle professioni.
 
Art. 5
 
 
1. Ai sensi dell’articolo 12, comma 3, del decreto del Presidente
della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, il raggiungimento da parte
degli studenti degli obiettivi specifici di apprendimento previsti
dalle Indicazioni nazionali di cui al presente decreto è oggetto di
valutazione periodica da parte dell’Istituto nazionale per la
valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione
(INVALSI).
 
Art. 6
 
 
1. L’Amministrazione, avvalendosi dei diversi soggetti
istituzionali e professionali, promuove, senza nuovi o maggiori oneri
a carico della finanza pubblica, azioni di formazione in servizio del
personale della scuola e attiva un sistema di monitoraggio che
consenta di raccogliere dati, osservazioni e suggerimenti di cui
tener conto nel processo di progressiva implementazione del
complessivo riordino dei licei.
 
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
 
Roma, 7 ottobre 2010
 
: Il Ministro dell’istruzione,
: dell’università e della ricerca
: Gelmini
 
Il Ministro dell’economia e delle finanze
: Tremonti
 
Registrato alla Corte dei conti il 29 novembre 2010
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 18, foglio n. 68
: Allegato A
 
 
Nota introduttiva alle Indicazioni nazionali
:riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento.
 
Le Indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento
per i licei rappresentano la declinazione disciplinare del Profilo
educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione dei
percorsi liceali. Il Profilo e le Indicazioni costituiscono, dunque,
l’intelaiatura sulla quale le istituzioni scolastiche disegnano il
proprio Piano dell’offerta formativa, i docenti costruiscono i propri
percorsi didattici e gli studenti sono messi in condizione di
raggiungere gli obiettivi di apprendimento e di maturare le
competenze proprie dell’istruzione liceale e delle sue articolazioni.
 
Il percorso
 
La redazione della prima bozza è stata il frutto di un lavoro svolto
da un gruppo tecnico coordinato da Max Bruschi e formato da Sergio
Belardinelli, Giorgio Bolondi, Paolo Ferratini, Gisella Lange’,
Andrea Ragazzini, Luca Serianni, Elena Ugolini e Nicola Vittorio, che
ha coinvolto nella stesura delle Indicazioni personalità del mondo
accademico, della cultura e della scuola. Successivamente la bozza e’
stata sottoposta, oltre che al parere del Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione, a una vasta consultazione attraverso la quale
sono stati raccolti pareri e suggerimenti di associazioni
professionali e disciplinari, sindacati, Forum dei genitori e degli
studenti, accademici, esperti, insegnanti, Forum dei genitori e degli
studenti e della pubblica opinione. Strumenti della consultazione
sono stati il sito "nuovilicei.it", dove le Indicazioni sono state
sottoposte, per un mese, a un libero dibattito; uno specifico
questionario, inviato a una pluralità di soggetti associativi e al
Coordinamento nazionale delle conferenze dei Presidi di Facoltà; gli
uffici scolastici regionali e molte istituzioni scolastiche sono
altresi’ intervenuti offrendo il loro contributo. Tutti i pareri sono
stati valutati dalla Commissione, costituita dal Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, on. Mariastella
Gelmini, che ha integrato il gruppo tecnico con Carlo Maria Bertoni,
Emanuele Beschi, Giovanni Biondi, Marco Bussetti, Giorgio Chiosso,
Mario Giacomo Dutto, Elio Franzini, Giorgio Israel, Silvia Kanizsa,
Nicoletta Maraschio, Elisabetta Mughini, Antonio Paolucci, Alessandro
Schiesaro, cui è stato demandato il compito di procedere alla
redazione definitiva.
 
Le Indicazioni nazionali e l’assolvimento dell’obbligo di istruzione
 
Si è scelto di orientare la stesura delle Indicazioni secondo un
modello scevro da tecnicismi inutili e accessibile all’intera
comunità scolastica. Per ogni disciplina sono state redatte delle
linee generali che comprendono una descrizione delle competenze
attese alla fine del percorso; seguono gli obiettivi specifici di
apprendimento articolati per nuclei disciplinari relativi a ciascun
biennio e al quinto anno. La scelta di evidenziare all’interno delle
linee generali di ogni disciplina le competenze attese e di redigere
obiettivi specifici di apprendimento in cui fossero uniti tutti gli
aspetti che entrano in gioco nell’acquisizione di quelle competenze
si colloca in continuità con le Indicazioni per il curricolo del
primo ciclo attualmente in vigore.
 
Tali obiettivi assumono ampiamente alla fine del primo biennio di
ciascun liceo quanto attualmente richiesto ai fini dell’assolvimento
dell’obbligo di istruzione(1).
 
I contenuti degli Assi culturali previsti dall’allegato al relativo
Decreto ministeriale, infatti, rappresentano un opportuno tentativo
di verticalizzazione del curriculum di studi (comprendendo peraltro
anche "conoscenze e abilita" da raggiungere già al termine del primo
ciclo di istruzione(2) secondo le relative Indicazioni vigenti)
finalizzato al raggiungimento di uno "zoccolo di saperi e competenze"
comune ai percorsi liceali, tecnici e professionali e ai percorsi
dell’istruzione e dell’istruzione e formazione professionale. Uno
"zoccolo comune", dunque, da integrare e declinare a seconda delle
specificità dei percorsi. Fermo restando quanto definito dalla norma
primaria in ordine all’elevamento dell’obbligo, sia pure nell’ambito
del più ampio assolvimento del "diritto-dovere all’istruzione e alla
formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento
di una qualifica entro il diciottesimo anno di eta"(3), occorre
sottolineare che si tratta di un provvedimento da aggiornare, nei
suoi allegati, al termine della revisione degli ordinamenti
scolastici(4) e delle relative Indicazioni.
 
E’ stato nel contempo compiuto un decisivo passo verso il superamento
della tradizionale configurazione "a canne d’organo" del secondo
ciclo dell’istruzione, attraverso un puntuale raccordo con le Linee
guida dell’Istruzione tecnica e professionale, che ha portato
all’individuazione di alcune discipline cardine (la lingua e
letteratura italiana, la lingua e cultura straniera, la matematica,
la storia, le scienze) e di alcuni nuclei comuni, relativi
soprattutto, ma non solo, al primo biennio, che pur nella doverosa
diversità di impostazione collegata allo "statuto" dei diversi
percorsi, trovano punti di identità e contatto al fine di garantire
il raggiungimento di alcune conoscenze e competenze comuni (anche al
fine di fornire a tutti gli strumenti culturali utili a esercitare la
propria cittadinanza, ad accedere all’istruzione superiore, a poter
continuare ad apprendere lungo l’intero arco della propria vita) e di
favorire l’eventuale riorientamento e passaggio da un percorso
all’altro ai fini della lotta alla dispersione scolastica e del
successo formativo. Passaggio che non è mai da considerarsi scontato
nella positività dei suoi esiti e che sarebbe errato impostare su
facili automatismi, destinati ad essere smentiti dalla realtà, ma
che risulta effettivamente possibile attraverso l’individuazione di
nuclei comuni di conoscenze e competenze da riutilizzare e arricchire
nel nuovo percorso intrapreso.
 
 
(1) Decreto 22 Agosto 2007 , n. 139, Regolamento recante norme in
materia di adempimento dell’obbligo di istruzione, ai sensi
dell’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006,n. 296 e
articolo 2 comma 4 del Regolamento dei licei: "Il primo biennio e’
finalizzato all’iniziale approfondimento e sviluppo delle conoscenze
e delle abilità e a una prima maturazione delle competenze
caratterizzanti le singole articolazioni del sistema liceale di cui
all’articolo 3 nonché all’assolvimento dell’obbligo di istruzione,
di cui al regolamento adottato con decreto del Ministro della
pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139. Le finalità del primo
biennio, volte a garantire il raggiungimento di una soglia
equivalente di conoscenze, abilità e competenze al termine
dell’obbligo di istruzione nell’intero sistema formativo, nella
salvaguardia dell’identità di ogni specifico percorso, sono
perseguite anche attraverso la verifica e l’eventuale integrazione
delle conoscenze, abilità e competenze raggiunte al termine del
primo ciclo di istruzione, utilizzando le modalità di cui
all’articolo 10, comma 4, del presente regolamento".
 
(2) Solo per fare alcuni esempi relativi all’asse dei linguaggi:
"Comprendere i punti principali di messaggi e annunci semplici e
chiari su argomenti di interesse personale, quotidiano, sociale o
professionale" - lingua straniera o l’uso dei dizionari o il
"comprendere il messaggio contenuto in un testo orale" sono obiettivi
che devono essere raggiunti già alla fine del primo ciclo di
istruzione.
 
(3) Legge 28 marzo 2003, n. 53, n. 53, articolo 2 comma c.
 
(4) Cosi’ il parere espresso dal Consiglio Nazionale della Pubblica
Istruzione nella sua adunanza del 26 giugno 2007 avente all’ordine
del giorno "Parere sullo schema di regolamento concernente
l’elevamento dell’obbligo di istruzione - articolo 1, comma 622,
della legge n. 296/06" che cita "i chiarimenti addotti dal Vice
Ministro on. Mariangela Bastico che, prima nell’audizione del 5
giugno u.s. e, successivamente, con una nota a sua firma, ha
precisato che ’il regolamento è adottato in via transitorià e che i
percorsi di studio ’non subiscono, in questa fase, alcun mutamento
ne’ negli ordinamenti, ne’ nei curricoli’".
 
Il rapporto tra il Profilo educativo culturale e professionale dello
studente e le Indicazioni nazionali Le Indicazioni nazionali sono
state calibrate tenendo conto delle strategie suggerite nelle sedi
europee ai fini della costruzione della "società della conoscenza",
dei quadri di riferimento delle indagini nazionali e internazionali e
dei loro risultati(5), stabilendo di volta in volta le possibili
connessioni interdisciplinari, elencando i nuclei fondamentali di
ciascuna disciplina e cercando di intervenire sulle lacune denunciate
dalle rilevazioni sugli apprendimenti nonché dalle rilevazioni sulle
conoscenze in ingresso delle matricole compiute dalle università e
sui livelli attesi, in ingresso, dalle istituzioni dell’Alta
formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Proprio a
quest’ultimo aspetto è stata dedicata una particolare cura, anche
attraverso il coinvolgimento delle conferenze dei Presidi delle
facoltà e di personalità del mondo accademico e culturale,
considerato che lo sbocco naturale (anche se non esclusivo) di uno
studente liceale è proprio negli studi superiori e che il
raggiungimento di una solida base di conoscenze e competenze, a
prescindere dal valore legale del titolo di studio, è requisito
indispensabile non solo per raggiungere le "competenze chiave di
cittadinanza", ma per avere la possibilità effettiva di proseguire
proficuamente il proprio percorso di istruzione. Tale impostazione,
del resto, emerge già nel Profilo educativo culturale e
professionale dello studente (allegato A al Regolamento dei licei),
che costituisce l’ideale e imprescindibile preambolo alle presenti
Indicazioni ed in cui sono recepite pienamente le Raccomandazioni di
Lisbona per l’apprendimento permanente e il Regolamento sull’obbligo
di istruzione. Il Profilo chiama innanzitutto in causa "il concorso e
la piena valorizzazione di tutti gli aspetti del lavoro scolastico:
lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e
critica; la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti
disciplinari; l’esercizio di lettura, analisi, traduzione di testi
letterari, filosofici, storici, scientifici, saggistici e di
interpretazione di opere d’arte; l’uso costante del laboratorio per
l’insegnamento delle discipline scientifiche; la pratica
dell’argomentazione e del confronto; la cura di una modalità
espositiva scritta ed orale corretta, pertinente, efficace e
personale; l’uso degli strumenti multimediali a supporto dello studio
e della ricerca". Si tratta di aspetti puntualmente richiamati nel
testo delle Indicazioni, che sottolineano, innovandoli, i capisaldi
della tradizione degli studi liceali. Il Profilo indica inoltre i
risultati di apprendimento comuni all’istruzione liceale, divisi
nelle cinque aree (metodologica (6); logico-argomentativa(7);
linguistica e comunicativa (8); storico umanistica(9); scientifica,
matematica e tecnologica(10)) e, infine, descrive i risultati
peculiari a ciascun percorso liceale. Si tratta in parte di risultati
"trasversali", cui concorrono le diverse discipline, che chiamano in
causa la capacità progettuale del corpo docente e costituiscono
l’ideale intelaiatura dei singoli Piani dell’Offerta Formativa.
 
Costituiscono dunque gli obiettivi fondamentali che le Istituzioni
scolastiche sono chiamate non solo a raggiungere, ma ad arricchire in
base alla propria storia, al collegamento col territorio, alle
proprie eccellenze e alle professionalità presenti nel corpo
docente, anche attraverso il pieno utilizzo degli strumenti previsti
dal Regolamento di revisione dell’assetto ordinamentale,
organizzativo e didattico dei licei: la quota dei piani di studio
rimessa alle singole istituzioni scolastiche; l’eventuale
costituzione dei dipartimenti e del comitato scientifico;
l’attivazione di attività e insegnamenti facoltativi; i percorsi
attivabili a partire dal secondo biennio "anche d’intesa con le
università, con le istituzioni dell’alta formazione artistica,
musicale e coreutica e con quelle ove si realizzano i percorsi di
istruzione e formazione tecnica superiore ed i percorsi degli
istituti tecnici superiori", finalizzati "all’approfondimento delle
conoscenze, delle abilità e delle competenze richieste per l’accesso
ai relativi corsi di studio e per l’inserimento nel mondo del
lavoro", approfondimento che può essere realizzato anche
"nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al
decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, nonché attraverso
l’attivazione di moduli e di iniziative di studio-lavoro per
progetti, di esperienze pratiche e di tirocinio" (11). Come recita
appunto il Profilo, sono "la progettazione delle istituzioni
scolastiche, attraverso il confronto tra le componenti della
comunità educante, il territorio, le reti formali e informali, che
trova il suo naturale sbocco nel Piano dell’offerta formativa; la
libertà dell’insegnante e la sua capacità di adottare metodologie
adeguate alle classi e ai singoli studenti" ad essere decisive "ai
fini del successo formativo".
 
 
(5) Si tratta delle rilevazioni OCSE PISA (competenze in lettura,
matamatica e scienze per i quindicenni); IEA TIMSS ADVANCED
(matematica e scienze all’ultimo anno delle superiori), INVALSI
(prova nazionale di italiano e di matematica nell’esame di stato al
termine del primo ciclo, rilevazioni degli apprendimenti in italiano
e matematica in II e V primaria).
 
(6) Aver acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile, che
consenta di condurre ricerche e approfondimenti personali e di
continuare in modo efficace i successivi studi superiori, naturale
prosecuzione dei percorsi liceali, e di potersi aggiornare lungo
l’intero arco della propria vita. Essere consapevoli della diversità
dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado
valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti.
 
Saper compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i
contenuti delle singole discipline.
 
(7) Saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare
criticamente le argomentazioni altrui. Acquisire l’abitudine a
ragionare con rigore logico, ad identificare i problemi e a
individuare possibili soluzioni. Essere in grado di leggere e
interpretare criticamente i contenuti delle diverse forme di
comunicazione.
 
(8) Padroneggiare pienamente la lingua italiana e in particolare:
dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti, da quelli elementari
(ortografia e morfologia) a quelli più avanzati (sintassi complessa,
precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e
specialistico), modulando tali competenze a seconda dei diversi
contesti e scopi comunicativi; saper leggere e comprendere testi
complessi di diversa natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature
di significato proprie di ciascuno di essi, in rapporto con la
tipologia e il relativo contesto storico e culturale; curare
l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti. Aver
acquisito, in una lingua straniera moderna, strutture, modalità e
competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del
Quadro Comune Europeo di Riferimento. Saper riconoscere i molteplici
rapporti e stabilire raffronti tra la lingua italiana e altre lingue
moderne e antiche. Saper utilizzare le tecnologie dell’informazione e
della comunicazione per studiare, fare ricerca, comunicare.
 
(9) Conoscere i presupposti culturali e la natura delle istituzioni
politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento
particolare all’Italia e all’Europa, e comprendere i diritti e i
doveri che caratterizzano l’essere cittadini. Conoscere, con
riferimento agli avvenimenti, ai contesti geografici e ai personaggi
più importanti, la storia d’Italia inserita nel contesto europeo e
internazionale, dall’antichità sino ai giorni nostri. Utilizzare
metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-ambiente, sintesi
regionale), concetti (territorio, regione, localizzazione, scala,
diffusione spaziale, mobilità, relazione, senso del luogo...) e
strumenti (carte geografiche, sistemi informativi geografici,
immagini, dati statistici, fonti soggettive) della geografia per la
lettura dei processi storici e per l’analisi della società
contemporanea. Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura e
della tradizione letteraria, artistica, filosofica, religiosa
italiana ed europea attraverso lo studio delle opere, degli autori e
delle correnti di pensiero più significativi e acquisire gli
strumenti necessari per confrontarli con altre tradizioni e culture.
 
Essere consapevoli del significato culturale del patrimonio
archeologico, architettonico e artistico italiano, della sua
importanza come fondamentale risorsa economica, della necessità di
preservarlo attraverso gli strumenti della tutela e della
conservazione. Collocare il pensiero scientifico, la storia delle sue
scoperte e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito piu’
vasto della storia delle idee. Saper fruire delle espressioni
creative delle arti e dei mezzi espressivi, compresi lo spettacolo,
la musica, le arti visive. Conoscere gli elementi essenziali e
distintivi della cultura e della civiltà dei paesi di cui si
studiano le lingue.
 
(10) Comprendere il linguaggio formale specifico della matematica,
saper utilizzare le procedure tipiche del pensiero matematico,
conoscere i contenuti fondamentali delle teorie che sono alla base
della descrizione matematica della realtà. Possedere i contenuti
fondamentali delle scienze fisiche e delle scienze naturali (chimica,
biologia, scienze della terra, astronomia), padroneggiandone le
procedure e i metodi di indagine propri, anche per potersi orientare
nel campo delle scienze applicate. Essere in grado di utilizzare
criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di
studio e di approfondimento; comprendere la valenza metodologica
dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei processi
complessi e nell’individuazione di procedimenti risolutivi.
 
(11) Schema di regolamento recante "Revisione dell’assetto
ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi
dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133", articolo 2, comma 7 e
articolo 10.
 
Obiettivi, competenze e autonomia didattica
 
L’articolazione delle Indicazioni per materie di studio mira ad
evidenziare come ciascuna disciplina - con i propri contenuti, le
proprie procedure euristiche, il proprio linguaggio - concorra ad
integrare un percorso di acquisizione di conoscenze e di competenze
molteplici, la cui consistenza e coerenza è garantita proprio dalla
salvaguardia degli statuti epistemici dei singoli domini
disciplinari, di contro alla tesi che l’individuazione, peraltro
sempre nomenclatoria, di astratte competenze trasversali possa
rendere irrilevanti i contenuti di apprendimento(12). I due paragrafi
su cui sono costruite le Indicazioni (competenze attese al termine
del percorso e obiettivi specifici in itinere finalizzati al loro
raggiungimento) chiariscono la relazione che deve correre tra
contenuti e competenze disciplinari.
 
Va da se’, naturalmente, che competenze di natura metacognitiva
(imparare ad apprendere), relazionale (sapere lavorare in gruppo) o
attitudinale (autonomia e creatività) non sono certo escluse dal
processo, ma ne costituiscono un esito indiretto, il cui
conseguimento dipende dalla qualità del processo stesso attuato
nelle istituzioni scolastiche.
 
Tale scelta è stata recentemente avvalorato dalla scheda per la
certificazione dell’assolvimento dell’obbligo (Decreto Ministeriale
n.9, 27 gennaio 2010), in cui si chiede di esprimere una valutazione
rispetto al livello raggiunto in 16 competenze di base articolate
secondo i 4 assi culturali, ma non sulle competenze di cittadinanza
(1. imparare ad imparare; 2. progettare; 3. comunicare; 4.
 
collaborare e partecipare; 5. agire in modo autonomo e responsabile;
6. risolvere i problemi; 7. individuare collegamenti e relazioni; 8.
 
acquisire ed interpretare l’informazione).
 
Ciò vale anche per due altri ambiti, sui quali appare opportuno
soffermarsi.
 
L’acquisizione delle competenze digitali, come peraltro sottolineato
dal Profilo e’, certo, tema sviluppato nel primo biennio di ciascun
percorso all’interno della disciplina Matematica. Ma e’, al contempo,
frutto del lavoro "sul campo" in tutte le discipline. L’utilizzo
delle TIC, infatti, è strumentale al miglioramento del lavoro in
classe e come supporto allo studio, alla verifica, alla ricerca, al
recupero e agli approfondimenti personali degli studenti.
 
L’acquisizione delle competenze relative a Cittadinanza e
Costituzione investe globalmente il percorso scolastico, su almeno
tre livelli. Innanzitutto, nell’ambito della Storia e della
Filosofia, lo studente è chiamato ad apprendere alcuni nuclei
fondamentali relativi all’intreccio tra le due discipline e il
diritto, anche nei percorsi che prevedono l’insegnamento di Diritto
ed Economia (cui, in questo caso, "Cittadinanza e Costituzione" e’
affidata). In secondo luogo, la vita stessa nell’ambiente scolastico
rappresenta, ai sensi della normativa vigente(13), un campo
privilegiato per esercitare diritti e doveri di cittadinanza. In
terzo luogo, è l’autonomia scolastica, nella ricchezza delle proprie
attività educative, ad adottare le strategie più consone al
raggiungimento degli obiettivi fissati dal Documento di
indirizzo(14).
 
Le Indicazioni sono altresi’ ancorate ai seguenti criteri
costitutivi.
 
1) L’esplicitazione dei nuclei fondanti e dei contenuti
imprescindibili. Intorno ad essi, il legislatore individua il
patrimonio culturale condiviso, il fondamento comune del sapere che
la scuola ha il compito di trasmettere alle nuove generazioni,
affinché lo possano padroneggiare e reinterpretare alla luce delle
sfide sempre nuove lanciate dalla contemporaneità, lasciando nel
contempo all’autonomia dei docenti e dei singoli istituti ampi
margini di integrazione e, tutta intera, la libertà di poter
progettare percorsi scolastici innovativi e di qualità, senza
imposizioni di metodi o di ricette didattiche. Ciò ha comportato la
rinuncia ai cataloghi onnicomprensivi ed enciclopedici dei
"programmi" tradizionali.
 
2) La rivendicazione di una unitarietà della conoscenza, senza
alcuna separazione tra "nozione" e sua traduzione in abilità, e la
conseguente rinuncia ad ogni tassonomia. Conoscere non è un processo
meccanico, implica la scoperta di qualcosa che entra nell’orizzonte
di senso della persona che "vede" , si "accorge", "prova",
"verifica", per capire. Non è (non è mai stata) la scuola del
nozionismo a poter essere considerata una buona scuola. Ma è la
scuola della conoscenza a fornire gli strumenti atti a consentire a
ciascun cittadino di munirsi della cassetta degli attrezzi e ad
offrirgli la possibilità di sceglierli e utilizzarli nella
realizzazione del proprio progetto di vita.
 
3) L’enfasi sulla necessità di costruire, attraverso il dialogo tra
le diverse discipline, un profilo coerente e unitario dei processi
culturali. Se progettare percorsi di effettiva intersezione tra le
materie sarà compito della programmazione collegiale dei
dipartimenti disciplinari e dei consigli di classe, le Indicazioni
sottolineano tuttavia i punti fondamentali di convergenza, i momenti
storici e i nodi concettuali che richiedono l’intervento congiunto di
più discipline per essere compresi nella loro reale portata.
 
4) La competenza linguistica nell’uso dell’italiano come
responsabilità condivisa e obiettivo trasversale comune a tutte le
discipline, senza esclusione alcuna. La padronanza dei lessici
specifici, la comprensione di testi a livello crescente di
complessità, la capacità di esprimersi ed argomentare in forma
corretta e in modo efficace sono infatti competenze che le
Indicazioni propongono come obiettivo di tutti.
 
5) La possibilità di essere periodicamente riviste e adattate, alla
luce dei monitoraggi e delle valutazioni effettuati secondo quanto
prescritto dall’articolo 12 del Regolamento dei Licei(15)
 
Le Indicazioni non dettano alcun modello didattico-pedagogico. Ciò
significa favorire la sperimentazione e lo scambio di esperienze
metodologiche, valorizzare il ruolo dei docenti e delle autonomie
scolastiche nella loro libera progettazione e negare diritto di
cittadinanza, in questo delicatissimo ambito, a qualunque tentativo
di prescrittivismo. La libertà del docente dunque si esplica non
solo nell’arricchimento di quanto previsto nelle Indicazioni, in
ragione dei percorsi che riterrà più proficuo mettere in
particolare rilievo e della specificità dei singoli indirizzi
liceali, ma nella scelta delle strategie e delle metodologie piu’
appropriate, la cui validità è testimoniata non dall’applicazione
di qualsivoglia procedura, ma dal successo educativo.
 
 
(12) La Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23
aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche
per l’apprendimento permanente, definisce la competenza quale
"Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità
personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di
studio e nello sviluppo professionale e personale".
 
(13) articolo 7 comma 1 del Schema di regolamento concernente
"Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e
ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2
e 3 del decreto legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito con
modificazioni dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169", in particolare
l’articolo 7 comma 1: "La valutazione del comportamento degli alunni
nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, di cui
all’articolo 2 del decreto legge, si propone di favorire
l’acquisizione di una coscienza civile basata sulla consapevolezza
che la libertà personale si realizza nell’adempimento dei propri
doveri, nella conoscenza e nell’esercizio dei propri diritti, nel
rispetto dei diritti altrui e delle regole che governano la
convivenza civile in generale e la vita scolastica in particolare.
 
Dette regole si ispirano ai principi di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 e successive modificazioni"
Appunto il decreto 249/1998, lo Statuto delle studentesse e degli
studenti della scuola secondaria, agli articoli 1 (Vita della
comunità scolastica), 2 (Diritti), 3 (Doveri) e Art. 5-bis (Patto
educativo di corresponsabilità) costituisce un’utile riferimento al
fine non solo dell’esercizio della cittadinanza all’interno delle
istituzioni scolastiche, ma alla maturazione dello studente.
 
(14) Cosi’ stabilisce il Documento di indirizzo per la
sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione,
emanato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca Mariastella Gelmini il 4 marzo del 2009.
 
(15) Schema di regolamento recante "Revisione dell’assetto
ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi
dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133", " articolo 12
(Monitoraggio e valutazione di sistema): 1. I percorsi dei licei sono
oggetto di costante monitoraggio e valutazione. A tal fine, il
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca può
avvalersi dell’assistenza tecnica dell’Agenzia nazionale per lo
sviluppo dell’autonomia scolastica (ANSAS) e dell’Istituto nazionale
di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione
(INVALSI). 2. Il profilo educativo, culturale e professionale dello
studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di
istruzione e di formazione per il sistema dei licei nonché le
Indicazioni di cui all’articolo 13, comma 10, lettera a) sono
aggiornati periodicamente in relazione agli sviluppi culturali
emergenti nonché alle esigenze espresse dalle università, dalle
istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e
dal mondo del lavoro e delle professioni. 3. Il raggiungimento, da
parte degli studenti, degli obiettivi specifici di apprendimento
previsti dalle Indicazioni nazionali di cui all’articolo 13, comma
10, lettera a) è oggetto di valutazione periodica da parte
dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e di formazione (INVALSI). Lo stesso Istituto cura la
pubblicazione degli esiti della valutazione. Il Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca ogni tre anni
presenta al Parlamento un rapporto avente ad oggetto i risultati del
monitoraggio e della valutazione".