Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?: differenze tra le versioni

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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100101%|data=10 maggio 2013|arg=Da definire}} {{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Immanuel Kant
| Titolo = Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?
| Iniziale del titolo = R
| Anno di pubblicazione = 1784
| Lingua originale del testo = tedesco
| Nome e cognome del traduttore = Maria Chiara Pievatolo/Francesca Di Donato
| Anno di traduzione = 2011
| Progetto =
| Argomento = filosofia
| URL della versione cartacea a fronte =
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<nowiki>[</nowiki>[http://korpora.org/Kant/aa08/035.html 035]]''L'illuminismo è l'uscita dell'essere umano <ref name="ftn7">Il tedesco ''Mensch'', come il greco ''anthropos'' designa l'uomo indipendentemente dal suo sesso. Nella lingua italiana non esiste un termine equivalente; l'uso "uomini e donne" avrebbe recato il marchio dell'affettazione di una ''political correctness''<nowiki> del tutto fuori luogo in un testo settecentesco. Si è pertanto preferito ricorrere alla perifrasi "essere umano" in tutti i casi in cui è stato possibile farlo senza appesantimenti. [Nota di Maria Chiara Pievatolo]</nowiki></ref> dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole''. ''Minorità'' è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza<ref name="ftn6">Il termine ''Verstand'' nella ''Critica della ragion pura'' ha il senso, tecnico, di intelletto; la traduzione di ''Verstand''<nowiki> con intelligenza risulta tuttavia più efficace; perciò, la traduttrice ha optato nel testo per la seconda traduzione, visto anche che in questo contesto Kant non fa riferimento all'intelletto e alle categorie, in senso tecnico. [Nota di Francesca Di Donato] Un argomento a favore di questa versione viene offerto anche da G. Marini, </nowiki>''[http://archiviomarini.sp.unipi.it/101/ La filosofia cosmopolitica di Kant]''<nowiki>, Roma-Bari, Laterza, p. 14. [Aggiunta di Maria Chiara Pievatolo]</nowiki></ref> senza la guida di un altro. ''Colpevole'' è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. ''Sapere aude!''<ref name="ftn5"> È una citazione della lettera a Lollio Massimo di [http://www.progettovidio.it/orazio.asp Orazio] (''Epistulae'', [http://www.thelatinlibrary.com/horace/epist1.shtml I, 2, 40]<nowiki>): «nam cur / quae laedunt oculos festinas demere, si quid/ est animum, differs curandi tempus in annum?/ dimidium facti qui coepit habet: sapere aude:/ incipe.» (Perché, se qualcosa ti dà noia / all'occhio, sei sollecito a rimuoverla/ e d'anno in anno rimandi la cura/ del male interno che ti rode l'animo? Cominciare significa aver fatto/ metà dell'opera; osa conoscere; comincia”, trad. it. di E. Cetrangolo, Sansoni 1968, con alcune correzioni). [Nota di Francesca Di Donato]</nowiki></ref> Abbi il coraggio di servirti della tua ''propria'' intelligenza! Questo dunque è il motto dell'illuminismo.
 
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Ma solo chi, illuminato egli stesso, non teme le ombre e dispone, al contempo, di un esercito numeroso e ben disciplinato a garanzia della pubblica pace, può affermare quello che invece una repubblica non può arrischiarsi a dire: ''ragionate quanto volete e su tutto ciò che volete; solamente obbedite!'' Così si mostra uno strano e inatteso andamento delle cose umane; come del resto anche in altri casi, a considerare questo andamento in grande, quasi tutto in esso sembra paradossale. Un maggiore grado di libertà civile sembra vantaggioso per la libertà dello ''spirito'' del popolo, e tuttavia pone a essa barriere invalicabili; un grado minore di libertà civile, al contrario, offre allo spirito lo spazio per svilupparsi secondo tutte le sue capacità. Quando dunque la natura abbia sviluppato sotto questo duro involucro il seme di cui essa si prende la più tenera cura, e cioè la tendenza e vocazione al ''libero pensiero'': allora questo agisce a sua volta gradualmente sul modo di sentire del popolo (attraverso
la qual cosa questo diventerà più e più capace della ''libertà di agire''), e alla fine addirittura sui princípi del ''governo''<nowiki>,[</nowiki>[http://korpora.org/Kant/aa08/042.html 042]] il quale trova vantaggioso per sé trattare l'uomo, che ormai è ''più che una macchina'',<ref name="ftn2">Questa espressione può essere interpretata come una critica al meccanicismo materialista teorizzato da La Mettrie nel suo celebre ''[http://fr.wikisource.org/wiki/L%27Homme_Machine L'Homme Machine]'' (1747). [Nota di Maria Chiara Pievatolo)</ref> in conformità alla sua dignità<ref name="ftn1">Nelle ''Notizie settimanali'' di Büsching dello scorso 13 settembre leggo oggi, il 30 dello stesso, la segnalazione della ''Berlinische Monatsschrift'' di questo mese, in cui viene presentata la risposta del signor Mendelssohn alla medesima domanda. Non l'ho ancora avuta tra le mani; altrimenti avrebbe trattenuto la presente, che ora sta lì solo come prova di quanto il caso possa portare ad avere l'identica idea. [Si tratta della rivista del teologo, storico, geografo e pubblicista [http://de.wikipedia.org/wiki/Anton_Friedrich_Büsching Anton Friedrich Büsching] ''[http://de.wikisource.org/wiki/Anton_Friedrich_Büsching#W.C3.B6chentliche_Nachrichten_von_neuen_Landcharten.2C_geographischen.2C_statistischen_und_historischen_B.C3.BCchern_und_Schriften_.281773-1787.29 Wöchentliche Nachrichten von neuen Landcharten, geographischen, statistischen und historischen Büchern und Schriften]'' (Nota di Maria Chiara Pievatolo)].</ref>
 
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{{Sezione note}}