Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/137: differenze tra le versioni

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<noinclude>vile </noinclude>usanza introdotta ugualmente dagli Etruschi, e che basterebbe sola a confermare quanto si fosse vetusta l’instituzione politica della gente. {{§|77|&nbsp;}}La guerriera Todi presso al Tevere<ref>[[File:Tutere.svg|70px]] ''Tutere'': nelle medaglie ''Et Gradivicolam celso de colle Tudertem''. {{Sc|Sil. iv.}} 222. ἐυρκὴς πόλις {{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strabo}}}}, v. p. 127: giusta l’emendamento di {{Sc|Du Theil}}; versione franc. {{Sc|t. ii.}} p. 178</ref>, Gubbio<ref>[[File:Umbrian ikuvins.svg|70px]] ''Ikuvini'' nelle medaglie</ref> e Nocera appiè dell’Appennino; Nequino in sulla Nera<ref>''Nar:'' così detto per le sue acque sulfuree con vocabolo dei Sabini, tra i quali nasceva. {{Sc|{{AutoreCitato|Servio Mario Onorato|Serv.}} vii.}} 517.</ref> fortissima di sito; Mevania ricinta di belle mura; Interamna, Sarsina, Sentino, ed altre molte; sono del pari tanti monumenti della forza e dello stato civile cui s’avanzarono successivamente gli Umbri per continovati progressi di cittadinanza. Ma quando per l’innanzi correan secoli fortemente agitati dalle passioni di popoli ancor semibarbari, e non mai ben fermi, forza e ambizion di preminenza davano a’ più potenti 1’una il desiderio, l’altra l’ardire d’opprimere i men forti. In fatti gli Umbri, nemici cotidiani de’ Sabini, gli posero alle volte in gravissime angustie<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strabo}} v.}} p. 172.</ref>. Altre violenze
<noinclude>vile </noinclude>usanza introdotta ugualmente dagli Etruschi, e che basterebbe sola a confermare quanto si fosse vetusta l’instituzione politica della gente. {{§|77|&nbsp;}}La guerriera Todi presso al Tevere<ref>[[File:Tutere.svg|70px]] ''Tutere'': nelle medaglie ''Et Gradivicolam celso de colle Tudertem''. {{Sc|Sil. iv.}} 222. ἐυρκὴς πόλις {{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strabo}}}}, v. p. 127: giusta l’emendamento di {{Sc|Du Theil}}; versione franc. {{Sc|t. ii.}} p. 178</ref>; Gubbio<ref>[[File:Umbrian ikuvins.svg|70px]] ''Ikuvini'' nelle medaglie</ref> e Nocera appiè dell’Appennino; Nequino in sulla Nera<ref>''Nar:'' così detto per le sue acque sulfuree con vocabolo dei Sabini, tra i quali nasceva. {{Sc|{{AutoreCitato|Servio Mario Onorato|Serv.}} vii.}} 517.</ref> fortissima di sito; Mevania ricinta di belle mura; Interamna, Sarsina, Sentino, ed altre molte; sono del pari tanti monumenti della forza e dello stato civile cui s’avanzarono successivamente gli Umbri per continovati progressi di cittadinanza. Ma quando per l’innanzi correan secoli fortemente agitati dalle passioni di popoli ancor semibarbari, e non mai ben fermi, forza e ambizion di preminenza davano a’ più potenti 1’una il desiderio, l’altra l’ardire d’opprimere i men forti. In fatti gli Umbri, nemici cotidiani de’ Sabini, gli posero alle volte in gravissime angustie<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strabo}} v.}} p. 172.</ref>. Altre violenze
porgevano ugual cagione ad altre tribù di spessi turbamenti e movimenti varj della fortuna. Laonde non sì tosto gli Umbri stessi, inondato gran spazio dell’Italia centrale, s’avanzarono vittoriosi fin presso all’Arno, e vi si posero a dimora; qui trovarono per
porgevano ugual cagione ad altre tribù di spessi turbamenti e movimenti varj della fortuna. Laonde non sì tosto gli Umbri stessi, inondato gran spazio dell’Italia centrale, s’avanzarono vittoriosi fin presso all’Arno, e vi si posero a dimora; qui trovarono per