Pagina:Manzoni.djvu/55: differenze tra le versioni

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{{Pt|dicenne,|quindicenne,}} {{TestoCitato|Del trionfo della libertà|''Trionfo della libertà''}}, ammirando più che altro la gloria di colui che chiamavano allora il Dante ringentilito, egli aveva glorificato e difeso contro i suoi detrattori il suo maestro {{AutoreCitato|Vincenzo Monti}}. Questo magnifico ed enfatico elogio del Monti fatto dal giovinetto Manzoni merita di venir riscontrato col famoso iperbolico epigramma, col quale ei lo piangeva morto, dopo ventott’anni:
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{{Blocco centrato}}<poem> Salve, o Divino, cui largì natura
{{Blocco centrato}}<poem> Salve, o Divino, cui largì natura
Il cor di Dante e del suo Duca il canto;
Il cor di Dante e del suo Duca il canto;