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==__MATCH__:[[Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/202]]==
''Belisario occupa Tudera e Clusio. — Posizione di Ancona. Imprudenza di Conone. Strage degli imperiali. — Venuta in Italia dell’ eunuco Narsete.''
I. Verso l’estivo solstizio Belisario marciò contro Vitige e l’ esercito de’ Gotti conducendo seco tutte le truppe, delle poche all’infuori cui venne affidata la custodia di Roma. Ora spedite innanzi a Tudera e Clusio alcune coorti, che avrebbe egli stesso di poi raggiunte per assediarvi unitamente i barbari, ordinava loro di costruire intanto gli steccati. Se non che quelli, avutane la notizia, gli inviarono prima di por mano alla tromba ed alle armi ambasciadori di pace colla promessa di arrendere sé stessi, purché avessero salva lor vita, insieme colle due città; ed al primo comparir di lui tennero la data parola. Il romano duce pertanto fe’ comando a tutti i Gotti ivi a stanza di trasferirsi in Napoli e nella Sicilia, e presidiato Tudera e Clusio procedé colle sue truppe. In questo mezzo Vitige impose all’ altro esercito diretto ad Aussimo e capitanato da Uachimo di unirsi ai Gotti colà di guernigione, per quindi
II. Giace Ancona su di rupe angolare e somigliantissima ad un piegato cubito, donde ebbe il nome <ref>(i) Da [parola in greco], cubito, o piegatura del braccio.</ref>; é distante non più di stadj ottanta da Aussimo città, della quale é porto. Le opere del suo castello, anch’ esse erette sopra una rupe, hanno solidità e sicurezza, ma le fabbriche al di fuori, quantunque moltissime, non erano sino ab antico circondate da muro. Conone comandante del presidio appena ricevuta la notizia della venuta di Uachimo, ned essere lontano, diede gran pruova di sconsideratezza; imperciocché fittosi in capo fosse ben poco il procacciare la conservazione del castello, di quegli abitatori e del presidio, lasciollo quasiché spoglio di truppe, condottane la massima parte alla distanza di cinque stadj, e postala in ordine di battaglia con uno schieramento non profondo ma largo per guisa da circondare tutto il pié del monte, come sarebbe il caso d’ una partita di caccia colla lungagnola. Costoro non appena veduto il nemico assai maggiore di numero voltaron le spalle, e con precipitoso corso camparono entro la rocca. I barbari incalzano quanti erano tuttavia per istrada, e vanno qua e là uccidendoli; altri di essi appoggiate le scale alle mura tentanne
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