Pagina:Canti (Leopardi - Donati).djvu/169: differenze tra le versioni

 
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 12: Riga 12:
Dove quel «forse», che oggi non si potrebbe dire, fu sommamente poetico; perché dava facoltá al lettore di rappresentarsi quella gente sconosciuta a suo modo, o di averla in tutto per favolosa: donde si deve credere che, leggendo questi versi, nascessero di quelle concezioni vaghe e indeterminate, che sono effetto principalissimo ed essenziale delle bellezze poetiche, anzi di tutte le bellezze del mondo.<section end="3" />
Dove quel «forse», che oggi non si potrebbe dire, fu sommamente poetico; perché dava facoltá al lettore di rappresentarsi quella gente sconosciuta a suo modo, o di averla in tutto per favolosa: donde si deve credere che, leggendo questi versi, nascessero di quelle concezioni vaghe e indeterminate, che sono effetto principalissimo ed essenziale delle bellezze poetiche, anzi di tutte le bellezze del mondo.<section end="3" />


<section begin="4" />III, v. 132. — Di qui alla fine della stanza si ha riguardo alla congiuntura della morte del {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}, accaduta in tempo che erano per incoronarlo poeta in Campidoglio.<section end="4" />
III, v. 132. — <section begin="4" />Di qui alla fine della stanza si ha riguardo alla congiuntura della morte del {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}, accaduta in tempo che erano per incoronarlo poeta in Campidoglio.<section end="4" />


<section begin="5" />VI, v. {{Sc|i}}. — Si usa qui la licenza, usata da diversi autori antichi, di attribuire alla Tracia la cittá e la battaglia di Filippi, che veramente furono nella Macedonia. Similmente nel nono canto si séguita la tradizione volgare intorno agli amori infelici di {{AutoreCitato|Saffo}} poetessa, benché il Visconti ed altri critici moderni distinguano due Saffo; l’una famosa per la sua lira, e l’altra per l’amore sfortunato di Faone; quella contemporanea d’{{AutoreCitato|Alceo}}, e questa piú moderna.<section end="5" />
VI, v. {{Sc|i}}. — <section begin="5" />Si usa qui la licenza, usata da diversi autori antichi, di attribuire alla Tracia la cittá e la battaglia di Filippi, che veramente furono nella Macedonia. Similmente nel nono canto si séguita la tradizione volgare intorno agli amori infelici di {{AutoreCitato|Saffo}} poetessa, benché il Visconti ed altri critici moderni distinguano due Saffo; l’una famosa per la sua lira, e l’altra per l’amore sfortunato di Faone; quella contemporanea d’{{AutoreCitato|Alceo}}, e questa piú moderna.<section end="5" />


<section begin="6" />VII, v. 29. — La stanchezza, il riposo e il silenzio, che regnano nelle cittá, e piú nelle campagne, sull’ora del mezzogiorno, rendettero quell’ora agli antichi misteriosa e secreta come quella della notte: onde fu creduto che sul mezzodí piú specialmente si facessero vedere o sentire gli dèi, le ninfe, i silvani, i fauni e le<section end="6" />
VII, v. 29. — <section begin="6" />La stanchezza, il riposo e il silenzio, che regnano nelle cittá, e piú nelle campagne, sull’ora del mezzogiorno, rendettero quell’ora agli antichi misteriosa e secreta come quella della notte: onde fu creduto che sul mezzodí piú specialmente si facessero vedere o sentire gli dèi, le ninfe, i silvani, i fauni e le<section end="6" />