Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/251: differenze tra le versioni

Cinzia sozi (discussione | contributi)
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|881}}-->gli ebrei conservano, e con ragione e congruenza, questa opinione, che non sia peccato l’ingannare o far male comunque all’esterno, che chiamano, e specialmente il cristiano, ''Goi'' ({{x-larger|'''גוי'''}}) <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|882}} ossia ''gentile'' e che presso loro suona lo stesso che ai greci ''barbaro'' (vedi il {{AutoreCitato|Antonio Zanolini|Zanolini}}, il quale dice che, nel plurale però si deve intendere, chiamano oggi i Cristiani {{x-larger|'''גוים'''}} ''Gojim''), riputando peccato solamente il far male a’ loro nazionali.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|881}}-->gli ebrei conservano, e con ragione e congruenza, questa opinione, che non sia peccato l’ingannare o far male comunque all’esterno, che chiamano, e specialmente il cristiano, ''Goi'' ({{x-larger|'''גוי'''}}) <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|882}} ossia ''gentile'' e che presso loro suona lo stesso che ai greci ''barbaro'' (vedi il {{AutoreCitato|Antonio Zanolini|Zanolini}}, il quale dice che, nel plurale però si deve intendere, chiamano oggi i cristiani {{x-larger|'''גוים'''}} ''Gojim''), riputando peccato solamente il far male a’ loro nazionali.


E con queste osservazioni si deve spiegare una cosa che può far maraviglia nella ''Ciropedia'', dove {{AutoreCitato|Senofonte|Senofonte}} vuol dare certamente il modello del buon re, piuttosto che un’esatta istoria di Ciro. E nondimeno questo buon re, dopo conquistato l’impero assirio, diventa modello e maestro della piú fina, fredda, e cupa tirannide. Ma bisogna notare che questo è verso gli assiri, laddove verso i suoi persiani Senofonte lo fa sempre umanissimo e liberalissimo. Ma egli stima che sia tanto da buon re l’opprimere lo straniero e l’assicurarsi in tutti i modi della sua soggezione, come il conservare una giusta libertà a’ nazionali. Senza la qual distinzione e osservazione, si potrebbe quasi confondere Senofonte con {{AutoreCitato|Niccolò Machiavelli|Machiavello}}, e prendere un grosso abbaglio intorno alla sua vera intenzione e all’idea ch’egli ebbe del buon principe. Nel qual proposito osserverò che la regola e il metodo di Ciro (o di Senofonte) di preferire in tutto e per tutto i persiani ai nuovi sudditi e dichiarare per tutti i versi quella <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|883}} nazion dominante e queste soggette e dipendenti, non fu seguito da Alessandro, il quale anzi, a costo d’inimicarsi i Macedoni, pare che tra’ suoi sudditi di qualunque nazione volesse stabilire una perfetta uguaglianza e quasi preferir fino i conquistati adottando le vesti e le usanze loro. Il suo scopo fu certo quello di conservarli piuttosto coll’amore che col timore e colla forza: e non li stimò schiavi, secondo il costume di quei tempi, ma sudditi. E quanto<section end=3 />
E con queste osservazioni si deve spiegare una cosa che può far maraviglia nella ''Ciropedia'', dove {{AutoreCitato|Senofonte|Senofonte}} vuol dare certamente il modello del buon re, piuttosto che un’esatta istoria di Ciro. E nondimeno questo buon re, dopo conquistato l’impero assirio, diventa modello e maestro della piú fina, fredda, e cupa tirannide. Ma bisogna notare che questo è verso gli assiri, laddove verso i suoi persiani Senofonte lo fa sempre umanissimo e liberalissimo. Ma egli stima che sia tanto da buon re l’opprimere lo straniero e l’assicurarsi in tutti i modi della sua soggezione, come il conservare una giusta libertà a’ nazionali. Senza la qual distinzione e osservazione, si potrebbe quasi confondere Senofonte con {{AutoreCitato|Niccolò Machiavelli|Machiavello}}, e prendere un grosso abbaglio intorno alla sua vera intenzione e all’idea ch’egli ebbe del buon principe. Nel qual proposito osserverò che la regola e il metodo di Ciro (o di Senofonte) di preferire in tutto e per tutto i persiani ai nuovi sudditi e dichiarare per tutti i versi quella <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|883}} nazion dominante e queste soggette e dipendenti, non fu seguito da Alessandro, il quale anzi, a costo d’inimicarsi i Macedoni, pare che tra’ suoi sudditi di qualunque nazione volesse stabilire una perfetta uguaglianza e quasi preferir fino i conquistati adottando le vesti e le usanze loro. Il suo scopo fu certo quello di conservarli piuttosto coll’amore che col timore e colla forza: e non li stimò schiavi, secondo il costume di quei tempi, ma sudditi. E quanto<section end=3 />