Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/406: differenze tra le versioni
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1084}}-->{{Pt|''voluzione''|''Rivoluzione''}}''di Spagna'', lib. IX. Ma il Mariana mi par citato a questo proposito dalla march. Lambert, ''Réflexions nouvelles sur les femmes''). E cosí di tante altre opinioni e pregiudizi sociali, ma nobili, dolci e felici ec. che ora non si ardisce di porre in ridicolo, com’era moda in quei tempi; un certo maggiore rispetto alla religione de’ nostri avi ec. ec. Cose tutte che dimostrano un certo ravvicinamento del mondo alla natura ed alle opinioni e sentimenti naturali, ed alcuni passi fatti indietro, sebbene languidamente, e per miseri e non vitali, anzi mortiferi principii, cioè il progresso della ragione, della filosofia, de’ lumi (24 maggio 1821). |
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{{ZbPensiero|1084/2}} Una delle prove evidenti e giornaliere che il bello non sia assoluto ma relativo, è l’essere da tutti riconosciuto che la bellezza non si può dimostrare |
{{ZbPensiero|1084/2}} Una delle prove evidenti e giornaliere che il bello non sia assoluto ma relativo, è l’essere da tutti riconosciuto che la bellezza non si può dimostrare <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1085}} a chi non la vede o sente da se, e che nel giudicare della bellezza differiscono, non solo i tempi da’ tempi e le nazioni dalle nazioni, ma gli stessi contemporanei e concittadini, gli stessi compagni differiscono sovente da’ compagni, giudicando bello quello che a’ compagni par brutto, e viceversa. E convenendo tutti che non si può convincere alcuno in materia di bellezza, vengono insomma a convenire che nessuno de’ due che discordano nell’opinione può pretendere di aver piú ragione dell’altro, quando anche dall’una parte stieno cento o mille e dall’altra un solo. Tutto ciò avviene sí nelle cose che cadono sotto i sensi, e queste o naturali o, massimamente, artificiali, sí nella letteratura ec. ec. Vedi a questo proposito il P. Cesari, ''Discorso ai lettori'', premesso al libro ''De ratione regendae provinciae, Epistola {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|M. T. Cic.}} ad Q. Fratrem, cum adnott. et italica interpretat. Jacobi Facciolati; accedit nuper eiusdem interpretatio A. C. '' Verona, Ramanzini. Ovvero lo ''Spettatore'' di Milano, quaderno 75, p. 177, dove è riportato il passo<section end=2 /> |