Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/179: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Correzione pagina via bot (from toolserver) |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 3: | Riga 3: | ||
;Plutone: Venite dentro. ò Dionisio. |
;Plutone: Venite dentro. ò Dionisio. |
||
;Dionisio: Perche? |
;Dionisio: Perche? |
||
;Plutone: Acio |
;Plutone: Acio ch’io vi riceva ne lo hospitio, nanti che vi partite. |
||
;Dionisio: Ben dici per Giove, e non mi doglio di questo. |
;Dionisio: Ben dici per Giove, e non mi doglio di questo. |
||
;Coro: E cosa beata |
;Coro: E cosa beata l’huomo che hà la prudenza diligentemente ripensata: appresso il molto imparare. costui parendo saper bene, un’altra volta ritorna à casa in gran bene à li citadini, in bene di se medesimo ritorna à li parenti e amici, per essere sapiente. è cosa grata non presso à Socrate parlare, gettar via la musica, e dimettere le cose grandissime de l’arte Tragica. Poi è cosa di pazzo far veloce il studio ne li parlari austeri e futtili di zancie. |
||
;Plutone: Hor su alegrati hormai ò {{AutoreCitato|Eschilo|Eschilo}} che |
;Plutone: Hor su alegrati hormai ò {{AutoreCitato|Eschilo|Eschilo}} che n’anderai, ma conserva la citade nostra con buone sententie e openioni, e ammaestra gli ignoranti, che sono assai. e porta questo à Cleofonte, et à i sumministratori Mirmeco e Nicomaco, e questo ad Archenomo: e digli che presto venghino à me, e non tardino, e se non veneranno presto per Apolline li batterò, e ligarò con adimante di Leucolofo e à terra prestamente li manderò |
||
;Eschilo: Farò ogni cosa: e tu darai la sede mia à {{AutoreCitato|Sofocle|Sofocle}} <includeonly>da servare, e salvare se mai piu venero quà, imperoche io me lo giudico di sapientia fecondo: ma arricordatevi che quello |
;Eschilo: Farò ogni cosa: e tu darai la sede mia à {{AutoreCitato|Sofocle|Sofocle}} <includeonly>da servare, e salvare se mai piu venero quà, imperoche io me lo giudico di sapientia fecondo: ma arricordatevi che quello mal’huomo, mendace, e forfante, mai sedi ne la sede e luogo mio, n’anche contra sua volontade.</includeonly> |