Agricoltura biologica: le fondamenta nella scienza, o le radici nella superstizione?: differenze tra le versioni

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Tra sette e tribù dei cultori di un’agricoltura alternativa a quella nata dalla scienza moderna una menzione particolare impone quella i cui adepti professano il credo predicato da [[w:Rudolf Steiner|Rudolf Steiner]], il dotto tedesco che si proclamò fondatore di una filosofia nuova, che definì “antroposofia”, che la materia dell’innumerabile messe di opuscoli e saggi del vate impone di includere nell’antico, inesauribile fiume della letteratura occultistica, teosofica, magica e cabalistica, un genere che dall’inizio dell’arte della stampa ha ricolmato intere biblioteche, e le tasche di stampatori e librai.
 
Nel proprio lucido, arguto volume sui fondatori delle più stravaganti dottrine pseudoscientifiche degli ultimi cento anni Martin Gardner, matematico e storico della scienza, ha tracciato un profilo di straordinaria penetrazione dell’alfiere di una nuova dottrina scientifica, della logica delle sue elucubrazioni, della premura di circondarsi di una scuola che è insieme setta religiosa e azienda editoriale, impegnata a sfruttare la credulità di quanti siano sedotti da un’idea che annulli le nozioni accumulate dalla conoscenza umana dal tempo di {{AutoreCitato|Eraclito|Eraclito}}. Integra il profilo l’immancabile proclama del profeta della nuova dottrina di essere perseguitato dalla scienza accademica, che lo escluderebbe, per invidia, dai propri ranghi. L’esclusione pare accendere l’estro del genio incompreso, che si rimette al giudizio dei posteri, che non potranno che rigettare le conoscenze accumulate da {{AutoreCitato|Ruggero Bacone|Bacone}} a {{AutoreCitato|Boyle}}, da {{AutoreCitato|Pasteur}} ad {{AutoreCitato|Albert Einstein|Einstein}}, per professare la dottrina enunciata dal maestro ignorato dai contemporanei.
 
Del fondatore di una dottrina e della setta che la professi descritto da Gardner, Steiner è rappresentante emblematico: sorprende, quindi, che lo studioso americano non lo abbia incluso nel proprio elenco di geni scientifici incompresi. L’omissione appare tanto più singolare siccome Gardner sottolinea il ruolo storico, tra i padri della pseudoscienza, di Wolfgang Goethe, poeta sommo, autore di una teoria dei colori frutto di elucubrazioni prive del supporto di qualsiasi indagine sperimentale, come rileva il pullulare di teorie pseudoscientifiche che precedette e accompagnò, in Germania, il trionfo del Nazismo, i cui gerarchi, Adolf Hitler per primo, professavano dottrine antropologiche aberranti, le dottrine “scientifiche” che portarono alle camere a gas, che più di uno dei gregari componeva alla familiarità con pratiche occulte, numerosi ai più inverosimili regimi vegetariani, motivati da incredibili elucubrazioni biologiche. Fu in quel clima che Steiner enunciò la propria dottrina, che proclamò costituire il completamento dell’opera scientifica di Goethe, e fu nella temperie pseudoscientifica in cui prosperarono i germogli della futura vertigine nazista che il veggente germanico raccolse i propri seguaci e dettò quel prontuario per una nuova agricoltura, l’agricoltura “biodinamica”, che ne avrebbe fatto, dimenticate le opere sull’iniziazione spiritica e gli incontri con Satana, il maestro di una delle più colorite tra le dottrine agricole “alternative”.