Per lo spiritismo/XXVII: differenze tra le versioni
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Se i morti potessero tornare, tornerebbero tutti o quasi tutti; perchè quasi tutti morendo si lasciano dietro una famiglia, degli amici, dei nemici, degli interessi d’ogni sorta. Un argomento dei più forti (se non logicamente, almeno psicologicamente), contro lo spiritismo, e di quelli che ho udito più volte, è questo: io so che mio padre (o mia madre, ecc., secondo i casi), non mi ha mai dato segno di vita. Già Sant’Agostino (''de cura gerenda pro mortuis'', c. 13) diceva che, se i morti potessero visitare i viventi, certo sua madre Monica avrebbe visitato lui.
Se i morti potessero tornare, tornerebbero almeno quelli che hanno promesso. E invece Baranzon, che avea promesso di tornare a La Motte le Vayer (l’amico di Montaigne), non si fece più vivo. E Osborne, che avea promesso a {{
Gli spiritisti rispondono che le comunicazioni sono difficili fra i due mondi, che ci vuole un medio. Ma perchè mai ci vorrà un medio? perchè i morti non possono fare da sè? e perchè non siamo tutti medii?
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Gli atti dei ''revenants'', che appaiono nelle case in cui ci si sente (''maisons hantées, haunted houses''), sembrano spesso prodotti, dice il Myers, da ''sogni incoerenti''. Il lanciar oggetti materiali, la balistica a cui si esercitano, non è da esseri intelligenti. Il comunicare per mezzo dei picchi d’un tavolino sembra addirittura ridicolo. Le comunicazioni, specie quelle per mezzo dei tavolini, sono oscure, scarse, monche, frammentarie. E quello che si capisce non è degno di spiriti; è generalmente al disotto del livello medio dell’ingegno umano. Il Wundt, tornando da una seduta spiritica, diceva che i defunti gli parevano degenerati. Quando le loro risposte non sono scipite, sono almeno volgari e triviali; la filosofia di Socrate diventa veramente, come la diceva Hegel, una filosofia da cucina, e Machiavelli parla come Prudhomme. Non c’è poi originalità; le opinioni degli spiriti sono, come è naturale, il riflesso, l’eco di quella del medio e dell’ambiente. Quindi, siccome a Parigi non si pensa come a Nuova-York, gli spiriti francesi seguono la dottrina di Allan Kardec e ammettono la riincarnazione, mentre gli americani seguono Jackson Davis, e perciò non l’ammettono. Appunto perchè sono d’accordo coll’ambiente, non sono d’accordo fra loro.
E poi perchè non ci danno mai dei consigli utili? ci fanno la predica in modo che paiono quel vecchio di Augier, che dava a tutti dei buoni consigli interamente nuovi, perchè non li aveva mai adoperati. Ma non prevengono tante disgrazie che potrebbero evitare quando vedono i pericoli; l’assassinato non vien mai a rivelar l’assassino, cosa che dovrebbe fare, se non per vendicarsi, almeno per impedire che fosse punito un innocente. E se si scusano, dicendo che è loro proibito di intervenire nelle faccende di questo mondo, allora perchè qualche rara volta lo fanno? Se non sono utili alla vita, almeno lo fossero alla scienza; ma, sebbene ci diano sull’altro mondo molte notizie che non possiamo verificare, (perchè nell’altro mondo non possiamo vedere più che nell’incosciente), non ci dicono del nostro che quello che già sappiamo; non ci danno cognizioni scentifiche nuove; gli spiritisti ne raggranellano a stento tre o quattro esempi, come la notizia data nel 1859 al generale Drayson che Marte ha due satelliti, (i quali sarebbero stati scoperti 18 anni dopo); ma da una folla di spiriti fra i quali sono Copernico, {{
Questa lettera, da parte di un uomo come il Crookes, è il più grave documento ch’io conosca contro lo spiriritismo. E il peggio si è che, avendogli io scritto, mi ha risposto che oggi ancora egli è allo stesso punto. Si dovrebbe dunque dire che è proprio vero che i defunti non vivono più che nella nostra memoria.
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Finalmente, c’è un’altra cosa non incredibile; ed è che a certe comunicazioni ci siano degli ostacoli morali, che certe cose sian loro vietate, o da Dio, o da una migliore cognizione del nostro bene, o da altro. Si capisce perciò che uno spirito mi abbia risposto: Mio caro, le colpe degli altri io non le voglio dire. Si capisce che quando uno li interroga per trovar un tesoro nascosto, gli facciano una burla. Possono esser tutte scuse inventate dalle intelligenze occulte per farci credere che sono i defunti, mentre sono cervelletti che funzionano indipendentemente dai cervelli dei loro proprietarj, ma può esserci del vero. Quando parlano dell’altro mondo, noi non abbiamo il dovere di credere, ma nemmeno il diritto di negare.
III. Ma credo che la rarità e la povertà delle buone prove sia da attribuirsi sopratutto a nostra colpa. Se i morti si fanno vedere, si crede ad un’allucinazione e si chiama il medico; se picchiano nelle pareti e suonano i campanelli, si crede a una burla, e si avverte la polizia; se ci par che sia vero, ci spaventiamo. Socrate e gli altri che hanno avuto un genio famigliare si dicono matti. Le streghe si bruciavano. I medj si perseguitano. Negli ''Annales des sciences psychiques'' dello scorso anno c’è la storia di un pastore protestante il quale era riuscito a capire che i colpi nella parete vicina al suo letto erano prodotti da una causa intelligente; ebbe il buon senso di non aver paura; ma cosa fece? lasciò picchiare fin che furono stufi. Ci voleva il buon senso della madre Fox in America, che fu la prima a interrogare, e domandare che si rispondesse sì o no con un certo numero di picchj; e poi d’un altro americano, il quale domandò che i picchi indicassero le lettere dell’alfabeto. Prima cura degli spiriti quando si trovò questo modo di comunicare, fu di dire: voi dovete annunciare al mondo questa verità. Ma l’annuncio non fu bene accolto; la famiglia Fox corse gravi pericoli. Poi, per consiglio degli spiriti, si adottò il tavolino, che era più comodo di un muro; poi al tavolino si adattò una matita; poi la si attaccò ad una ''planchette''; poi si prese in mano. Poi gli spiriti scrissero senza la mano del medio. Poi si materializzarono. Hanno dunque fatto grandi progressi. Sicchè ora sono più numerosi quelli che li interrogano. Ma non sanno interrogare. Gl’interroganti si dividono in due classi opposte: quella degli spiritisti, i quali credono già, e quindi non domandano mai prove, e lasciano che gli spiriti si sbizzarriscano a loro posta; gli altri sono novizj, i quali vogliono far ben capire che non sono così minchioni da credere, come diceva {{
IV. Le comunicazioni sono scarse anche perchè non è che una quarantina d’anni che gli spiriti sono riusciti a far comprendere che vogliono comunicare con noi. Ma, ho sentito dire, se fosse vero che gli spiriti desiderano stabilir delle comunicazioni fra i due mondi, a ''quest’ora'' sarebbero divenute facili. È una delle ragioni che ritornano più spesso, anche per altre questioni, e che esercitano di più la mia rassegnazione. Quanto è ripetuta, altrettanto è irragionevole. Consiste nel non tener conto che, non solo per la fisica, ma per tutte le scienze, ''una dalle condizioni dei fatti è il tempo''. È vero che, appena una cosa è possibile, per ciò stesso si realizza. Ma il dire, senza condizione di tempo, che se una cosa fosse possibile, si sarebbe già fatta da lungo tempo, è come dire questa assurdità: se una cosa fosse possibile adesso sarebbe stata possibile sempre; e quindi si sarebbe realizzata fin dal principio dei secoli; e con questo argomento si può provare che: o non è possibile ch’io esista, o è necessario ch’io esista dal primo giorno della creazione. Questa è la ragione con cui si sostiene sempre che non succederà nulla di nuovo, nè la sostituzione dello spiritismo al cattolicismo, nè la sostituzione degli arbitrati alla guerra, nè la sostituzione del capitale collettivo all’individuale, nè la sostituzione della libertà economica all’interesse dei produttori e consumatori e costruttori, che si ingannano vicendevolmente e incoscientemente, aprendo delle vie per uscire senza che gli altri possano entrare. Ma colla stessa ragione, nata dall’ignoranza della storia, si può sostenere che abbiamo ancora gli Dei ''falsi e bugiardi'', che esiste ancora la schiavitù, che la polvere e la stampa non sono ancora inventate, che il tempo non si misura che colla meridiana e la clessidra. Ogni cosa diventa possibile ad un momento dato, quando cioè vi sono tutte le sue condizioni; e allora appunto si realizza. Dunque una più facile comunicazione coll’altro mondo è ancora possibile. Ed anzi, per legge d’evoluzione e progresso, è probabile, ''col tempo''.
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