Pagina:La maestrina degli operai.djvu/176: differenze tra le versioni

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Rassegnata, tornò la sera dopo alla scuola. Nevicava fitto da varie ore; gli alunni arrivavano coi cappelli e con le spalle- coperti di neve, scotendosi i panni e pestando i piedi con grande strepito. A metà del corridoio, la maestra fu fermata dal cantoniere che le domandò il permesso di dirle una parola in confidenza. Il maestro Garallo gli aveva ordinato di assistere alle lezioni per mantenere il buon ordine; ma egli aveva una proposta da fare: gli pareva più ''politico'' di star nel corridoio, con l’orecchio all’uscio, e d’entrar poi all’improvviso, quando avesse inteso rumore, {{Pt|per-|}}
Rassegnata, tornò la sera dopo alla scuola. Nevicava fitto da varie ore; gli alunni arrivavano coi cappelli e con le spalle coperti di neve, scotendosi i panni e pestando i piedi con grande strepito. A metà del corridoio, la maestra fu fermata dal cantoniere che le domandò il permesso di dirle una parola in confidenza. Il maestro Garallo gli aveva ordinato di assistere alle lezioni per mantenere il buon ordine; ma egli aveva una proposta da fare: gli pareva più ''politico'' di star nel corridoio, con l’orecchio all’uscio, e d’entrar poi all’improvviso, quando avesse inteso rumore, {{Pt|per-|}}