Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/298: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|943/1}}La lingua chinese è tutta architettata e fabbricata sopra un sistema di composti, non solo quanto ai caratteri, de’ quali vedi il pensiero precedente, ma parimente alla pronunzia, ossia a’ vocaboli. Giacché i loro vocaboli radicali esprimenti i caratteri non sono piú di trecentocinquantadue secondo il {{AutoreCitato|Theophil Siegfried Bayer|Bayer}}, e 383 secondo il {{AutoreCitato|Étienne Fourmont|Fourmont}}. Ed eccetto che il valore di alcuni di questi vocaboli si diversifica talvolta per via di quattro toni, dell’uno dei quali si appone loro il segno (''Annali'' ec., p. 317-318 e 320, lin. 7), tutti gli altri vocaboli chinesi sono composti; come si vede anche nella maniera in cui si scrivono quando si trasportano originalmente nelle nostre lingue. ''Annali'' ec., loc. cit. nel pensiero antecedente. {{Sc|Rémusat}} ec., p. 319 mezzo - 320 mezzo (14 aprile 1821). Vedi p. {{ZbLink|944}}, capoverso 1.
{{ZbPensiero|943/1}}La lingua chinese è tutta architettata e fabbricata sopra un sistema di composti, non solo quanto ai caratteri, de’ quali vedi il pensiero precedente, ma parimenti alla pronunzia, ossia a’ vocaboli. Giacché i loro vocaboli radicali esprimenti i caratteri non sono piú di trecentocinquantadue secondo il {{AutoreCitato|Theophil Siegfried Bayer|Bayer}}, e trecentottantatre secondo il {{AutoreCitato|Étienne Fourmont|Fourmont}}. Ed eccetto che il valore di alcuni di questi vocaboli si diversifica talvolta per via di quattro toni, dell’uno dei quali si appone loro il segno (''Annali'' ec., p. 317-318 e 320, lin. 7), tutti gli altri vocaboli chinesi sono composti; come si vede anche nella maniera in cui si scrivono quando si trasportano originalmente nelle nostre lingue. ''Annali'' ec., loc. cit. nel pensiero antecedente. {{Sc|Rémusat}} ec., p. 319 mezzo - 320 mezzo (14 aprile 1821). Vedi p. {{ZbLink|944}}, capoverso 1.




{{ZbPensiero|943/2}} Alla p. {{ZbLink|923}}, margine. Un tal popolo dev’essere insomma necessariamente stazionario. E qual popolo infatti è piú maravigliosamente stazionario del chinese (vedi qui dietro, p. {{ZbLink|942}}, principio), nel quale abbiamo osservato una somigliante costituzione? Sir George (Giorgio) Staunton, Segretario d’ambasciata nella missione di Lord Macartney presso l’imperatore della China, nella introduzione alla sua versione inglese del codice penale dei chinesi, nota in questa nazione, come <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|944}} fra le cause di ''certi ragguardevoli vantaggi morali e politici'' posseduti, secondo lui, da essa nazione, ''vantaggi che non possono'', secondo lui, ''essere agguagliati con esattezza in alcuna società europea'', nota, dico, ''la quasi totale mancanza di dritti e privilegi feudali; la equabile distribuzione della proprietà fondiaria''; e {{sc|la naturale incapacità ed avversione e del popolo e del governo ad essere sedotti da mire d’ambizione e da desio d’estere conquiste}}. ''Edinburgh Review'', loc. cit. qui dietro (p. {{ZbLink|942}}, principio), p. 295. Lo stesso ''Edinburgh Review'' nella continuazione dello stesso<section end=2 />
{{ZbPensiero|943/2}} Alla p. {{ZbLink|923}}, margine. Un tal popolo dev’essere insomma necessariamente stazionario. E qual popolo infatti è piú maravigliosamente stazionario del chinese (vedi qui dietro, p. {{ZbLink|942}}, principio), nel quale abbiamo osservato una somigliante costituzione? Sir George (Giorgio) Staunton, Segretario d’ambasciata nella missione di lord Macartney presso l’imperatore della China, nella introduzione alla sua versione inglese del codice penale dei chinesi, nota in questa nazione, come <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|944}} fra le cause di ''certi ragguardevoli vantaggi morali e politici'' posseduti, secondo lui, da essa nazione, ''vantaggi che non possono'', secondo lui, ''essere agguagliati con esattezza in alcuna società europea'', nota, dico, ''la quasi totale mancanza di dritti e privilegi feudali; la equabile distribuzione della proprietà fondiaria''; e {{sc|la naturale incapacità ed avversione e del popolo e del governo ad essere sedotti da mire d’ambizione e da desio d’estere conquiste}}. ''Edinburgh Review'', loc. cit. qui dietro (p. {{ZbLink|942}}, principio), p. 295. Lo stesso ''Edinburgh Review'' nella continuazione dello stesso<section end=2 />