Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/71: differenze tra le versioni
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{{smaller|Questa bizzarria, che battezzai monologo senza parole, nacque così: una sera, al teatro Valle, entrai nel camerino di Ermete Novelli, dicendogli con accento corrucciato: |
{{smaller block|Questa bizzarria, che battezzai monologo senza parole, nacque così: una sera, al teatro Valle, entrai nel camerino di Ermete Novelli, dicendogli con accento corrucciato: |
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— Sono trenta sere, che tu chiacchieri sulla scena quattro o cinque ore di seguito. Il pubblico non ne può più. Prendi questo manoscritto, studialo bene, e così finalmente reciterai senza aprire la bocca. |
— Sono trenta sere, che tu chiacchieri sulla scena quattro o cinque ore di seguito. Il pubblico non ne può più. Prendi questo manoscritto, studialo bene, e così finalmente reciterai senza aprire la bocca. |