Pagina:Lignite in Valgandino.djvu/7: differenze tra le versioni

anno di stagionatura all’ombra ne perde dal 30 al 35 per cento, diminuendo di circa * c in volume. Un metro cubico di lignite verde pesa per iedio 160 pesi bergamaschi, ossia quintali 12, 80; proporzione che cresce in ragione inversa della sua purezza. Stagionato, avuto riguardo all’ammanco di vplurne, non pesa che nove quintali. Alcuni resti animali \i si rinvengono, ma così spappolati e ridotti a tale stato- di macerazione, che coll’asciugare M polverizzano e disperdono. I denti e le corna hanno una durata maggiore. Molti di questi frammenti ornano i nostri gabinetti mineralogici pubblici e privati, e molti distinti geoiogi vi argomentarono, tra le altre, alcune varietà d’alci e di rinoceronti ora perdute. Tra i resti vegetabili i più frequenti sono Ut fratta, di noci e le pannocchie di pino, rua esse pure per alcuni caratteri si riputarono diverse da quelle delle specie tuttor viventi. (") i! vantaggio principale di questo combustibile sta nella costanza, nell’intensità e nell’equabilità del calore che emette: sicchè riesce opportunissimo in tutte quelle officine dove si ha bisogno di mantenere Tebul-lizione e la temperatura deil’aqua ad una uniforme elevazione, come nelle filande, nei seccato], nelle macchine a vapore; a differenza della legna che arde con moltissima fiamma, e provoca una rapida ebuliizioric che non può sostenere cessando la iiamma stessa tosto che si è consumala la libra legnosa, e che richiede di più una più assidua sorveglianza alla oocca dei fornello per mantenere T’alimento. La più parte delie filandri bergamasche, e molte anche dell’agro milanese orientale versò l’Adda sono disposte per il consumi/ del lignite, e trovano tali t- tanti vantaggi in questo combustibile da antepórlo alla legna anche a pari prezzo, vantaggi che sentono maggiori coloro che hanno disposte le griglie dei focolare con,’. ti professore?allamo Crivelli vi uolio&e una <;ualiia propria ai noci, che cìiiaaju col noeti cìi iuglandite* ~bergina*.iu>ti Notizie naturali e civili della Lombardia, p 77 . li professore Massaiungo v< distinse pure una pannocchia «la pÌDO coa-imilc a qaelle che trova»») nei terreni terziarj viennesi, e che classificò col narae di pinite* Parttcìtii, olire due specie di noci chiamate da lui juglam tiHeaiui e jugltuu ìhlcaiann {Annali delle Scienze naturali «li Euìojna. 1852..

d abbastanza larghezza pel passo Ubero t\i abbondante dell’aria, e che ebbero l’accortezza di munire il condotto del fumo di una valvula per regolare (a combustione. È opinione generale dei consumatori che il lignite stagionato sviluppi un’azione calorifica superiore di un quarto di quella della legna dolce. Le esperienze l’atte dal Breislak al laboratorio dei nitri in Milano, e riportate dal Gioja nel citato opuscolo, ne porterebbero la differepza a più di un quarto avendo per medio, dovuto impiegare per la evaporazione di mastelli 128 di aqua nitrosa, libbre grosse di legna 2163, mentre pari effetto potè yen’re prodotto da soie libbre grosse 1568 di lignite. Infatti le ligniti contenendo giusta le citate i analisi di Kegnault, il 67 per cento di i carbonio, mentre la legna non ne contiene che il 30, la loro efficacia deve ragionevolmente dedursi di molto superiore. Però evvi in questo disparità tlj opinioni fra i nostri chimici; dacchè mentre il Kramer attribuisce ai lignite di Yaigandino una potenza calorifica, rappresentata dal numero 3012, ne da alla legna forte in conguaglio 3300, ed alla legna dolce 3290, ed ii Curioni paragonando il coke ai lignite di Lel’fe ed alla legna forte, sopra calorie X. 36, ne attribuisce X. 31 al primo, X. 21 al secondo, e sole X. 13 alla legna. In tanta disparità di opinioni dipendenti probabilmente dalia qualità dei campioni sui quali operarono i fatti sperimentatori, e dalia piccolezza degli esperimenti tentati sul crogiuolo del chimico, anzichè sul focolare dell’industriante; ed in mancanza di dirette prove, noi ci terremo alla opinione di colorò, i quali graduano i combustibili nella scaia della loro più o meno perfetta carbonizzazione, mettendo ii legno all’infimo gradino, a cui fanno succedere le torbe, indi le lignit), poi i carboni fossili, il carbone di legna, e da ultimo il coke, ossia il carbone fossile carbonizzato, considerata, ben inteso, la materia nella sua purezza.

Due sono i mezzi che si presentano per intaccare le escavazfoni di questo banco sotterraneo, o scendendovi direttamente per mezzo di un pozzo, o procurandoci un cunicolo nelle parti dove per la conformazione di-Ila va|le e per l’andamento o i 854. 2