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fruttiferi poderi della Provincia padroni. E si benigna la dispositione di questo Cielo, che niuno trovasi quivi, che otioso viva, tutti à qualche arte di guadagno applicandosi; e quelli, che all'armi, ò alle lettere volgono i pensieri, eccellenti riuscendo, si fan (come l'Historie à pieno parlano) grandemente famosi; singolarmente Angelo, che fù il più glorioso Capitano de gli suoi tempi; come nell'{{TestoCitato|Italia illustrata|Italia illustrata}} lo celebra il {{AutoreCitato|Flavio Biondo|Biondo}}, e {{AutoreCitato|Leandro Alberti|Leandro}} nella {{TestoCitato|Descrittione di tutta Italia|descrittione della medesima}}. Non molto da questo lontano, più verso Catria, altri Castelli furono da numerosi popoli habitati, i quali similmente dalle ruine di Iufico si stima, che havesser l'origine, l'uno Campietro, e l'altro Leccia nomati, da questi, che furono demoliti, per commissione dell'Abbate di Santa Croce dell'Avellana, da Gubbini l'Anno 1257. il fortissimo Castello della Serra edificossi di Sant'Abbondio, à difesa del passo, che fan gli Apennini trà la Marca, e l'Umbria, il quale pericoloso alla Città loro si rende nella cui opra venti millia lire vi spesero: e come leggesi nella citata carta vollero anco nell'istesso tempo (forsi per maggiormente additare la potenza loro) alla radice del Cucco, la Fortezza di Costacciaro edificare; la quale per ragione del sito (posta sopra una collina essendo,) e per la fortezza de i muri, che la circondano, inespugnabil si rende; come accrebbero à Cantiano la grandezza in guisa, che di Castello ordinario, divenne honorevol Terra: ed hoggi per l'habitationi di molti nobili, & per lo valore dei Cittadini, (che non meno riescono à i traffichi, & alle merci industri, che alla toga, & all'armi sopramodo eccellenti) famosa, & illustre si rende. Per non haver potuto raccorre più dall'oscuratezza di Iufico di quanto hò scritto, à materie più chiare volgerò il discorso.


</noinclude>fruttiferi poderi della Provincia padroni. E si benigna la dispositione di questo Cielo, che niuno trovasi quivi, che otioso viva, tutti à qualche arte di guadagno applicandosi; e quelli, che all'armi, ò alle lettere volgono i pensieri, eccellenti riuscendo, si fan (come l'Historie à pieno parlano) grandemente famosi; singolarmente Angelo, che fù il più glorioso Capitano de gli suoi tempi; come nell'{{TestoCitato|Italia illustrata|Italia illustrata}} lo celebra il {{AutoreCitato|Flavio Biondo|Biondo}}, e {{AutoreCitato|Leandro Alberti|Leandro}} nella {{TestoCitato|Descrittione di tutta Italia|descrittione della medesima}}. Non molto da questo lontano, più verso Catria, altri Castelli furono da numerosi popoli habitati, i quali similmente dalle ruine di Iufico si stima, che havesser l'origine, l'uno Campietro, e l'altro Leccia nomati, da questi, che furono demoliti, per commissione dell'Abbate di Santa Croce dell'Avellana, da Gubbini l'Anno 1257. il fortissimo Castello della Serra edificossi di Sant'Abbondio, à difesa del passo, che fan gli Apennini trà la Marca, e l'Umbria, il quale pericoloso alla Città loro si rende nella cui opra venti millia lire vi spesero: e come leggesi nella citata carta vollero anco nell'istesso tempo (forsi per maggiormente additare la potenza loro) alla radice del Cucco, la Fortezza di Costacciaro edificare; la quale per ragione del sito (posta sopra una collina essendo,) e per la fortezza de i muri, che la circondano, inespugnabil si rende; come accrebbero à Cantiano la grandezza in guisa, che di Castello ordinario, divenne honorevol Terra: ed hoggi per l'habitationi di molti nobili, & per lo valore dei Cittadini, (che non meno riescono à i traffichi, & alle merci industri, che alla toga, & all'armi sopramodo eccellenti) famosa, & illustre si rende. Per non haver potuto raccorre più dall'oscuratezza di Iufico di quanto hò scritto, à materie più chiare volgerò il discorso.




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