Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/329: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|983/3}} Che il verbo latino ''serpo'' sia lo stesso che il greco ἔρπω, è cosa evidente, come pure i derivati, ''serpyllum ''etc. Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la {{SAL|329|3|Alex brollo}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|984}} ''s'', come in greco, lo raccolgo dal verbo neutro italiano ''inerpicare'' o ''innerpicare'' che significa appunto lo stesso che il greco ἀνέρπω, composto di ἔρπω, cioè ''sursum repo'', come anche ἀνερύζω (Del verbo ἀνέρπω non ha esempio lo Scapula, ma lo spiega ''sursum repo''. Ve n’è però esempio in {{AutoreCitato|Arriano}}, ''Expedit. '' lib. VI, c. 10, sect. 6, e nell’indice è spiegato ''sursum serpo''). Il qual verbo, siccome non ha radice veruna nella nostra lingua né nella latina conosciuta, cosí l’ha evidentissima nel detto verbo ἔρπω, dal quale non può esser derivato se non mediante il latino, cioè mediante l’uso del volgo romano, differente in questo dagli scrittori (25 Aprile 1821).
{{ZbPensiero|983/3}} Che il verbo latino ''serpo'' sia lo stesso che il greco ἔρπω, è cosa evidente, come pure i derivati, ''serpyllum ''etc. Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la {{SAL|329|3|Alex brollo}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|984}} ''s'', come in greco, lo raccolgo dal verbo neutro italiano ''inerpicare'' o ''innerpicare'' che significa appunto lo stesso che il greco ἀνέρπω, composto di ἔρπω, cioè ''sursum repo'', come anche ἀνερύζω (Del verbo ἀνέρπω non ha esempio lo Scapula, ma lo spiega ''sursum repo''. Ve n’è però esempio in {{AutoreCitato|Arriano|Arriano}}, ''Expedit. '' lib. VI, c. 10, sect. 6, e nell’indice è spiegato ''sursum serpo''). Il qual verbo, siccome non ha radice veruna nella nostra lingua né nella latina conosciuta, cosí l’ha evidentissima nel detto verbo ἔρπω, dal quale non può esser derivato se non mediante il latino, cioè mediante l’uso del volgo romano, differente in questo dagli scrittori (25 Aprile 1821).