Pagina:Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu/44: differenze tra le versioni

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{{Pt|tose|precipitose}} inondassero le loro città. E dopo un po di pausa rispose Cagliostro: molti laghi vi sono nell'Elvezia; in questi io avrei potuto derivare qualunque quantità d'acque. Per divertire poi gli ascoltanti, uscito in altri discorsi, tali cose narrava: avendo io bisogno una Donniciuola, la quale non fosse nè meretrice, nè vergine, nè fosse stata maritata, (imperocchè infiniti casi occorrono ai medici) vedendo una certa giovinetta bella, dissi a lei: io ti prometto una grande fortuna, se sei vergine. La quale rispose, ancor lo sono: dimmi, che vuoi da me? Allora io dissi: anzi ti do un addio; imperocchè non cerco una vergine, ma una, che abbia conosciuto un uomo. Ma ella arrossì, e soggiunse: dissi il falso alla tua presenza, o mio Signore. Imperocchè fui con un tenero giovinetto: fammi arrivare, ti scongiuro, a questa fortuna. E la presi. E tutto il crocchio si divertì con questa frottola. Ricevendo poi lettere da molti, spesso segretamente leggendole, esclamava: che odo io mai? Il Signore opprime i miei nemici, ed esalta gli amici miei. E raccontava ciò con premura alla moglie, la quale colle ondeggianti chiome sul collo, giubbilando, ed esultando empiva di grida festose la casa. Imperocchè era il suo cuore
{{Pt|tose|precipitose}} inondassero le loro città. E dopo un po di pausa rispose Cagliostro: molti laghi vi sono nell’Elvezia; in questi io avrei potuto derivare qualunque quantità d’acque. Per divertire poi gli ascoltanti, uscito in altri discorsi, tali cose narrava: avendo io bisogno una Donniciuola, la quale non fosse nè meretrice, nè vergine, nè fosse stata maritata, (imperocchè infiniti casi occorrono ai medici) vedendo una certa giovinetta bella, dissi a lei: io ti prometto una grande fortuna, se sei vergine. La quale rispose, ancor lo sono: dimmi, che vuoi da me? Allora io dissi: anzi ti do un addio; imperocchè non cerco una vergine, ma una, che abbia conosciuto un uomo. Ma ella arrossì, e soggiunse: dissi il falso alla tua presenza, o mio Signore. Imperocchè fui con un tenero giovinetto: fammi arrivare, ti scongiuro, a questa fortuna. E la presi. E tutto il crocchio si divertì con questa frottola. Ricevendo poi lettere da molti, spesso segretamente leggendole, esclamava: che odo io mai? Il Signore opprime i miei nemici, ed esalta gli amici miei. E raccontava ciò con premura alla moglie, la quale colle ondeggianti chiome sul collo, giubbilando, ed esultando empiva di grida festose la casa. Imperocchè era il suo cuore
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