Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/427: differenze tra le versioni
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e il {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}} e i francesi e gli spagnuoli (9 marzo. 1824). Nota che {{AutoreCitato|Luciano di Samosata|Luciano}} lo usa come proverbio o modo di dire vulgato, colla voce φασὶ. |
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{{ZbPensiero|4044/6}} Al capoverso 2 |
{{ZbPensiero|4044/6}} Al capoverso 2<sup>o</sup> di questa pagina. Anche nella lega di Cambrai contro i veneziani fu presa per pretesto, o maggior coonestazione, secondo l’uso di quelli e de’ passati tempi, il voler far guerra contro i turchi. Vedi il {{AutoreCitato|Francesco Guicciardini|Guicciardini}} t. II, p. 180, e quivi le note, e p. 186, sulla fine. Ed è notabile in questo caso tanto piú questo pretesto, quanto per distruggere i Veneziani allegavano la necessità di farlo a volere opprimere i turchi, de’ quali i veneziani erano i maggiori nemici, e quelli che avevano avuti seco maggiori guerre (come pur n’ebbero appresso), e fatti loro e riportatine maggiori danni (10 marzo. 1824). Vedi p. {{ZbLink|4073}}. |
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{{ZbPensiero|4044/7}} ''Non ne fece altro'' per ''non ne fece nulla; non se ne fece altro; non se ne farà, se ne fa altro''; modi consueti del nostro favellare. ''Non volle farne altro cioè nulla'': nelle note al |
{{ZbPensiero|4044/7}} ''Non ne fece altro'' per ''non ne fece nulla; non se ne fece altro; non se ne farà, se ne fa altro''; modi consueti del nostro favellare. ''Non volle farne altro cioè nulla'': nelle note al {{AutoreCitato|Francesco Guicciardini|Guicciardini}}, t. II, p. 183.191.363 (10 marzo. 1824). |