Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/240: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|101}}-->Nella stessa guisa che ci riesce dolorosissimo il vedere o porre in ridicolo, o travisare, o imitare gli oggetti dei nostri sentimenti del cuore (vedi {{AutoreCitato|Anne Louise Germaine de Staël|{{Sc|Staël}}}} ''Corinne'' lib. penult., ch. [6°.], p. 317, del vol. III], ediz. quinta di Parigi): cosa che ci fa o dubitare o certificare della loro vanità reale e della nostra illusione, e ci strappa a quei soavi inganni che costituiscono la nostra vita; né c’è cosa che abbia questa forza piú della precisa imitazione o somiglianza di un altro oggetto che non possiamo pregiare né amare (sia per qualche grado di inferiorità reale, di ridicolo, di travisamento, ec., sia anche quando la somiglianza non abbia niente{{SAL|240|4|Lukiz}}<section end=1 /> <section begin=2 />{{ZbPagina|102}} o poco d’inferiore) con quello che pregiamo ed amiamo, e che occupa il cuore e l’immaginazione nostra, in modo che ne siamo gelosissimi e paurosi e cerchiamo in tutti i modi di custodirlo (8 gennaio 1820).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|101}}-->Nella stessa guisa che ci riesce dolorosissimo il vedere o porre in ridicolo, o travisare, o imitare gli oggetti dei nostri sentimenti del cuore (vedi {{Sc|{{AutoreCitato|Anne Louise Germaine de Staël|Staël}}}}}} ''Corinne'' lib. penult., ch. [6°.], p. 317, del vol. III], ediz. quinta di Parigi): cosa che ci fa o dubitare o certificare della loro vanità reale e della nostra illusione, e ci strappa a quei soavi inganni che costituiscono la nostra vita; né c’è cosa che abbia questa forza piú della precisa imitazione o somiglianza di un altro oggetto che non possiamo pregiare né amare (sia per qualche grado di inferiorità reale, di ridicolo, di travisamento, ec., sia anche quando la somiglianza non abbia niente{{SAL|240|4|Lukiz}}<section end=1 /> <section begin=2 />{{ZbPagina|102}} o poco d’inferiore) con quello che pregiamo ed amiamo, e che occupa il cuore e l’immaginazione nostra, in modo che ne siamo gelosissimi e paurosi e cerchiamo in tutti i modi di custodirlo (8 gennaio 1820).