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Dalle lapidi antiche<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Francesco Gasparoli|Gasparoli Francesco}}}}, ''Li marmi eruditi di Fano raccolti e descritti'', ms. di mia proprietà. — {{Sc|{{AutoreCitato|Pier Maria Amiani|Amiani}}}}, T. II, appendice.</ref> sappiamo della esistenza nella Colonia Fanese del Collegio dei Dendrofori specialmente destinati a fornire i legnami e a risarcire le navi. Vi erano anche le corporazioni o collegi dei Centonari o fabbricanti di stoffe, dei lintiari o fabbricanti delle tele di lino, dei fabbri, e quello dei Mercuriali; quindi industria speciale marittima, e industrie e commerci vivissimi cui era certamente necessario un porto per potere importare ed esportare con facilità le materie prime e i manufatti. L’{{AutoreCitato|Pier Maria Amiani|Amiani}}<ref>Tomo I, pag. 43.</ref> parla di un restauro fatto con considerabile spesa al porto di Augusto al tempo degli imperatori Graziano e Valentiniano. Non so donde egli abbia tratto questa notizia: la cosa però è verosimile, visto che sotto (quegli Imperatori fu restaurata la Via Flaminia<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Alessandro Billi|Billi Alessandro}}}}, ''Cippo Milliario Fanese inedito''. Estratto dall’''Enciclopedia Contemporanea'' di Fano, 1855. — {{Sc|{{AutoreCitato|Luigi Masetti|Masetti Luigi}}}}, ''Antiche Colonne Milliari della Via Flaminia da Cantiano a Rimini'', Fano, Tip. V. Pasqualis, 1879.</ref>. Certamente un porto eravi e di non piccola importanza commerciale nel 952, poiché sappiamo che in quell’anno il Doge Veneto Candiano spedì a Fano sette navi cariche di merci sotto la condotta del proprio figliuolo che invece se ne fuggì con esse in Levante, cagionando tale dolore al Padre che ne mori di crepacuore<ref>{{Sc|Amiani}}, Tomo I, pag. 119.</ref>. Anche nel 1140 il Doge di Venezia Polano approdò a Fano con molte galere in aiuto della città minacciata dalla lega di Pesaro, Fossombrone e Senigallia appoggiata puro dai Ravennati<ref>''Idem'', Tomo I, pag. 140.</ref>.
Dalle lapidi antiche<sup>nota</sup> sappiamo della esistenza nella
Colonia Fanese del Collegio dei Dendrofori specialmente
destinati a fornire i legnami e a risarcire le navi. Vi
erano anche le corporazioni o collegi dei Centonari o fab-
bricanti di stoffe, dei lintiari o fabbricanti delle tele di
lino, dei fabbri, e quello dei Mercuriali ; quindi industria
speciale marittima, e industrie e commerci vivissimi cui era
certamente necessario un porto per potere importare ed
esportare con facilità le materie prime e i manufatti. L'{{AutoreCitato|Pier Maria Amiani|Amiani}}<sup>nota</sup> parla di un restauro fatto con considerabile spesa
al porto di Augusto al tempo degli imperatori Graziano e
Valentiniano. Non so donde egli abbia tratto questa notizia:
la cosa però è verosimile, visto che sotto (quegli Imperatori
fu restaurata la Via Flaminia<sup>nota</sup>. Certamente un porto eravi
e di non piccola importanza commerciale nel 952 , poiché
sappiamo che in quell'anno il Doge Veneto Candiano spedì
a Fano sette navi cariche di merci sotto la condotta del
proprio figliuolo che invece se ne fuggì con esse in Levante,
cagionando tale dolore al Padre che ne mori di crepacuore<sup>nota</sup>.
Anche nel 1140 il Doge di Venezia Polano approdò a Fano
con molte galere in aiuto della città minacciata dalla lega
di Pesaro, Fossombrone e Senigallia appoggiata puro dai
Ravennati<sup>nota</sup>.


E, venendo a tempi meno remoti, troviamo infinite
E, venendo a tempi meno remoti, troviamo infinite notizie relative a studi e speso fatto per restaurare il porto o fondarlo di nuovo in punti diversi.
notizie relative a studi e speso fatto per restaurare il porto
o fondarlo di nuovo in punti diversi.


Nel 1421 Pandolfo Malatesta impose una colletta per
Nel 1421 Pandolfo Malatesta impose una colletta per la costruzione del porto affidata a certo M. Giovanni Ingegnere<ref>''Idem'', Tomo I, pag. 351.</ref>. Però nel 1466 il porto allora fatto era già reso
la costruzione del porto affidata a certo M. Giovanni Inge-
gnere<sup>nota</sup>. Però nel 1466 il porto allora fatto era già reso
<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Francesco Gasparoli|Gasparoli Francesco}}}}, Li marmi enulili di Fano raccolti e ile-
scritti, ms. di mia proprietà. — {{Sc|{{AutoreCitato|Pier Maria Amiani|Amiani}}}}, T. II, appendice.</ref>
<ref>Tomo I, pag. 43.</ref>
<ref>Billi Alessanduo, Cip/ìr> Milliurio Fiiiio^lrc ineililo. Estratto dal-
V Eiiciclop'J'liii Conlcinpir.iW'i di Fano, Irfóó. — Maseiti Liuu, Antiche
Colonne Milliari della Via Fla,n'itiu da f'anliaiio a lì i mini , Fano,
Tip. V. Pasqualis, 1870.</ref>
<ref>Amiam, Tomo 1, pag. 110.</ref>
<ref>Idem, Tomo I, pag. 140.</ref>
<ref>Idem, Tomo I, pag. 351.</ref>