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non fosse apparsa, in quell’anno stesso, in Francia l’opera non meno erudita e meritevole di G. B. Duchalais ''Sur les médailles gauloises faisant partie des collections de la bibliothèque royale''. |
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Proseguendo a registrare in ordine cronologico le altre opere numismatiche edite da S. Quintino, non è da passare sotto silenzio l’opuscolo importantissimo anche pei numismatici francesi, e cioè le ''Monete del decimo e dell’undecimo secolo scoperte nei dintorni di Roma nel 1843'' inserto, come il precedente, nelle Memorie della R. Accademia di Torino, e cioè il primo nel tomo VIII (1845); il secondo nel tomo X (1846) della seconda serie. Né qui ancora s’arrestò l’opera del S. Quintino; nel 1847 lesse alla stessa Accademia le sue dotte ''Osservazioni critiche intorno all’origine ed antichità della moneta veneziana'', (Atti della R. Accademia di Torino, tomo X, serie II), e finalmente i ''Discorsi sopra argomenti spettanti a monete coniate in Italia nei secoli XIV e XVII'', in cui diede preziose notizie sulle monete battute in Seborga dai monaci benedettini di S. Onorato di Lerino; su di un tornese inedito di Filippo di Savoia principe d’Acaja; e su alcune monete coniate nei secoli XIV e XVII dai marchesi Del-Carretto in Cortemiglia ed in Rodi. (Atti della R. Accad. ibidem). |
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Proseguendo a registrare in ordine cronologico le altre |
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opere numismatiche edite da S. Quintino , non è da pas- |
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sare sotto silenzio l’opuscolo importantissimo anche pei |
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numismatici francesi, e cioè le Monete del decimo e del- |
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l’ undecimo secolo scoperte nei dintorni di Roma nel 1843 |
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inserto, come il precedente, nelle Memorie della E. Acca- |
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demia di Torino, e cioè il primo nel tomo Vili (1845); il |
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secondo nel tomo X (1846) della seconda serie. Né qui |
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ancora s’arrestò l’opera del S. Quintino; nel 1847 lesse alla |
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stessa Accademia le sue dotte Osservazioni criliclie iiUornu |
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all’origine ed antichi/à della moneta veneziana, (Atti della |
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E. Accademia di Torino, tomo X, serie II), e finalmente i |
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Disco)’si sojira aryomenli spettaidi a monete coniate in Italia |
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ìlei secoli XIV e XVII, in cui diede preziose notizie sulle |
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monete battute in Seborga dai monaci benedettini di S. Ono- |
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rato di Lerino; su di un tornese inedito di Filippo di Savoia |
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principe d’Acaja; e su alcune monete coniate nei secoli XIV |
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e XVII dai marchesi Dei-Carretto in Cortemiglia ed in Rodi. |
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(Atti della E. Accad. ibidem). |
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Ultimo lavoro di questo insigne erudito furono le |
Ultimo lavoro di questo insigne erudito furono le ''Osservazioni critiche sopra alcuni particolari delle storie del Piemonte e della Liguria nell’undecimo e dodicesimo secolo'' (1851 al 1854). |
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Osservazioni critiche sopra alcuui pjarlicolari delle storte |
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del Piemonte e della Liguria nell’ undecima e dodicesimo |
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secolo (IS.’jl al 1854). |
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In tutti gli scritti del S. Quintino i dotti ammirano un’erudizione vasta e variata, una critica profonda e uno stile sempre corretto. Tante fatiche avevan logorato, non lo spirito, ma le fibre di questo infaticabile archeologo, e gli tolsero la lena di continuare l’opera, che per lui doveva essere la principale, per la quale aveva assunto uno speciale impegno, e che gli fu forza lasciare imperfetta, l’illustrazione della zecca di Lucca. In breve si trovò condotto in tale spossatezza di corpo, che non potè a meno di rivolgere il suo pensiero alla morte che sentiva avvicinarsi. Aveva toccato già l’ottantesimo anno di sua vita; nessuna malattia lo colse. ma fu prostrato da un languore che mano |
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In tutti gli scritti del S. Quintino i dotti ammirano |
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un’erudizione vasta e variata, una critica profonda e uno |
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stile sempre corretto. Tante fatiche avevan logorato, non lo |
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spirito, ma le fibre di questo infaticabile archeologo, e gli |
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tolsero la lena di continuare 1’ opera, che per lui doveva |
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essere la principale, per la quale aveva assunto uno speciale |
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impegno, e che gli fu forza lasciare imperfetta. 1’ illustra- |
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zione della zecca di Lucca. In breve si trovò condotto in |
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tale spossatezza di corpo, che non potè a meno di rivolgere |
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il suo pensiero alla morte die sentiva avvicinarsi. Aveva |
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toccato già l’ottantesimo anno di sua vita; nessuna ma- |
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lattia lo cjlse. ma fu prostrato da un languore che mano |