Pagina:Lettera di Sebastiano Ciampi sopra tre medaglie.djvu/11: differenze tra le versioni

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{{xx-larger|'''G'''}}radite al sommo state mi sono le tre antiche medaglie d’argento regalatemi dall’E. V. nelle quali ho specialmente ravvisato un testimone della memoria che Ella si degna conservar di me e del mio genio per simili antichità. E giacché regalandomi del buono e sonante argento, gradisce in isconto qualche parola intorno al pregio delle dette medaglie, eccomi a soddisfare, prima all’obbligo mio di ringraziarla, e poi all’altro d’ubbidirla nel miglior modo che mi potrà riuscire. Primieramente non mi cade in animo nessun dubbio sù la loro genuinità. Lo stile di quelle teste è antichissimo. L’essere poi state trovate, com’Ella mi assicura, insieme con altre molte, sopra i monti Lucchesi che guardano la marina, mi garantisce sempre di più la non equivoca loro sincerità. Nè sono di poco pregio e per la forma piuttosto ovale che sferica, e per esser prive di qualunque tipo nel rovescio; caratteri che le fanno risalire all’epoca prima della Numismatica; epoca bensì assai estesa, che dall’origine dell’invenzione della moneta e dell’infanzia dell’Arte del Disegno arriva fino ad un perfezionamento notabile si dell’una, come dell’altra. Antiche medaglie senza tipo nel rovescio poche ne conobbe l’{{AutoreCitato|Joseph Hilarius Eckhel|Eckhel}} avendo scritto che ''rarum est vedere numum cum aversa piane sterili'' (Doct. N. V. Vol. I. Proleg. Gene. Cap. 18. pag. CIV). Il Guarnacci ne riporta una d’oro che la crede di Todi dall’unica lettera etrusca [[File:Oscan T1.svg|12px]] che vi è impresta.
{{xx-larger|'''G'''}}radite al sommo state mi sono le tre antiche medaglie d’argento regalatemi dall’E. V. nelle quali ho specialmente ravvisato un testimone della memoria che Ella si degna conservar di me e del mio genio per simili antichità. E giacché regalandomi del buono e sonante argento, gradisce in isconto qualche parola intorno al pregio delle dette medaglie, eccomi a soddisfare, prima all’obbligo mio di ringraziarla, e poi all’altro d’ubbidirla nel miglior modo che mi potrà riuscire. Primieramente non mi cade in animo nessun dubbio sù la loro genuinità. Lo stile di quelle teste è antichissimo. L’essere poi state trovate, com’Ella mi assicura, insieme con altre molte, sopra i monti Lucchesi che guardano la marina, mi garantisce sempre di più la non equivoca loro sincerità. Nè sono di poco pregio e per la forma piuttosto ovale che sferica, e per esser prive di qualunque tipo nel rovescio; caratteri che le fanno risalire all’epoca prima della Numismatica; epoca bensì assai estesa, che dall’origine dell’invenzione della moneta e dell’infanzia dell’Arte del Disegno arriva fino ad un perfezionamento notabile si dell’una, come dell’altra. Antiche medaglie senza tipo nel rovescio poche ne conobbe l’{{AutoreCitato|Joseph Hilarius Eckhel|Eckhel}} avendo scritto che ''rarum est vedere numum cum aversa piane sterili'' (Doct. N. V. Vol. I. Proleg. Gene. Cap. 18. pag. CIV). Il {{AutoreIgnoto|Guarnacci}} ne riporta una d’oro che la crede di Todi dall’unica lettera etrusca [[File:Oscan T1.svg|12px]] che vi è impresta.


Il chiarissimo Numismatico ed amico mio Sig. Conte {{AutoreCitato|Giorgio Viani|Viani}} ne possedè già tre, da lui tenute nel numero delle incognite, delle quali una d’oro, e dettele in cambio di altre più analoghe a’ suoi numismatici studj all’eruditiss. Sig. March. Giuseppe Pucci, che ora le conserva nel suo
Il chiarissimo Numismatico ed amico mio Sig. Conte {{AutoreCitato|Giorgio Viani|Viani}} ne possedè già tre, da lui tenute nel numero delle incognite, delle quali una d’oro, e dettele in cambio di altre più analoghe a’ suoi numismatici studj all’eruditiss. Sig. March. Giuseppe Pucci, che ora le conserva nel suo