Pagina:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu/124: differenze tra le versioni
m caricamento OCR via bot |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|120|{{Sc|c. luppi}}|}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
120 e. i.uppi |
|||
componevano e stampavano drammi e tragedie che pochi leggevano e nessuno rappresentava. — Accortosi però di non aver sortito da natura estro tale da gareggiare coi poeti più eletti del suo tempo, abbandonò presto gli ameni studi e la poesia per volgersi con ardore a quelli più severi della storia e dell’erudizione. Dedicossi dapprima alla Diplomazia, poi, quasi esclusivamente, alla Numismatica medioevale. Già da tempo aveva concepito il vasto disegno di completare la grand’opera di {{AutoreCitato|Guido Antonio Zanetti|Guid’Antonio Zanetti}}, correggendone gli errori, ed arricchendola di nuove aggiunte, per dotare anche l’Italia di una storia compiuta delle sue zecche e delle sue monete. A tal fine aperse un’attivissima corrispondenza coi più dotti cultori di tal genere di studi in tutta la penisola, e studiando con passione nelle opere che si andavano allora di mano in mano pubblicando anche in Italia, e più specialmente in quelle del celebrato {{AutoreCitato|Gian Rinaldo Carli|Gianrinaldo Carli}}, andava sempre più addestrandosi in tali discipline; in pari tempo non si stancava mai di frugare in archivi pubblici e privati, e di scoprire sempre nuove memorie e documenti da servire alla sua colossale impresa. Sebbene di modeste fortune, non esitò di eccitare banchieri, negozianti ed amici a fare incetta per suo conto d’ogni sorta di monete italiane, a tal segno che per questa sua smania di raccogliere ed accumulare più che poteva quei costosi materiali per la sua opera, andò incontro a spese per lui enormi, e superiori ai mezzi dei quali poteva disporre, accresciute ancor più dall’avarizia di speculatori avidi o disonesti, che talune monete, sia pure rarissime, non gli vendevano che a prezzi elevatissimi ed esorbitanti, talché il povero Viani ne sentiva disagio, e più d’una volta lo ridussero in tali angustie economiche da provocare sdegno e compassione ne’ suoi veri amici e in tutti gli onesti che l’aiutavano nella sua nobile impresa. |
|||
componevano e stampavano drammi e tragedie che pochi |
|||
leggevano e nessuno rappresentava. — Accortosi però di |
|||
non aver sortito da natura estro tale da gareggiare coi |
|||
poeti più eletti del suo tempo, abbandonò presto gli ameni |
|||
studi e la poesia per volgersi con ardore a quelli più severi |
|||
della storia e dell'erudizione. Uedicossi dapprima alla Di- |
|||
plomazia, poi, quasi esclusivamente, alla Numismatica me- |
|||
dioevale. Già da tempo aveva concepito il vasto disegno di |
|||
completare la grand'opera di Gruid' Antonio Zanetti, correg- |
|||
gendone gli errori, ed arricchendola di nuove aggiunte, per |
|||
dotare anche l'Italia di una storia compiuta delle sue zecche |
|||
e delle sue monete. A tal fine aperse un'attivissima corri- |
|||
spondenza coi più dotti cultori di tal genere di studi in |
|||
tutta la penisola, e studiando con passione nelle opere che |
|||
si andavano allora di mano in mano pubblicando anche in |
|||
Italia, e più specialmente in quelle del celebrato Gianri- |
|||
naldo Carli, andava sempre più addestrandosi in tali disci- |
|||
pline ; in pari tempo non si stancava mai di frugare in |
|||
archivi pubblici e privati, e di scoprire sempre nuove me- |
|||
morie e documenti da servire alla sua colossale impresa. |
|||
Sebbene di modeste fortune, non esitò di eccitare banchieri, |
|||
negozianti ed amici a fare incetta per suo conto d' ogni |
|||
sorta di monete italiane, a tal segno che per questa sua |
|||
smania di raccogliere ed accumulare più che poteva quei |
|||
costosi materiali per la sua opera, andò incontro a spese |
|||
per lui enormi, e superiori ai mezzi dei quali poteva di- |
|||
sporre, accresciute ancor più dall' avarizia di speculatori |
|||
avidi o disonesti, che talune monete, sia pure rarissime, |
|||
non gli vendevano che a prezzi elevatissimi ed esorbitanti, |
|||
talché il povero Viani ne sentiva disagio, e più d'una volta |
|||
lo ridussero in tali angustie economiche da provocare sdegno |
|||
e compassione ne' suoi veri amici e in tutti gli onesti che |
|||
l'aiutavano nella sua nobile impresa. |
|||
Nell’esame di que’ piccoli monumenti della passata grandezza italiana, il {{AutoreCitato|Giorgio Viani|Viani}} era sì scrupoloso ed esatto, che soleva rispondere a chi ne faceva le meraviglie, ch’egli, sebbene avesse perduto un occhio, con quell’altro che gli rimaneva, ci vedeva meglio di que’ che li avevano tutti e due. Nello studio che faceva delle monete nulla sfuggiva |
|||
Neil' esame di que' piccoli monumenti della passata |
|||
grandezza italiana, il Viani era si scrupoloso ed esatto, che |
|||
soleva rispondere a chi ne faceva le meraviglie, eh' egli, |
|||
sebbene avesse perduto iin occhio, con quell' altro che gli |
|||
rimaneva, ci vedeva meglio di que' che li avevano tutti e |
|||
due. Nello studio che faceva delle monete nulla sfuggiva |