Pagina:Trattato di archeologia (Gentile).djvu/163: differenze tra le versioni

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{{smaller|Tirreni differiscono da quelli dei Pelasgi: conclude che la razza tirrena dev’essere autoctona}}<ref>Per le citazioni classiche, ved. {{Sc|{{AutoreCitato|Nöel de Wergers}}}}, ''L’Étrurie et les Étrusques'', 2 vol., 1862.</ref>.
{{smaller|Tirreni differiscono da quelli dei Pelasgi: conclude che la razza tirrena dev’essere autoctona}}<ref>Per le citazioni classiche, ved. {{Sc|{{AutoreCitato|Adolphe Noël des Vergers|Nöel de Wergers}}}}, ''L’Étrurie et les Étrusques'', 2 vol., 1862.</ref>.


{{smaller|Era facile che la differenza già nell’antichità di queste opinioni che si possono ridurre a due, l’una favorevole all’origine lidia l’altra sfavorevole, inducesse anche gli storici moderni a dividersi in due gruppi.}}
{{smaller|Era facile che la differenza già nell’antichità di queste opinioni che si possono ridurre a due, l’una favorevole all’origine lidia l’altra sfavorevole, inducesse anche gli storici moderni a dividersi in due gruppi.}}
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{{smaller|L'uno di questi, rappresentato prima dal {{AutoreCitato|Giuseppe Micali|Micali}} poi dal {{AutoreCitato|Barthold Georg Niebuhr|Niebuhr}}, dal {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|Mommsen}} e dallo {{AutoreCitato|Wolfgang Helbig|Helbig}}, è contrario all’origine lidia e favorevole a credere gli Etruschi in relazione coi Reti, anzi una cosa sola con essi, e provenienti per parte di terra dalle Alpi; l’altro gruppo è rappresentato dal {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}}, che fin dal 1885, negli ''Atti'' e ''Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per la Romagna'', sostenne che la tradizione erodotea doveva avere in mezzo ai particolarî leggendari, anche un nucleo di vero, e che molti fatti confermavano l’origine lidia e la provenienza marittima, orientale degli Etruschi.}}
{{smaller|L'uno di questi, rappresentato prima dal {{AutoreCitato|Giuseppe Micali|Micali}} poi dal {{AutoreCitato|Barthold Georg Niebuhr|Niebuhr}}, dal {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|Mommsen}} e dallo {{AutoreCitato|Wolfgang Helbig|Helbig}}, è contrario all’origine lidia e favorevole a credere gli Etruschi in relazione coi Reti, anzi una cosa sola con essi, e provenienti per parte di terra dalle Alpi; l’altro gruppo è rappresentato dal {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}}, che fin dal 1885, negli ''Atti'' e ''Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per la Romagna'', sostenne che la tradizione erodotea doveva avere in mezzo ai particolarî leggendari, anche un nucleo di vero, e che molti fatti confermavano l’origine lidia e la provenienza marittima, orientale degli Etruschi.}}


{{smaller|All’opinione degli avversari della teoria erodotea si accosta in molti punti anche il {{AutoreCitato|Ettore Pais|Pais}} (''Storia della Sicilia e della Magna Grecia''), quantunque sia molto più prudente degli altri, come il {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|Mommsen}}, il quale sostiene la provenienza per via di terra degli Etruschi, ma non la loro identificazione di stirpe coi Reti. All’altra opinione, del {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}}, s’accosta in taluni punti il {{AutoreCitato|Von Duhn}}. Ammetto innanzitutto col {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}} che questa identificazione, sostenuta prima di tutto dal {{AutoreCitato|Barthold Georg Niebuhr|Niebuhr}}, poggia su una interpretazione falsa di un passo di {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}} (Libro V, cap. 33), poiché se ne deve concludere che anche i Rezî traggono la loro origine dai coloni etruschi, mandati dal Mediterraneo al di là del Po (non che gli Etruschi fossero dei Rezî), e che i luoghi stessi ov’erano i Rezî avevano imbarbarito i Rezî (non già che questi avessero conservato la primitiva barbarie degli Etruschi).}}
{{smaller|All’opinione degli avversari della teoria erodotea si accosta in molti punti anche il {{AutoreCitato|Ettore Pais|Pais}} (''Storia della Sicilia e della Magna Grecia''), quantunque sia molto più prudente degli altri, come il {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|Mommsen}}, il quale sostiene la provenienza per via di terra degli Etruschi, ma non la loro identificazione di stirpe coi Reti. All’altra opinione, del {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}}, s’accosta in taluni punti il {{AutoreCitato|Friedrich von Duhn|Von Duhn}}. Ammetto innanzitutto col {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}} che questa identificazione, sostenuta prima di tutto dal {{AutoreCitato|Barthold Georg Niebuhr|Niebuhr}}, poggia su una interpretazione falsa di un passo di {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}} (Libro V, cap. 33), poiché se ne deve concludere che anche i Rezî traggono la loro origine dai coloni etruschi, mandati dal Mediterraneo al di là del Po (non che gli Etruschi fossero dei Rezî), e che i luoghi stessi ov’erano i Rezî avevano imbarbarito i Rezî (non già che questi avessero conservato la primitiva barbarie degli Etruschi).}}


{{smaller|Queste conclusioni sono poi confermate da {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}}, {{AutoreCitato|Giustino}}, e da altri autori, che il {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}} cita a conforto delle sue tesi<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Edoardo Brizio|E. Brizio}}}}, ''La provenienza degli Etruschi'' in ''Atti'' cit., e ''Nuova Antologia'', 1890; ora, recentemente, in ''Storia politica d’Italia, Epoca preistorica'', Milano. Vallardi, 1899-1900, pag. CXXXVIII-CXXXX.</ref>. Esclusa pertanto la fonte più importante a sostegno della tesi niebuhriana, rimane da vedere se la tradizione erodotea, sfrondata della parte leggendaria e favolosa, possa reggere alla critica storica, e sia confermata da altre ragioni; poichè l’obiezione di {{AutoreCitato|Dionigi di Alicarnasso|Dionigi}}, che si schiera dietro il silenzio di {{AutoreCitato|Xanto Lidio|Xanto di Lidia}}, non solo è insufficiente, ma infantile, non potendo esser}}
{{smaller|Queste conclusioni sono poi confermate da {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}}, {{AutoreCitato|Marco Giuniano Giustino|Giustino}}, e da altri autori, che il {{AutoreCitato|Edoardo Brizio|Brizio}} cita a conforto delle sue tesi<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Edoardo Brizio|E. Brizio}}}}, ''La provenienza degli Etruschi'' in ''Atti'' cit., e ''Nuova Antologia'', 1890; ora, recentemente, in ''Storia politica d’Italia, Epoca preistorica'', Milano. Vallardi, 1899-1900, pag. CXXXVIII-CXXXX.</ref>. Esclusa pertanto la fonte più importante a sostegno della tesi niebuhriana, rimane da vedere se la tradizione erodotea, sfrondata della parte leggendaria e favolosa, possa reggere alla critica storica, e sia confermata da altre ragioni; poichè l’obiezione di {{AutoreCitato|Dionigi di Alicarnasso|Dionigi}}, che si schiera dietro il silenzio di {{AutoreCitato|Xanto Lidio|Xanto di Lidia}}, non solo è insufficiente, ma infantile, non potendo esser}}