Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/60: differenze tra le versioni

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Il concilio [[:w:Chalon-sur-Saône|Cabilonese]] però sotto [[:w:Clodoveo II|Clodeveo {{Sc|ii}}]] nell’anno 650 dichiarò di nuovo irrite e nulle senza eccezione alcuna tutte quelle elezioni, che non procedessero secondo le forme stabilite da’ padri (Can. 10.)
Il concilio [[:w:Chalon-sur-Saône|Cabilonese]] però sotto [[:w:Clodoveo II|Clodeveo {{Sc|ii}}]] nell’anno 650 dichiarò di nuovo irrite e nulle senza eccezione alcuna tutte quelle elezioni, che non procedessero secondo le forme stabilite da’ padri (Can. 10.)


E in questo tempo si vede in Francia una continua lotta, sebbene secreta e fatta con menature e riguardi, fra i re e il Clero; quegli per usurpare le elezioni vescovili, questo per tenerle libere<ref>Ecco alcuni fatti. [[:w:Gregorio di Tours|Gregorio di Tours]] (L. {{Sc|iv}}, c. 5 e 6) narra che i Vescovi pregarono con istanza Catone, eletto canonicamente a Vescovo della Chiesa di Arvernia, che consentisse di essere consecrato senza aspettare la nomina del re [[:w:Teodebaldo|Teobaldo]] (a. 554). Lo stesso S. Gregorio racconta (L. {{Sc|vi}}, c. 7) che Albino successe a Ferreolo nella [[:w:Diocesi di Uzès|sede Uceticese]] ''extra regis consilium''. Morto Albino narra il medesimo storico che un certo Giovino ricevette il {{Sc|precetto}} regio di prendersi quell’episcopato, ma essendosi sollecitati a far l’elezione canonica i Vescovi comprovinciali, prevennero Giovino, e diedero la sede al diacono Marcello (Lib. {{Sc|vii}}, c. 31). — Dimandando i cittadini di Tours al re che loro concedesse a Vescovo {{Pt|Eufonio|Eufronio}} che avevano canonicamente eletto, il re rispose: {{Pt|{{Sc|p}}a{{Sc|aeceperam}}|{{Sc|praeceperam}}}} ''ut Cato Presbyter illic ordinaretur, et cur est spreta'' {{Pt|{{Sc|jussio nost}}a{{Sc|a}}|{{Sc|jussio nostra}}}}? (Gregor. Touron. L. {{Sc|iv}}, {{Sc|ii}}, 15). Avendo il re [[:w:Clotario I|Clotario]] messo nella [[:w:Diocesi di Saintes|Chiesa Santonese]] per Vescovo Emerito, convenne sopportarlo, ma morto il re Clotario, il Metropolitano Leonzio congregati i Vescovi della provincia, lo depose dall’episcopato come quello che non era canonicamente eletto (anno 562) (Greg. Tour. L. {{Sc|iv}}, c. 26). Medesimamente i Vescovi dell’Aquitania s’affrettarono a dar la [[:w:Diocesi di Aire e Dax|Chiesa di Aqui]] al prete Faustiniano a malgrado che il re Childerico avesse destinato quella sede pel conte Nicezio. Perciò Costantino Roncaglia saviamente dice che «avendo giudicato i Vescovi essere di loro dovere l’opporsi all’autorità del re che tentava di largheggiare colle sedi episcopali, è manifesto che quei principi non furono mai nel pacifico possesso di tal potere, che attribuivano a sè stessi nella elezione dei Vescovi a loro volontà,» e che «la Chiesa non vi ha mai consentito liberamente, quantunque non di rado le sia forza di sopportar molte cose come a pietosa madre, acciocchè non le intervenga di peggio.»</ref>; lotta che s’ebbe varia vicenda, ma rimanendo sempre la chiesa se non del tutto oppressa, almeno premuta e intollerabilmente aggravata dal peso della forza.
E in questo tempo si vede in Francia una continua lotta, sebbene secreta e fatta con menature e riguardi, fra i re e il Clero; quegli per usurpare le elezioni vescovili, questo per tenerle libere<ref>Ecco alcuni fatti. [[:w:Gregorio di Tours|Gregorio di Tours]] (L. {{Sc|iv}}, c. 5 e 6) narra che i Vescovi pregarono con istanza Catone, eletto canonicamente a Vescovo della [[:w:Arcidiocesi di Clermont|Chiesa di Arvernia]], che consentisse di essere consecrato senza aspettare la nomina del re [[:w:Teodebaldo|Teobaldo]] (a. 554). Lo stesso S. Gregorio racconta (L. {{Sc|vi}}, c. 7) che Albino successe a Ferreolo nella [[:w:Diocesi di Uzès|sede Uceticese]] ''extra regis consilium''. Morto Albino narra il medesimo storico che un certo Giovino ricevette il {{Sc|precetto}} regio di prendersi quell’episcopato, ma essendosi sollecitati a far l’elezione canonica i Vescovi comprovinciali, prevennero Giovino, e diedero la sede al diacono Marcello (Lib. {{Sc|vii}}, c. 31). — Dimandando i cittadini di Tours al re che loro concedesse a Vescovo {{Pt|Eufonio|Eufronio}} che avevano canonicamente eletto, il re rispose: {{Pt|{{Sc|p}}a{{Sc|aeceperam}}|{{Sc|praeceperam}}}} ''ut Cato Presbyter illic ordinaretur, et cur est spreta'' {{Pt|{{Sc|jussio nost}}a{{Sc|a}}|{{Sc|jussio nostra}}}}? (Gregor. Touron. L. {{Sc|iv}}, {{Sc|ii}}, 15). Avendo il re [[:w:Clotario I|Clotario]] messo nella [[:w:Diocesi di Saintes|Chiesa Santonese]] per Vescovo Emerito, convenne sopportarlo, ma morto il re Clotario, il Metropolitano Leonzio congregati i Vescovi della provincia, lo depose dall’episcopato come quello che non era canonicamente eletto (anno 562) (Greg. Tour. L. {{Sc|iv}}, c. 26). Medesimamente i Vescovi dell’Aquitania s’affrettarono a dar la [[:w:Diocesi di Aire e Dax|Chiesa di Aqui]] al prete Faustiniano a malgrado che il re Childerico avesse destinato quella sede pel conte Nicezio. Perciò Costantino Roncaglia saviamente dice che «avendo giudicato i Vescovi essere di loro dovere l’opporsi all’autorità del re che tentava di largheggiare colle sedi episcopali, è manifesto che quei principi non furono mai nel pacifico possesso di tal potere, che attribuivano a sè stessi nella elezione dei Vescovi a loro volontà,» e che «la Chiesa non vi ha mai consentito liberamente, quantunque non di rado le sia forza di sopportar molte cose come a pietosa madre, acciocchè non le intervenga di peggio.»</ref>; lotta che s’ebbe varia vicenda, ma rimanendo sempre la chiesa se non del tutto oppressa, almeno premuta e intollerabilmente aggravata dal peso della forza.


<p>I Papi non dormirono certamente sopra il pericolo ogni dì crescente, che la potestà de’ principi non invadesse le elezioni episcopali, invase le quali, la Chiesa intera pende nelle loro mani; e vedasi sul principio dell’{{Sc|viii}} secolo [[:w:Papa Gregorio II|Gregorio {{Sc|ii}}]] scrivere fino in Oriente a quell’imperatore per ammonirlo e distorlo dal metter le mani in questo sacrosanto diritto che ha la Chiesa di dare a sè stessa i proprî prelati<ref>Fra l’altre cose egli scrive a [[:w:Leone III di Bisanzio|Leone Isaurico]] queste notabili parole: ''Quemadmodum Pontifex introspiciendi in palatium potestatem non habet ac dignitates regias deferendi: sic neque imperator in Ecclesiam introspiciendi et electiones in Clero peragendi''. Epist. {{Sc|ii}} ad Leon. Isaurum.</ref>. Ma che? La prepotenza si rinnovava continuamente, e la Chiesa non poteva opporre che sempre nuove leggi, nuovi canoni, e nulla più.</p>
<p>I Papi non dormirono certamente sopra il pericolo ogni dì crescente, che la potestà de’ principi non invadesse le elezioni episcopali, invase le quali, la Chiesa intera pende nelle loro mani; e vedasi sul principio dell’{{Sc|viii}} secolo [[:w:Papa Gregorio II|Gregorio {{Sc|ii}}]] scrivere fino in Oriente a quell’imperatore per ammonirlo e distorlo dal metter le mani in questo sacrosanto diritto che ha la Chiesa di dare a sè stessa i proprî prelati<ref>Fra l’altre cose egli scrive a [[:w:Leone III di Bisanzio|Leone Isaurico]] queste notabili parole: ''Quemadmodum Pontifex introspiciendi in palatium potestatem non habet ac dignitates regias deferendi: sic neque imperator in Ecclesiam introspiciendi et electiones in Clero peragendi''. Epist. {{Sc|ii}} ad Leon. Isaurum.</ref>. Ma che? La prepotenza si rinnovava continuamente, e la Chiesa non poteva opporre che sempre nuove leggi, nuovi canoni, e nulla più.</p>