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Pag. 67 ― '''Nannetto''' <section begin="2" />Questo giovinetto morì a Zurigo dove suo padre, Giovanni Conti, altro mio caro amico, teneva bottega. Ora il padre è tornato alla nativa campagna di Castelvecchio, ma senza il diletto primogenito. Era pien d’amore Tonino o Nannetto, come lo chiamavo io, per i suoi, e voleva anche molto bene agli animali, colombi, conigli, caprine. Nella sua bottega a Zurigo teneva uno scoiattolo, nella sua casa a Castelvecchio aveva lasciate due colombe che accorrevano a un suo fischio.<section end="2" />
Pag. 67 ― '''Nannetto''' <section begin="2" />Questo giovinetto morì a Zurigo dove suo padre, Giovanni Conti, altro mio caro amico, teneva bottega. Ora il padre è tornato alla nativa campagna di Castelvecchio, ma senza il diletto primogenito. Era pien d’amore Tonino o Nannetto, come lo chiamavo io, per i suoi, e voleva anche molto bene agli animali, colombi, conigli, caprine. Nella sua bottega a Zurigo teneva uno scoiattolo, nella sua casa a Castelvecchio aveva lasciate due colombe che accorrevano a un suo fischio.<section end="2" />


Pag. 145 ― '''La piada'''. <section begin3 />È il pane, anzi il cibo, direi, nazionale dei romagnoli. Si fa senza lievito e si coce sopra un ''testo''. Rassomiglia quindi agli azimi che gli Ebrei mangiano per Pasqua insieme ''cum lactucis agrestibus'' (''Num.'' 9, 11). È pane affrettato e ognuno lo fa da sè. È il pane primitivo: ''panem... primo cinis calidus et fervens testa percoxit. deinde furni paulatim reperti'' ({{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Sen.}} ''Ep. mor.'' 90, 24). O vedete, miei conterranei, che non c’è bisogno di cercare un equivalente italiano alla parola ''testo'', che è latina latinissima (oltre ''testa'' c’è anche ''testu'')? E non è bello sostituire a ''piada'' (da ''piata'', che è un relitto greco nelle nostre spiaggie che tanti altri ne hanno, come ''matra'' per madia, ''calzèdar'' per brocca od orcio), quella cara ''pizza'' che i napoletani si meraviglierebbero molto se sapessero che i<section end="3" />
Pag. 145 ― '''La piada'''. <section begin="3" />È il pane, anzi il cibo, direi, nazionale dei romagnoli. Si fa senza lievito e si coce sopra un ''testo''. Rassomiglia quindi agli azimi che gli Ebrei mangiano per Pasqua insieme ''cum lactucis agrestibus'' (''Num.'' 9, 11). È pane affrettato e ognuno lo fa da sè. È il pane primitivo: ''panem... primo cinis calidus et fervens testa percoxit. deinde furni paulatim reperti'' ({{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Sen.}} ''Ep. mor.'' 90, 24). O vedete, miei conterranei, che non c’è bisogno di cercare un equivalente italiano alla parola ''testo'', che è latina latinissima (oltre ''testa'' c’è anche ''testu'')? E non è bello sostituire a ''piada'' (da ''piata'', che è un relitto greco nelle nostre spiaggie che tanti altri ne hanno, come ''matra'' per madia, ''calzèdar'' per brocca od orcio), quella cara ''pizza'' che i napoletani si meraviglierebbero molto se sapessero che i<section end="3" />