Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/60: differenze tra le versioni

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« tenti; poiché quegli che è ordinato per tal via, è costretto ad ubbidire a'suoi « protettori, a spese de'beni della Chiesa e della disciplina (1). »
{{Pt|tenti|potenti}}; poichè quegli che è ordinato per tal via, è costretto ad ubbidire a’ suoi protettori, a spese de’ beni della Chiesa e della disciplina<ref>II. Ind. c. {{Sc|ii}}. ep. 22. [[:w:Papa Gregorio I|S. Gregorio]] era vigilantissimo sulla libertà delle elezioni dei Vescovati; e questo è argomento che s’incontra frequente nelle sue lettere. Ved. fra le altre {{Sc|iii}} ep. 7.</ref>.»


Nel 615 il Concilio v di Parigi proclamò pure la libertà delle elezioni; se non che dotarlo II modificò il Concilio con un editto col quale protestava di voler bensì osservati gli statuti de'canoni circa le elezioni de'Vescovi, ma fatta però eccezione a que' Vescovi che sarebbe piaciuto a lui che fossero ordinati, o che avrebbe mandati egli dal suo palazzo scelti fra i degni sacerdoti di corte: editto che anche sotto Dagoberto suo successore si fece valere (2).
Nel 615 il Concilio {{Sc|v}} di Parigi proclamò pure la libertà delle elezioni; se non che [[:w:Clotario II|Clotario II]] modificò il Concilio con un editto col quale protestava di voler bensì osservati gli statuti de’ canoni circa le elezioni de’ Vescovi, ma fatta però eccezione a que’ Vescovi che sarebbe piaciuto a lui che fossero ordinati, o che avrebbe mandati egli dal suo palazzo scelti fra i degni sacerdoti di corte: editto che anche sotto [[:w:Dagoberto I|Dagoberto]] suo successore si fece valere<ref>Ecco l’espressione dell’editto che è una contraddizione ''in terminis''; ''Ideoque, definitionis nostrae est, ut canonum statuta'' {{Sc|in omnibus}} ''conserventur... Ita ut, Episcopo decedente in loco ipsius, qui a Metropolitano ordinari debet cum Provincialibus a Clero et populo eligatur''. Dopo di queste belle parole susseguono immediatamente queste altre: ''Et si persona condigna fuerit,'' {{Sc|per ordinationem principis}} ''ordinetur: vel certe, si'' {{Sc|de palatio}} ''eligitur, per meritum personae et doctrinae ordinetur''. Ecco come la potestà civile intendeva che si mantenessero gli statuti canonici {{Sc|in omnibus}}!!!</ref>.


Il concilio Cabilonese però sotto Clodeveo n nell'anno G50 dichiarò di nuovo irrite e mille seuza eccezione alcuna tutte quelle elezioni, che non procedessero secondo le .forme stabilite da'padri (Can.10.)
Il concilio [[:w:Chalon-sur-Saône|Cabilonese]] però sotto [[:w:Clodoveo II|Clodeveo {{Sc|ii}}]] nell’anno 650 dichiarò di nuovo irrite e nulle senza eccezione alcuna tutte quelle elezioni, che non procedessero secondo le forme stabilite da’ padri (Can. 10.)


E in questo tempo si vede in Francia una continua lotta, sebbene secreta e fatta con menature e riguardi, fra i re e il Clero; quegli per usurpare le elezioni vescovili, questo per tenerle libere<ref>Ecco alcuni fatti. [[:w:Gregorio di Tours|Gregorio di Tours]] (L. {{Sc|iv}}, c. 5 e 6) narra che i Vescovi pregarono con istanza Catone, eletto canonicamente a Vescovo della Chiesa di Arvernia, che consentisse di essere consecrato senza aspettare la nomina del re [[:w:Teodebaldo|Teobaldo]] (a. 554). Lo stesso S. Gregorio racconta (L. {{Sc|vi}}, c. 7) che Albino successe a Ferreolo nella [[:w:Diocesi di Uzès|sede Uceticese]] ''extra regis consilium''. Morto Albino narra il medesimo storico che un certo Giovino ricevette il {{Sc|precetto}} regio di prendersi quell’episcopato, ma essendosi sollecitati a far l’elezione canonica i Vescovi comprovinciali, prevennero Giovino, e diedero la sede al diacono Marcello (Lib. {{Sc|vii}}, c. 31). — Dimandando i cittadini di Tours al re che loro concedesse a Vescovo {{Pt|Eufonio|Eufronio}} che avevano canonicamente eletto, il re rispose: {{Pt|{{Sc|p}}a{{Sc|aeceperam}}|{{Sc|praeceperam}}}} ''ut Cato Presbyter illic ordinaretur, et cur est spreta'' {{Pt|{{Sc|jussio nost}}a{{Sc|a}}|{{Sc|jussio nostra}}}}? (Gregor. Touron. L. {{Sc|iv}}, {{Sc|ii}}, 15). Avendo il re [[:w:Clotario I|Clotario]] messo nella [[:w:Diocesi di Saintes|Chiesa Santonese]] per Vescovo Emerito, convenne sopportarlo, ma morto il re Clotario, il Metropolitano Leonzio congregati i Vescovi della provincia, lo depose dall’episcopato come quello che non era canonicamente eletto (anno 562) (Greg. Tour. L. {{Sc|iv}}, c. 26). Medesimamente i Vescovi dell’Aquitania s’affrettarono a dar la [[:w:Diocesi di Aire e Dax|Chiesa di Aqui]] al prete Faustiniano a malgrado che il re Childerico avesse destinato quella sede pel conte Nicezio. Perciò Costantino Roncaglia saviamente dice che «avendo giudicato i Vescovi essere di loro dovere l’opporsi all’autorità del re che tentava di largheggiare colle sedi episcopali, è manifesto che quei principi non furono mai nel pacifico possesso di tal potere, che attribuivano a stessi nella elezione dei Vescovi a loro volontà,» e che «la Chiesa non vi ha mai consentito liberamente, quantunque non di rado le sia forza di sopportar molte cose come a pietosa madre, acciocchè non le intervenga di peggio.»</ref>; lotta che s’ebbe varia vicenda, ma rimanendo sempre la chiesa se non del tutto oppressa, almeno premuta e intollerabilmente aggravata dal peso della forza.
£ in questo tempo si vede in Francia una continua lotta, sebbene secreta e fatta con niettature e riguardi, fra i re e il Clero; quegli per usurpare le elezioni vescovili, questo per tenerle libere (3) ; lotta che s'ebbe varia vicenda, ma rimanendo sempre la chiesa se non del tutto oppressa, almeno premuta e intollerabilmente aggravata dal peso della forza.


I Papi non dormirono certamente sopra il pericolo ogni dì crescente, che la potestà de' principi non invadesse le elezioni episcopali, invase le quali , la Chiesa intera pende nelle loro mani; e vedasi sul principio dell' vii i secolo Gregario tt scrivere 6no in Oriente a quell'imperatore per ammonirlo e distorlo dal metter le mani in questo sacrosanto diritto che ha la Chiesa di dare a stessa i proprt prelati (4). Ma che? La prepotenza si rinnovava continuamente, e la Chiesa non poteva opporre che sempre nuove leggi, nuovi canoni, e nulla più.
<p>I Papi non dormirono certamente sopra il pericolo ogni dì crescente, che la potestà de’ principi non invadesse le elezioni episcopali, invase le quali, la Chiesa intera pende nelle loro mani; e vedasi sul principio dell’{{Sc|viii}} secolo [[:w:Papa Gregorio II|Gregorio {{Sc|ii}}]] scrivere fino in Oriente a quell’imperatore per ammonirlo e distorlo dal metter le mani in questo sacrosanto diritto che ha la Chiesa di dare a stessa i proprî prelati<ref>Fra l’altre cose egli scrive a [[:w:Leone III di Bisanzio|Leone Isaurico]] queste notabili parole: ''Quemadmodum Pontifex introspiciendi in palatium potestatem non habet ac dignitates regias deferendi: sic neque imperator in Ecclesiam introspiciendi et electiones in Clero peragendi''. Epist. {{Sc|ii}} ad Leon. Isaurum.</ref>. Ma che? La prepotenza si rinnovava continuamente, e la Chiesa non poteva opporre che sempre nuove leggi, nuovi canoni, e nulla più.</p>

(1) IMnd.c.u.ep.22- S. Gregorio era vigilantissimo sulla libertà detle elezioni dei Vescovati; e questo è argomento che »' incontra frequente nelte sue lettere. Ved. fra te attre Ih ep.7.

(2) Ecco l'espressione delt' editto che è una contraddizione in termini»; Ideoque, definitionis nostrae est , ut canonum statuto, In OMNi-Bus corner ventar... Ita ut , Episcopo decedente in toco ipsius, qui a Metropotitano ordinar» debet cum Provincialibus a Ctero et populo eìigatur. Dopo di queste bette parote susseguono immediatamente queste attre: Et si persona condigna fuerit , Ver Ordinationem Prinoipis ordinetur : vel certe, « De Palatio eligitur , per meritum personae et doctrinae ordinetar. Ecco come la potestà civite intendeva che si mantenessero gli statuti canonici m Omnibus! !1

(3) Ecco alcuni fatti. Gregorio di Tonrs ( L.iv,c,5 e 6 ) narra che i Vescovi pregarono con istanza Catone, eletto canonicamente a Vescovo delta Chiesa di Arvernia , che consentisse di èssere consecrato senza aspettare la nomina del re Teobaldo ( a.554 ). Lo stesso S. Gregorio racconta ( L.vi.c.7 ) che Atbino successe a Ferreolo netta sede Uceticese extra regis consilium. Morto Atbino narra il medesimo storico che un certo Giovino ricevette il Precetto regio di prendersi quetl' episcopato, ma essendosi sottecitati a far I' elezione canonica i Vescovi comprovinciali , prevennero Giovino , e diedero ta sede al diacono Marcelte ( Lib.vii,c.31 ). — Dimandando i cittadini di Tonrs al re che toro concedesse a Vescovo Eufonio che avevano canonicamente etetto, il re rispose: PhaeCKi'KiiAM ut Cato Presbyter Mie ordinaretur, et car est spreta jussio Nostra ? ( Gregor.Tonron.L.iv,n,15 ). Avendo it re Ctotario messo netta Chiesa Santonese per Vescovo Emerito , convenne sopportarto, mi morto il re Clotario , it Metropolitano Leonzio congregati i Vescovi detta provincia , to depose datI' episcopato come quello che non era canonicamente etetto ( anno 562 ) (Greg.Tonr. L.iv:c.2t>). Medesimamente i Vescovi deU t'Aquitania s'affrettarono a dar la Chiesa di Aqui al prete Paustiniano a malgrado che it re Chitderico avesse destinato quetta sede pet conte Nicezio. Perciò Costammo Roncagtia saviamente dice che « avendo giudicato i Vescovi essere di loro dovere I' opporsi » att'autorità det re che tentava di targheggiare cotte sedi episcopali, e manifesto che » quei principi non furono mai net pacitico possesso di tat poiere , che attribuivano a * sé stessi netta etezione dei Vescovi a toro volontà , » e che « ta Chiesa non vi ha mai » consentito tiberamente , quantunque non di rado le sia forza di supportar motte cose » come a pietosa madre , acciocché non te intervenga di peggio. »

(4) Fra t'altre cose egli scrive a Leone Isaurico ques»e notabili parole: Quemadmo~ dum Pantifex Introsiiicieniti in patatium potesini sin non habet oc dignitates regìas deferendi : tic ncque imperator in Ec^lestam ìntrjspicitndi et electiones in Giara finayen-li Episrii ad T e>n Isannim.
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