Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/54: differenze tra le versioni

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Piangendo, a me ti porse, e mi commise
Piangendo, a me ti porse, e mi commise
Ch’io lontana a nudrir ti conducessi.
Ch’io lontana a nutrir ti conducessi.
Chi può dire il suo affanno, e in quante guise
Chi può dire il suo affanno, e in quante guise
{{R|204}}Lagnossi e raddoppiò gli ultimi amplessi?
{{R|204}}Lagnossi, e raddoppiò gli ultimi amplessi?
Bagnò i bacj di pianto, e fur divise
Bagnò i bacj di pianto, e fur divise
Le sue querele da i singulti spessi.
Le sue querele da i singulti spessi.
Levò alfin gli occhj, e disse: O Dio, che scerni
Levò alfin gli occhj, e disse: O Dio, che scerni
{{R|208}}L’opre più occulte, e nel mio cor t’interni,
{{R|208}}L’opre più occulte, e nel mio cor t’interni:


{{Centrato|l=18em|{{§|XXVII|XXVII.}}}}
{{Centrato|l=18em|{{§|XXVII|XXVII.}}}}
S’immaculato è questo cor, s’intatte
Se immaculato è questo cor, se intatte
Son queste membra e ’l marital mio letto,
Son queste membra e ’l marital mio letto;
Per me non prego, che mille altre ho fatte
Per me non prego, chè mille altre ho fatte
{{R|212}}Malvagità: son vile al tuo cospetto;
{{R|212}}Malvagità; son vile al tuo cospetto:
Salva il parto innocente, al qual il latte
Salva il parto innocente, al quale il latte
Nega la madre del materno petto.
Nega la madre del materno petto.
Viva, e sol d’onestate a me somigli;
Viva, e sol d’onestate a me somigli:
{{R|216}}L’esempio di fortuna altronde pigli.
{{R|216}}L’esempio di fortuna altronde pigli.


{{Centrato|l=18em|{{§|XXVIII|XXVIII.}}}}
{{Centrato|l=18em|{{§|XXVIII|XXVIII.}}}}
Tu, celeste guerrier, che la donzella
Tu, celeste guerrier, che la donzella
Togliesti del serpente a gli empj morsi,
Togliesti del serpente agli empj morsi;
S’accesi ne’ tuo’ altari umil facella,
S’accesi ne’ tuo’ altari umil facella,
{{R|220}}S’auro o incenso odorato unqua ti porsi,
{{R|220}}S’auro o incenso odorato unqua ti porsi;
Tu per lei prega, sì che fida ancella
Tu per lei prega sì, che fida ancella
Possa in ogni fortuna a te raccorsi.
Possa in ogni fortuna a te raccorsi.
Qui tacque; e ’l cor le si rinchiuse e strinse,
Quì tacque, e ’l cor le si rinchiuse e strinse,
{{R|224}}E di pallida morte si dipinse.
{{R|224}}E di pallida morte si dipinse.