Teatro Historico di Velletri/Persone Insigni della Fameglia Ottavia: differenze tra le versioni

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Gneo Ottavio figlio dell'accennato Console, fù nell'Anno <small>DCIX.</small> Questore di Provincia con Tito Annio; Tribuno della Plebe insieme con Spurio Lucretio; Pretore Urbano con Lucio Anconio; Pretore di Provincia con Caio Antonio; Propretore con l'istesso; Propretore in Francia, e finalmente fù Console con Tito Annio.
 
Gneo Ottavio con soprannome di Rufo, figlio del detto Gneo, nel <small>DCXLVI.</small> fù Questore con Lucio Cornelio; Tribuno della Plebe con Lucio Rubino; Edile della Plebe con Tito Cicereio; di nuovo Questore con Lucio Vslerio; Pretore di Provincia con Sesto Giulio; Pretore con Marco Portio; Pretore con Aulo Plautio; e finalmente Console con Cornelio Cinna. Questo Ottavio viene stimato da Velleio Patercolo per persona d'animo piacevole, benche acerrimo propugnatore contro il suo Collega, che lo scacciò di Roma, non che dal suo officio. Lucio Floro apporta di ciò la raggione, e dice, ''Cornelius Cinna, cum perniciosas Leges per vim ferret, pulsus Urbe à Gneo Octavio Collega''<ref>Cornelio Cinna, avendo fatto promulgare diverse leggi con la violenza, fu scacciato dalla Città dal Collega Gneo Ottavio.</ref>. Fù questa una grandissima contesa, perchè Ottavio come persona più saggia haveva il seguito de' Nobili Vecchi, e Cinna de' Giovani; succede' in luogo di Cinna nel Consolato Lucio Merula Flemendiale, et egli se n'andò à ritrovar Mario, dal quale aiutato con molti della fattione contraria entrò in Roma per far vendetta d'Ottavio, il quale, benche consigliato da' suoi più cari, à fuggir sollecito l'impeto de' nemici volse protervo star saldo alla difesa, ma alla fine fù crudelmente ucciso, e da Censorino parteggiano di Cinna gli fù levato il Capo dal busto, et appeso ne' Rostri, tanto registra Appiano Alessandrino, ''Is autem professus numquam se Urbem deferturum, dum Consul esset, in medio Ianiculi constipatus, perstans cum illustrioribus, etc. Tunc Censorinus, Capite abscisso, ad Cinnam detulit, quod in Foro, ante Rostra affixum pependit''. Quanto fosse valoroso il nostro Ottavio, lo notò Lucio Floro, che nel libro 80 scrive ch'egli scacciasse dal Gianicolo Mario, Cinna, Carbone e Sertorio con tutti li loro seguaci; e perciò dalli medesimi fù saccheggiato Anzo, Aricia, e Lavinio;
 
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